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Droni da guerra e IA con licenza di uccidere. Saprà riconoscere i nemici dagli amici? (video)

Droni da combattimento grandi come il palmo di una mano

Piccoli droni in grado di intervenire in uno scenario di guerra, agili negli spazi stretti, veloci nei movimenti, tecnologicamente avanzati, ben armati e con un’autonomia di volo di 7 minuti.

È il prototipo di “Lanius”, il prodotto dell’Israeliana Elbit Systems ideato per entrare rapidamente in combattimento e soprattutto dotato di software che in maniera autonoma individua e classifica ogni eventuale nemico o minaccia.

Di Unmanned combat air vehicle o droni da guerra ce ne sono già diversi in dotazione agli eserciti di mezzo mondo. Li abbiamo già visti in azione nella guerra in Ucraina, in Siria, in Iraq e in altri conflitti. Ma questo progettato dall’azienda con sede in Haifa è specializzato nella guerriglia urbana, dove i militari non hanno modo di vedere le mosse del nemico.

Le piccole dimensioni del dispositivo sono le stesse del Lanius, nome scientifico dell’avèrla (dal latino “lanius”, macellaio), un piccolo uccello della famiglia dei passeri, lungo non più di 25-27 cm, caratterizzato da un becco forte e uncinato.

Un nome quindi scelto non a caso, perché stando a quanto riportato dal Washington Post e a quanto si vede nel video promozionale, questo piccolo drone da guerra non lascia scampo ai potenziali nemici.

IA per classificare i nemici dagli amici

Tecnologicamente avanzato, il Lanius è dotato di intelligenza artificiale, soluzioni WiFi e radio per la comunicazione, Gps per la navigazione e un programma di fotogrammetria per la scansione 3D degli ambienti, da cui i soldati possono ricavare mappe dettagliate degli spazi di combattimento in tempo reale.

Arriva con un drone madre, che ne trasporta da 4 a 6 di piccoli Lanius, così da fornire uno sciame da schierare sul sito in tempi rapidi.

Un software apposito in modalità autonoma classifica eventuali nemici e minacce, anche se, come spiegano dalla casa madre, sarà sempre un amano umana da remoto a “premere il grilletto”.

E se il drone attacca in maniera autonoma? Dubbi e timori sull’algoritmo

L’associazione Stop Killer Robots ha avanzato molti dubbi però sulla sicurezza di questo prodotto. Il suo software è in grado davvero di distinguere un militare amico da uno nemico e in base a cosa? Sarà inoltre in grado di classificare anche i civili come tali? Quali sono i parametri utilizzati dal software?

Siamo quindi giunti al punto che un algoritmo valuta, in maniera autonoma, come e chi uccidere e in base a cosa?

Nella guerra in Libia un drone turco è stato coinvolto in una serie di attacchi portati durante il 2021 e in uno di essi, secondo quanto riportato dal Jerusalem Post, ha effettuato un attacco in modalità autonoma, “di testa sua”. Un fatto su cui ancora si indaga e che preoccupa non poco le autorità e le associazioni che si battono contro la proliferazione delle armi da guerra, anche di nuova concezione.

La necessità della mano umana che preme il grilletto è una funzione che può essere rimossa, lasciando ad un algoritmo la decisione finale di attaccare e di uccidere. Gli scenari fantascientifici di qualche decennio fa sono già realtà.

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