La nuova offerta

Ei Towers inverte la marcia su RaiWay. Ecco il nuovo Piano

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Ei Towers comunica alla Consob la nuova offerta: non più il 66,7% ma il 40%. Domani l’audizione conclusiva all’Antitrust. Pitruzzella: ‘Decideremo dopo aver ascoltato le parti’.

Pronto il Piano B di Ei Towers. La società ha modificato i termini dell’Opas lanciata il 24 febbraio su RaiWay. Adesso si punta al 40% e non più al 66,7%.

L’azienda che fa capo a Mediaset (40%) entro il termine concesso dalla Consob per la presentazione di un’offerta alternativa, dopo la ferma opposizione prima espressa dal Ministero dell’Economia e successivamente dal Cda Rai, ha rivisto i termini della propria offerta, non tralasciando però alcune importanti precisazioni, in primo luogo riguardo alla volontà dichiarata dal MEF e dal Cda Rai di voler mantenere in mano pubblica il 51% di RaiWay.

Condizione sulla quale dalle pagine del Fatto Quotidiano ha replicato anche Gina Nieri, direttore degli affari istituzionali e membro del comitato esecutivo di Mediaset, dichiarando: “Il ministro dell’Economia, mentre afferma che per controllare l’Enel è sufficiente il 25%, alza le barricate su RaiWay che deve rimanere pubblica al 51%”.

Due pesi e due misure?

E oggi anche il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, ha ribadito la posizione del governo, sostenendo che l’esecutivo pensa “che debba esserci nel progetto di valorizzazione di RaiWay il punto fermo del mantenimento del controllo pubblico”.

Riguardo alla nuova offerta al ribasso, il Sottosegretario ha precisato che “devono pronunciarsi gli organismi e gli enti interessati, per evitare di incorrere in problemi legati alla legge dell’Opa, è un percorso e procedure che noi rispettiamo”.

Giacomelli ha però aggiunto: “E’ comunque intuibile per chiunque che quando siamo partiti con la quotazione di RaiWay non si trattava di un atto isolato per prendere un po’ di tempo. Abbiamo infatti in mente la valorizzazione e un progetto che fanno perno esattamente su un ruolo della società più dinamico rispetto a quello che è stato finora”. “Noi abbiamo una nostra visione – ha concluso Giacomelli – La perseguiremo e riteniamo che non sia in contrasto con nessuno. E’ una visione in linea con le esperienze internazionali di questo tipo, ossia di un soggetto non verticalmente integrato e una distinzione netta tra questo tipo di operatore e il fornitore di contenuti”.

Poche ma significative parole da parte del Sottosegretario che non possono passare inosservate. Il Governo sta pensando a uno scorporo?

La controllata del Biscione resta intanto ferma sul progetto di realizzare un polo unico delle torri e nel documento inviato alla Consob ne illustra le possibili sinergie.

“Ei Towers – ha spiegato Gina Nieri – ha comunicato che è disponibile anche a quote di minoranza. Questo dovrebbe rendere più facile la strada per l’operatore unico che, a certe condizioni, anche il sottosegretario Giacomelli pare non escludere”.

L’offerta a questo punto è stata modificata. Ei Towers, facendo seguito a quanto aveva già preannunciato lanciando l’Opas, si dice adesso ‘ufficialmente’ disposta a puntare a una quota di minoranza, il 40% appunto: presumibilmente il 35% disponibile sul mercato e il 5% di quello che resta in mano a Rai, al momento il 14%.

La strada sembrerebbe a questo punto spianata, ma resta da superare l’ultimo ostacolo, quello dell’Antitrust. Domani è in calendario l’audizione conclusiva ma l’azienda ha già inviato una fitta documentazione per provare a superare i rilievi mossi dall’Autorità di Pitruzzella.

L’Antitrust ancora non sa però quale giudizio esprimerà sull’offerta di Ei Towers. “Ancora non sappiamo. Vedremo cosa diranno le parti e poi decideremo”, ha spiegato stamani il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzella, interpellato sul parere dell’Authority in merito all’operazione dopo che la controllata di Mediaset ha abbassato al 40% la soglia per il raggiungimento del risultato dell’Opas.

“Allo stato sì”, ha risposto, a margine dell’apertura dell’anno 2015 dello Iap.

Pitruzzella ha poi confermato che domani ci sarà l’audizione finale dell’Agcm sulla concentrazione tra i due gruppi, aggiungendo che “al momento tutti i soggetti interessati alla partita dovrebbero essere presenti”.

L’Agcm ha evidenziato a più riprese la problematicità di questa integrazione. Un’operazione che non si può paragonare a quella tra DMT ed Elettronica Industriale che portò alla nascita di Ei Towers, perché allora restava sul mercato il grande competitor RaiWay che oggi verrebbe invece inglobato dal gruppo controllato da Mediaset.

Tra i motivi ostativi le possibili ricadute di una simile operazione sul mercato delle torri, della raccolta pubblicitaria e della pay tv.

Ricordiamo infatti che RaiWay è controllata da Rai ed Ei Towers da Mediaset. In altre parole, operatori di torri e fornitori di contenuti sono legati a doppio filo.

Senza tralasciare l’ostacolo che rappresenta la procedura di infrazione Ue per abuso di posizione dominante nel digitale terrestre ancora aperta che sicuramente peserà sulle decisioni (Leggi: Mediaset-RaiWay: ecco perché non si può fare. Anche il governo sbaglia la mira).

Ei Towers non appare però preoccupata e nella nota inviata alla Consob il 10 aprile a ridosso della deadline concessa non sembra minimamente ipotizzare l’eventuale scorporo.

