210 giorni è la media per ottenere in Italia l’approvazione di un permesso per la realizzazione delle reti in fibra ottica e 5G, ha detto oggi Vittorio Colao, ministro dell’innovazione tecnologica e transizione digitale, intervenendo al convegno del Centro di economia digitale sulla sovranità tecnologica. Per Colao occorre una “semplificazione amministrativa e velocizzazione del ciclo dell’innovazione, una rimozione degli ostacoli che la burocrazia di tipo difensivo crea intorno a questo”.
E la necessità di snellire l’iter per la costruzione delle infrastrutture tecnologiche “future proof” è stata richiamata, nel corso del convegno, anche da Elisabetta Ripa, amministratore delegato di Open Fiber.
“Serve riforma per accelerare realizzazioni delle infrastrutture sul territorio”
“Abbiamo tutti i requisiti, ora dobbiamo dare un colpo di reni per accelerare la digitalizzazione del Paese. Serve una riforma per permettere la costruzione delle infrastrutture che va però implementata dal territorio”, questo l’appello di Ripa, che fa un esempio concreto degli ostacoli burocratici che ritardano la digitalizzazione dell’Italia.
“Più facile fare 2 volte il giro del mondo che stare dietro ai permessi”
“Open Fiber deve costruire una rete di circa 100mila chilometri nelle aree rurali, due volte la superficie terrestre”, ha spiegato, “se io mettessi assieme i permessi dovrei fare due volte il giro della terra, questa attività à troppo impegnativa, richiede troppo tempo e non consente di raggiungere gli obiettivi che vorremmo di chiudere il digital divide nel Paese”.
Dl Semplificazioni non sufficiente
Il Dl Semplificazioni non è stato, quindi, sufficiente ad evitare i ritardi burocratici per lo sviluppo delle reti, “perché le semplificazioni non state effettivamente implementate dal territorio”, ha sottolineato l’ad di Open Fiber.
La società, ha ricordato Elisabetta Ripa, ha “realizzato a oggi circa 11 milioni di unità immobiliari in un paese dove ce ne sono 30 milioni da raggiungere, quindi la strada che abbiamo davanti a noi à molto importante e lunga, dobbiamo correre più di quanto abbiamo fatto e di quanto avremmo voluto per raggiungere l’obiettivo del Digital Compass: copertura a banda ultralarga e fissa al 2030 per tutte le case a un gigabit al secondo” con fibra FTTH o FTTB.
“Ciononostante”, ha proseguito Ripa, “abbiamo recuperato come Paese un gap tecnologico che ci portiamo dietro da decenni. Siamo diventati una realtà rilevante, siamo il terzo operatore in Europa dopo i due incumbent Telefonica e Orange”.
“Nelle aree rurali sforzo corale, non duplicazioni reti”
“Abbiamo ancora tantissimo da fare nelle aree rurali e lo dobbiamo fare attraverso una sforzo corale: questo è il punto su cui dobbiamo concentrarci di più perché per correre”, ha concluso l’ad di Open Fiber, Elisabetta Ripa, “bisogna usare le infrastrutture già esistenti, evitare duplicazioni e dedicare il tempo a quello che effettivamente conta, cioè la realizzazione della rete”.