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Diritto d’autore, a che punto siamo sul recepimento della direttiva Ue

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A settembre la Commissione Ue potrebbe aprire una procedura di infrazione contro l’Italia sulla gestione dei diritti d’autore, perché ancora non ha recepito la direttiva europea del 2014 che pone fine al monopolio della Siae: ‘i titolari dei diritti devono scegliere liberamente l’organismo di gestione collettiva’.

Dopo l’estate l’Italia potrebbe finire di nuovo nel mirino della Commissione Ue, questa volta sulla gestione dei diritti d’autore, perché nel nostro Paese c’è di fatto il monopolio della Siae, in contrasto con quanto previsto dalla direttiva europea del 2014, la cosiddetta direttiva Barnier, dal nome del suo promotore, l’allora commissario Ue al mercato interno. “La Commissione Ue ha deciso che non si può perdere altro tempo e per questo a settembre, salvo colpi di scena, aprirà una procedura di infrazione contro l’Italia sulla gestione dei diritti d’autore”, ha scritto La Stampa.

Dunque cosa prevede la direttiva approvata dal Parlamento Ue il 24 febbraio 2014?

Ecco il punto chiave, quello che in Italia dovrebbe porre fine al monopolio della Siae: “i servizi di gestione  collettiva di diritti d’autore e di diritti connessi dovrebbero consentire a un titolare dei diritti di poter scegliere liberamente l’organismo di gestione collettiva cui affidare la gestione dei suoi diritti, sia che si tratti di diritti di comunicazione al pubblico o di riproduzione, o di categorie di diritti legati a forme di sfruttamento quali la trasmissione radiotelevisiva, la riproduzione in sala o la riproduzione destinata alla distribuzione online”. Il comma 19, si conclude, però, con un paletto: “a condizione che l’organismo di gestione collettiva che il titolare dei diritti desidera scegliere già gestisca tali diritti o categorie di diritti”.

Ed è sul rispetto di questa norma europea che è nato lo scontro tra alcuni cantanti italiani e la Siae, Gigi D’Alessio e Fedez l’hanno abbandonata e hanno scelto Soundreef, società italiana con sede in Inghilterra. Lo scontro è poi continuato con la polemica Fedez-Franceschini.

Perché l’Italia in tre anni non ha ancora recepito la direttiva europea? Qualcosa il governo ha fatto, come la riforma voluta dallo stesso ministro dei Beni e delle Attività culturali, Dario Franceschini e approvata a marzo di quest’anno. Nelle intenzioni il provvedimento avrebbe dovuto recepire le indicazioni europee, ma in pratica non risolve i problemi. Questo perché se da un lato la riforma apre all’ingresso di nuovi operatori dando la possibilità ai titolari dei diritti di affidarsi “a un organismo di gestione collettiva o a un’entità di gestione indipendente di loro scelta”, dall’altro lascia nelle mani della Siae la raccolta di tali profitti poiché prevede che questa venga svolta “in via esclusiva”.

In attesa di vedere se la procedura di infrazione contro l’Italia sulla gestione dei diritti d’autore sarà davvero notificata dalla Commissione Ue, due giorni fa Emiliano Minnucci (PD) ha proposto un emendamento sulla liberalizzazione dei diritti d’autore “limitando l’esclusiva della Siae ai soli segmenti di mercato dove la rete territoriale della società può offrire un valore aggiunto”. L’emendamento è stato giudicato inammissibile per difetto di materia dalla presidenza della Camera, Laura Boldrini, ma nonostante questo Minnucci, in questo video, promette di ripresentare lo stesso emendamento in un altro provvedimento più attinente al tema o di presentare una proposta di legge specifica.