Space & Underwater

Eva Spina (Mimit): “Comparto aerospaziale completamente cambiato negli ultimi anni”

di |

Eva Spina, Capo Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie, MIMIT nel suo intervento alla seconda edizione di Space & Underwater: “Il comparto aerospaziale è totalmente cambiato negli ultimi anni. Si è passati dalla nicchia del lancio di satelliti geostazionari, molto pesanti gestiti dal settore pubblico, ad una sorta di democratizzazione con l’ingresso dei privati e il lancio di satelliti di dimensioni più piccole e leggeri in orbita bassa che arrivano dagli Stati Uniti. L’Europa è stata più lenta”.

“Il comparto aerospaziale è totalmente cambiato negli ultimi anni. Si è passati dalla nicchia del lancio di satelliti geostazionari, molto pesanti gestiti dal settore pubblico, ad una sorta di democratizzazione con l’ingresso dei privati e il lancio di satelliti di dimensioni più piccole e leggeri in orbita bassa che arrivano dagli Stati Uniti. L’Europa è stata più lenta”. Lo ha detto Eva Spina, Capo Dipartimento per il digitale, la connettività e le nuove tecnologie, MIMIT nel suo intervento alla seconda edizione di Space & Underwater, la conferenza organizzata da Cybersecurity Italia in corso alla Caserma Salvo D’Acquisto di Roma.

La crisi dei lanciatori in Europa

Come sta reagendo l’Europa e l’Italia a questo ritardo? “In Europa c’è un nuovo regolamento, il 696, per sostenere i nostri programmi spaziali europei. In Europa l’ESA è attiva e c’è la proposta di Space Act in discussione, anche se ha suscitato alcune perplessità per il rischio di sovrapposizioni con normative di sicurezza esistenti, come la NIS2, e con le normative nazionali in vigore”, ha aggiunto Spina.

“La normativa europea può creare più vincoli e problemi di sicurezza”, dice Spina, aggiungendo che l’Italia nel contesto europeo ricopre un ruolo di punta con un investimento complessivo di 7 miliardi di euro: “La filiera italiana dello spazio è molto preziosa e copre tutto il ciclo, per questo va supportato”.  

A questo proposito, la Legge sulla Space Economy approvata in Italia a giugno di quest’anno è un primo segnale concreto del ruolo strategico della dimensione spaziale per il futuro del nostro paese. Senza dimenticare il fondo ad hoc da 35 miliardi gestito dal MIMIT per lo sviluppo del sistema industriale italiano del comparto spaziale.

C’è poi il progetto BROMO, con l’accordo siglato da poche settimane fra Leonardo, Thales e Airbus come risposta europea allo strapotere di Starlink.  

In Europa, in particolare in seno all’ESA, l’Italia ha un ruolo di primo piano avendo versato 3,5 miliardi di fondi.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz