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e-fuel, passa la linea tedesca in Europa. Per produrli servirà sei volte più energia che alimentare auto elettriche. Lo studio

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Studio del Potsdam Institute for Climate Impact Research sulla produzione dei carburanti sintetici, che appare problematica, soprattutto per i tempi lunghi necessari a raggiungere un volume di offerta critico sul mercato mondiale, ma anche per i consumi elevati di energia da fonti rinnovabili necessaria alla produzione, e i costi di cattura della CO2. Il no della Commissione UE ai biocarburanti italiani.

Leggi lo studio sugli e-fuel del Potsdam Institute

e-fuel: tempi lunghi ancora e costi elevati

Tutto è legato al sistema di produzione dei carburanti sintetici o e-fuel. Si estraggono da idrogeno e CO2 e per ottenere il primo bisogna alimentare processi di elettrolisi alimentati da fonti energetiche rinnovabili, mentre per tirare fuori diossido di carbonio bisogna impiegare le tecnologie di cattura e stoccaggio di questo gas serra (tecnologie CCS).

Attualmente, entrambi questi processi sono piuttosto costosi. Secondo stime diffuse in Germania nel Rapporto pubblicato dal Potsdam Institute for Climate Impact Research, per un litro di benzina sintetica servirebbero oggi circa 50 euro. Le prospettive sono buone, perché con il passare del tempo, della disponibilità di e-fuel e di un numero crescente di utilizzatori, il prezzo medio potrebbe anche scendere a 2 euro al litro o anche meno.

Ma ci vuole appunto molto tempo. “C’è grande incertezza sugli anni necessari per raggiungere un livello di costo di produzione tale da offrire i carburanti sintetici a prezzi accessibili ai consumatori, perché questo dipenderà dalla velocità con cui il mercato mondiale reagirà e metterà a disposizione crescenti volumi di e-fuel”, è spiegato nel documento.

In particolare, è sottolineato, il prerequisito principale è la diminuzione dei costi nei processi CCS.

In aggiunta, è precisato, “manca ad oggi la sicurezza degli investimenti per compiere tutti questi passi necessari ad un’offerta su vasta scala, ma anche delle politiche attive di incentivazione dell’utilizzo di tecnologie di cattura e stoccaggio della CO2”.

Secondo il Rapporto, inoltre, gli e-fuel non sarebbero adatti ad alimentare auto su strada, perché per produrli servirebbero grandi quantità di energia pulita, almeno sei volte di più che per alimentare le auto elettriche a batteria e plug-in che già conosciamo.

Attualmente, l’unico impianto di produzione di carburanti sintetici già avviato è quello del progetto Haru Oni in Cile, partito nel dicembre 2022, che utilizza circa 3,4 MW di energia eolica e un elettrolizzatore da 1,2 MW. La celebre casa automobilistica Porsche ha annunciato la volontà di acquistare tutta l’e-benzina ghe sarà tirata fuori. L’obiettivo è arrivare a produrre 120 mila litri di benzina sintetica all’anno.

L’UE può attendere altro tempo?

Un tempo di attesa che non possiamo permetterci, perché l’Europa è già avviata verso gli obiettivi di decarbonizzazione e del suo Green Deal, con scadenze predefinite. La Germania è riuscita a far includere in extremis gli e-fuel nella proposta della Commissione di mettere al bando le nuove vetture a benzina e diesel (combustibili fossili) dal 2035.

Stop quindi ai combustibili fossili e via libera a quelli sintetici in poche parole. C’è anche il semaforo verde dei Rappresentanti permanenti aggiunti dei 27 (Coreper I): “l’accordo sugli standard C02 per le auto sarà nell’agenda del Consiglio Affari Energia per l’adozione finale”.

A bocca asciutta l’Italia, che voleva anche l’aggiunta dei biocarburanti nel compromesso tra Germania e Commissione, con la richiesta aggiuntiva di più tempo per studiare il documento. A quanto riportato dal Corriere della Sera, però, secondo fonti interne a Bruxelles, “il regolamento non sarà riaperto”.