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Ecco perché la rete deve rimanere in capo a TIM e non può essere ceduta 

Tra bugie e rimescolamenti di carte esplode il dibattito sulla rete unica.

Nonostante la falsa esegesi di qualche giornalista italiano che insiste con pervicacia a confondere le acque, il piano di Fratelli d’Italia è radicalmente diverso da quello proposto da CDP-Open Fiber. Non ha alcun punto di condivisione con esso. Anzi, va in direzione opposta. E sarebbe tempo che questi falsi esegeti se ne rendessero conto.

Per FdI TIM deve tenere la rete

Per Fratelli d’Italia, TIM non può e non deve perdere la rete.

Quindi la rete deve rimanere in capo a TIM e deve semmai essere TIM ad aggregare sotto di sé la rete di Open Fiber. Difficilmente TIM potrebbe stare in piedi senza la rete e solo con la società dei servizi. E da qui a pochi mesi ci ritroveremmo con la perdita di altre migliaia di posti di lavoro.

Lasciare la rete in capo a TIM è quindi anche la migliore garanzia per la difesa occupazionale.

Inoltre, grazie alla vendita dei clienti retail e di TIM Brasil il debito di TIM potrebbe scendere in maniera drastica, secondo alcuni calcoli addirittura sotto i 4 miliardi di euro e la società potrebbe tornare finalmente ad aumentare cash flow e profitti.

Piano CDP-Open Fiber impraticabile

D’altra parte, il piano CDP-Open Fiber è impraticabile per molte ragioni e non è un caso se negli ultimi giorni stiano volando stracci tra Vivendi e CDP.

Oltre ai giornalisti falsi esegeti, ci sono poi numerosi personaggi del sottobosco finanziario e lobbisti mascherati da padri della Patria che stanno lavorando alacremente per la cessione della rete di TIM e l’esborso di una cifra enorme quanto ingiustificata, esborso a cui seguirebbe il pagamento di un dividendo straordinario per la gioia degli azionisti (a partire dal primo tra essi che, guarda caso, è proprio Vivendi).

Francamente voglio vedere CDP pagare, con i soldi dei risparmi degli italiani, la vecchia rete in rame di TIM anche solo 12 miliardi di euro.

Cifre ballerine

Si parla di cifre richieste da Vivendi che arriverebbero a 31miliardi di euro e, nelle ultime ore, addirittura a 34 miliardi di euro. Roba da far accapponare la pelle, quando l’intera TIM, considerando le sole azioni ordinarie, ne vale poco più di 3 di miliardi di euro.  Infine, si litiga sull’ipotetico valore della rete, andando contro ogni legge del calcolo e del buon senso, quando ancora non si è stabilito neanche il perimetro della rete (quindi non si sa ancora quanto si paga e per comprare che cosa). Siamo per questo convinti che anche le discussioni tecniche dureranno a lungo. Molto a lungo.

Serve trasparenza

Bisogna dire la verità, perché si sta avvicinando il momento della verità.

Solo il piano di Fratelli d’Italia garantisce la concorrenza nelle Aree nere del Paese, che sono quelle commerciali, e questo sarebbe sicuramente considerato positivamente dall’Antitrust europeo rispetto al piano CDP-Open Fiber che prevede invece la ri-monopolizzazione della rete.

È necessario, per questo, mantenere anche nel nostro Paese un mercato aperto e competitivo che dia la possibilità a tutti i player di mercato di competere ad armi pari.

E la proposta CDP-Open Fiber va invece in direzione opposta.

Meglio fermare le macchine e lasciar lavorare il buon senso a difesa della competizione, del mercato e dei diritti dei consumatori (oltre che dei risparmiatori postali).

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