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Edilizia circolare, innovazione e un cambio di mindset per migliorare le prospettive future

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Già oggi, l’edilizia circolare non è più una scelta, ma una necessità, essenziale sia per preservare la competitività del settore sia perché in futuro l’attenzione all’ambiente sarà un elemento imprescindibile per un sano sviluppo economico.

A livello globale, l’industria edilizia è responsabile del 40% delle emissioni di CO2 e produce un terzo di tutti i rifiuti, classificandosi tra i comparti industriali più inquinanti al mondo. In Europa, più nello specifico, circa il 30% dei 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti prodotti è inscrivibile al settore delle costruzioni ed è chiaro che in un’ottica di lungo periodo tali percentuali non siano sostenibili.

Edilizia circolare: una necessità

Nell’inversione del trend, l’innovazione e la digitalizzazione giocheranno certamente un ruolo fondamentale e per questo è essenziale che le competenze tecnologiche diventino asset diffusi nelle imprese del comparto. In termini di innovazione, il settore delle costruzioni è uno di quelli che da sempre occupano le posizioni più basse nelle classifiche, ma perché si affermi un modello edilizio più sostenibile è necessario che le imprese si aprano alla digitalizzazione e integrino all’interno dei propri processi spinte innovative.

Già oggi, l’edilizia circolare non è più una scelta, ma una necessità, essenziale sia per preservare la competitività del settore sia perché in futuro l’attenzione all’ambiente sarà un elemento imprescindibile per un sano sviluppo economico. Il processo di trasformazione da un’economia lineare a una circolare, fortunatamente, è già in atto, nonostante non si possa ancora parlare di cambiamento paradigmatico: secondo dati Eurostat, infatti, il tasso medio europeo del recupero scarti si attesta al 39%.

Eppure, economia circolare non significa soltanto reimpiegare i rifiuti all’interno del ciclo produttivo o riutilizzare i materiali giunti apparentemente al termine del loro arco vitale: per ridurre il proprio impatto ambientale, le imprese hanno a disposizione una molteplicità di strategie differenti, che variano a seconda del comparto industriale e delle risorse a disposizione.

Focalizzandoci sul settore delle costruzioni, un’azienda può dirsi orientata alla circolarità se, ad esempio, investe nell’efficientamento e nella razionalizzazione energetica, oppure se evita il consumo di nuovo suolo prediligendo la riconversione, la riqualificazione e l’ammodernamento degli immobili. L’edilizia circolare, infatti, mira essenzialmente a mantenere elevato il valore delle risorse impiegate, reinserendolo o mantenendolo all’interno del ciclo produttivo il più a lungo possibile. È in quest’ottica che la misura del Superbonus al 110%, in questi giorni in discussione, assume ulteriore rilievo, ponendosi come iniziativa cruciale per la trasformazione del paradigma di riferimento del settore edile.

Secondo l’European Environment Agency, ciascuna delle fasi del ciclo di vita di un edificio, dalla progettazione alla costruzione all’utilizzo fino alla demolizione, offre numerose opportunità per incrementare il tasso di circolarità e ridurre le emissioni, tanto che se si riuscissero ad attuare tutte le iniziative presentate nel Piano d’azione per l’economia circolare dall’Unione Europea,  entro il 2050 le emissioni prodotte dagli edifici durante tutto il loro ciclo di vita potrebbero ridursi del 60% rispetto ai valori del 2015.

Chiaramente, la strada verso la definitiva affermazione dell’edilizia circolare non è priva di criticità: tra le problematiche primarie che il mercato delle costruzioni deve affrontare c’è ad esempio la questione del livello qualitativo dei materiali riciclati.  Il “downcycling” infatti, ossia il recupero di basso grado dei materiali impiegati, è una delle dinamiche che maggiormente frena le imprese nella transizione verso un approccio più sostenibile.

È esattamente per questo che l’innovazione ricopre un ruolo di cruciale importanza nella definitiva trasformazione del settore: in molti ritengono infatti che il collegamento tra questa ed economia circolare sia flebile, ma in realtà esse sono strettamente legate tra loro, perché solo con il progredire della ricerca e dello sviluppo potranno essere superati tutti quei limiti materiali che poi effettivamente impediscono alle imprese di adottare approcci ecosostenibili.

Parallelamente al superamento delle criticità tecniche, tuttavia, è essenziale ricordare l’importanza che ricopre anche il cambio di mentalità, di modo che l’attenzione verso l’ambiente e la propensione alla circolarità vengano inclusi quali asset essenziali nello sviluppo delle strategie di business.

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