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Elettrificazione, case automobilistiche in ritardo: solo VW e Volvo in linea con la strategia green dell’UE

Lavoro

Le case automobilistiche nella corsa alla mobilità elettrica in Europa

Nell’ultimo anno si è parlato molto dei piani di elettrificazione della mobilità e decarbonizzazione delle case automobilistiche europee, ma confrontandoli con gli obiettivi della transizione ecologica dell’Unione europea (Ue) si nota subito il ritardo generalizzato dell’intero comparto.

Secondo uno studio Transport & Environment (T&E), continuando con questo trend generale, entro il 2030 i livelli di vendita delle auto elettriche in Europa saranno il 10% inferiori rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti a zero fissati da Bruxelles.

Solo due case automobilistiche, Volkswagen (VW) e Volvo, si troveranno pienamente in linea con la strategia green dell’Unione. I piani industriali di queste due società, infatti, appaiono ambiziosi quanto credibili, soprattutto se confrontati con uno scenario europeo molto più frammentato in termini di risultati e piuttosto critico se si guarda ai risultati fin qui raggiunti in termini di elettrificazione della mobilità.

VW e Volvo a parte, che hanno un “indice di prontezza” piuttosto elevato, c’è la Renault che si trova in territorio intermedio, ma appena sufficiente come risultato, mentre altri popolari gruppi come Stellantis, Daimler, Ford, Land Rover, BMW e Jaguar, occupano una posizione considerata di attesa, perché piuttosto restii al cambiamento e con poca ambizione verso l’elettrificazione, fino alla mancanza di concrete strategie da mettere in campo, come nel caso della Toyota.

Lo scenario e le stime dell’elettrificazione auto

Secondo l’indagine, la produzione di veicoli elettrici nell’Ue dovrebbe più che triplicare tra il 2021 e il 2025, passando da 1 milione (pari al 7,4% della produzione) a 3,3 milioni di unità (il 24,2%).

L’atteso sorpasso sui veicoli a combustione dovrebbe realizzarsi nel 2030, quando la produzione delle auto elettriche raggiungerà quota 6,7 milioni di veicoli (50,2%). La produzione delle auto ibride dovrebbe raggiungere il suo picco nel 2026, con 1,6 milioni di esemplari (12% della produzione complessiva di veicoli), per poi andare incontro a una stagnazione nella seconda metà del decennio.

L’indice di prontezza applicato dai ricercatori si ricava a partire dai dati sulle vendite e sulle strategie industriali che interessano vari segmenti, dalla fornitura delle batterie alla riconversione delle infrastrutture, fino alla valutazione dei piani delle case automobilistiche in relazione alla mobilità elettrica.

Il quasi greenwashing delle case automobilistiche

Le case automobilistiche fanno bella mostra delle loro credenziali verdi, ma nella maggior parte dei casi, in realtà, appaiono distanti dagli obiettivi” ha dichiarato Julia Poliscanova, direttrice senior della divisione veicoli ed e-mobility di T&E. “I costruttori, incluso Stellantis, sono ancora molto indietro nel percorso e coloro che hanno fissato obiettivi ambiziosi non hanno una strategia adeguata per raggiungerli. In passato questo settore così importante per l’economia del continente non è riuscito a mantenere le promesse fatte”.

Il rischio, infatti, è che si ripeta quanto già accaduto nel 2016, quando le multinazionali del settore non sono riuscite a rispettare l’obiettivo comune nel vendere il 3,6% di auto elettriche, raggiungendo meno della metà del target.

Una nuova gigafactory in Europa

La Volvo, che ha l’obiettivo di arrivare a vendere solo auto elettriche entro il 2030, ha inoltre annunciato la costruzione, assieme alla svedese Northvolt, di una nuova fabbrica di batterie da 50 GWh all’anno di capacità potenziale, con inizio della produzione stimato per il 2026.

Ciò consentirebbe alla popolare casa automobilistica (oggi parte del gruppo cinese Geely) di equipaggiare di batterie “made in Europe” circa 800 mila veicoli l’anno.

Un obiettivo che rientra a pieno nella corsa all’autonomia tecnologica dell’Europa anche e soprattutto nel settore industriale dei sistemi di accumulo. Bruxelle vuole infatti costruire 40 gigafactory per una produzione annua di 1.000 GWh e una spesa complessiva di 40 miliardi di euro.

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