Lo studio

Energia pulita: aumentare la spesa globale a 131 trilioni di dollari entro il 2050 per centrare gli obiettivi climatici. Lo studio

di |

Il percorso verso l’abbattimento della CO2 e la neutralità climatica è lungo e soprattutto costoso. Bisognerà spendere ogni anno 4,4 trilioni di dollari nel mondo per sperare di centrare questi obiettivi entro la metà del secolo. La capacità delle rinnovabili dovrà crescere di 20 volte entro la metà del secolo.

Tutti o quasi ormai hanno annunciato i propri obiettivi di riduzione dell’impronta ambientale, di zero emissioni inquinanti e di neutralità climatica, ma per raggiugerli ogni Paese dovrà spendere molte risorse finanziarie, soprattutto in energia pulita, che secondo Irena sono quantificate in 131 trilioni di dollari entro il 2050.

Più risorse finanziarie per l’energia pulita, il Report

Rispetto alle stime precedenti, si tratta di un aumento degli investimenti in energia pulita del 30%, fino ad un totale, appunto, di 131.000 miliardi di dollari, cioè 4.400 miliardi di dollari all’anno per i prossimi 30 anni.

In particolare, si legge nel nuovo Report dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, si devono trovare nuove fonti di energia che favoriscano e accelerino il processo di decarbonizzazione dell’industria, come l’idrogeno, in particolare l’idrogeno verde.

Gli obiettivi climatici di limitare l’aumento della temperatura media del pianeta, fermandolo sotto i +1,5°C (anche se, ormai, in molti considerano più realistico l’obiettivo di rimanere sotto i +2°C), non sono per niente semplici da realizzare, anche perché nel frattempo le emissioni di gas climalteranti derivanti dalla nostra economia e dall’industria stanno ancora aumentando.

Purtroppo, il divario tra dove dovremmo essere ora e dove in realtà siamo si sta allargando drasticamente – ha dichiarato in una nota Francesco La Camera, direttore generale dell’irena – dobbiamo aumentare la velocità della transizione energetica e compiere un’inversione di tendenza più decisa”.

Focus su rinnovabili e idrogeno verde

Ad esempio, il consumo di combustibili fossili dovrebbe ridursi del 75% entro la metà del secolo, per tentare di centrare il target 1,5°C, con tagli netti al petrolio e al carbone.

Il gas naturale dovrebbe raggiungere il suo picco nel 2025, anche se ancora nel 2050, secondo le stime dei principali centri di ricerca, sarà il combustibile fossile dominante.

Soprattutto, in chiave di decarbonizzazione e di energia pulita, la capacità delle fonti rinnovabili dovrà espandersi di oltre dieci volte entro la metà del secolo, accompagnata da un aumento di 30 volte dell’elettrificazione dei trasporti, secondo i ricercatori dell’Agenzia.

Entro il 2050, il 30% dell’uso di elettricità sarà dedicato alla produzione di idrogeno/idrogeno verde e dei suoi derivati, come l’ammoniaca elettronica e l’e-metanolo.

Per arrivare a questo, la capacità globale degli elettrolizzatori dovrà crescere fino a quasi 5.000 GW, rispetto agli 0,3 GW odierni.

L’impegno della politica

Altro passo da compiere nell’immediato, secondo il Rapporto, spetta proprio alla politica, che dovrebbe fin da subito sfruttare in chiave clean energy e di decarbonizzazione i pacchetti finanziari previsti nei vari piani di ripresa e resilienza dalla pandemia di Covid-19 lanciati da diverse nazioni negli ultimi mesi.

In sostanza, bisogna fare di tutto per spostare risorse finanziarie dall’industria dei combustibili fossili a quella dell’energia pulita, l’unica che possa davvero supportare i piani di transizione ecologica.