 

La nuova offerta

Nella nota si legge che “A fronte della volontà espressa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze con il comunicato del 28 marzo u.s. di mantenere una partecipazione pubblica pari al 51% nel capitale di RaiWay, di cui Rai ha preso atto con il comunicato del 31 marzo u.s., il Consiglio di Amministrazione di EI Towers, avvalendosi dell’apposita facoltà originariamente ed espressamente prevista nel comunicato del 24 febbraio u.s. ex 102, comma 1, del Tuf (il “Comunicato del 24 febbraio”), all’unanimità ha deliberato in data odierna di modificare la soglia partecipativa oggetto della condizione di efficacia indicata a pagina due – punto 1.1. (iii) – del Comunicato del 24 febbraio, portandola dal 66,7% al 40% del capitale sociale di RaiWay”.

Si precisa però che “Restano impregiudicate tutte le altre condizioni di efficacia dell’Offerta indicate nel Comunicato del 24 febbraio”.

“L’Offerta – si legge ancora – non ha natura ostile in quanto a suo fondamento pone il perseguimento di un progetto industriale ritenuto da EI Towers di interesse per entrambi gli operatori. Questo elemento essenziale trova conferma nell’indicazione della soglia minima del 40%, che implica l’adesione, anche parziale, di Rai all’Offerta”.

Quel 51% che deve restare in mano pubblica

Ei Towers passa poi ad alcune importanti precisazioni riguardo alle prese di posizione del MEF e della Rai, in particolare sulla volontà di mantenere una partecipazione di controllo di diritto, condizione fissata, a loro dire, dal DPCM del 2 settembre scorso che autorizzava l’Ipo di RaiWay.

L’azienda ribadisce ancora una volta che non esiste alcuna norma di legge che imponga il mantenimento del 51% del capitale in mano pubblica: “Coerentemente il prospetto di offerta e quotazione delle azioni RaiWay non conteneva alcun riferimento all’esistenza di vincoli al mantenimento di una partecipazione di controllo in RaiWay in capo a Rai”.

Ei Towers non condivide quindi i motivi ostativi all’Opas posti dalla Consob e, visto che l’Autorità tra questi considera il comunicato del MEF, osserva che “detta valutazione di opportunità, ove fosse richiesta dal quadro normativo, costituirebbe una determinazione amministrativa e pertanto dovrebbe concretizzarsi nella adozione di un atto provvisto di carattere provvedimentale”.

Considerazioni sostanzialmente analoghe valgono per la Rai. Ei Towers risponde a Consob sostenendo che “la determinazione assunta dal Cda Rai non è comunque idonea a produrre il suddetto effetto giuridico (impossibilità ad accogliere l’offerta, ndr) in quanto affinché quest’ultimo possa considerarsi realizzato tale determinazione dovrebbe anche essa essere assunta con riferimento alla versione definitiva del documento di offerta, debitamente formalizzata e autorizzata da codesta Autorità, anche a seguito dei chiarimenti da essa richiesti e delle conseguenti modifiche al documento stesso”.

In ogni caso, prosegue l’azienda, la modifica della soglia minima partecipativa deliberata dal Cda di Ei Towers il 10 aprile, avvalendosi dell’apposita facoltà originariamente ed espressamente prevista nel comunicato del 24 febbraio, “ha definitivamente superato l’ulteriore considerazione della Consob”.

 

Nessuna trattativa con Rai e RaiWay

Ei Towers precisa inoltre che, vista la presa di posizione della Rai, “non prevede di avviare un dialogo con RaiWay e Rai volto a illustrare il progetto industriale. Non sono in corso, né sono programmate, trattative volte a negoziare o modificare i termini e condizioni dell’Offerta”.

“Non prevede (inoltre) di trasmettere alcuna documentazione a RaiWay e Rai al fine di condividere il progetto industriale sotteso all’operazione”.

Ma precisa che resta disponibile “qualora RaiWay e/o Rai intendessero modificare la posizione assunta”.

 

Il progetto operatore unico

Ei Towers resta ferma sul progetto industriale di ‘operatore unico’ e sottolinea che “anche l’investimento di una quota di minoranza costituisce un investimento di natura industriale di lungo periodo”.

“I principali benefici – evidenzia – riguarderebbero il settore immobiliare e tecnologico, con particolare riferimento ai siti trasmissivi (torri)”.

Sotto il profilo industriale sarà possibile realizzare le seguenti sinergie:

Le torri broadcast presentano un sufficiente grado di ottimizzazione, la parte residue (oltre 1000 torri broadcast per ciascuna società), secondo Ei Towers, può costituire oggetto di razionalizzazione al fine di realizzare efficienze significative, attraverso dettagli progetti di rete”.

“La razionalizzazione della componente periferica dell’infrastruttura – spiega Ei Towers – può essere conseguita mediante la predisposizione di un cosiddetto piano di condivisione di siti ed eventuale decommissioning di cui possono essere oggetto i siti” di entrambe le aziende.

Così facendo, “si otterrebbero dei benefici in termini di costi ma anche per i clienti e per la popolazione delle zone di localizzazione dei siti in termini di maggiore stabilità del segnale, aumento della qualità del servizio, minore impatto ambientale e paesaggistico”.

Ei Towers ricorda che si tratta di un modello “già ampiamente diffuso tra gli operatori di telefonia mobile: l’applicazione più estesa riguarda oltre 10 mila siti condivisi tra gli operatori di rete mobile”.

Una modalità, questa, che secondo il gruppo “non è suscettibile di generare criticità dal punto di vista antitrust dal momento che si basa sul mantenimento del livello di servizio atteso da parte dei clienti e genera efficienze sul lato dei costi e benefici per i clienti e la popolazione residente”.