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Diritto all’oblio, dall’Italia 26 mila richieste a Google

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Pubblicato il Report sulla trasparenza. L’azienda ha ricevuto oltre 300 mila richieste di cancellazione di link in Europa. Francia e Germania in pole position. Italia in quinta posizione.

Un anno e mezzo dopo la sentenza della Corte di Giustizia europea che ha consacrato il diritto all’oblio (Scheda), Google ha esaminato 1,2 milioni di URL e ha ricevuto oltre 348.508 richieste dagli utenti internet, ma ne ha respinto più della metà.

L’azienda ha pubblicato ieri il Rapporto sulla trasparenza.

Dai dati si rileva che arriva dalla Francia la maggior parte delle domande (73.496, il 21% sul totale europeo) di cancellazione di link contenenti informazioni personali ritenute dagli utenti ‘inadeguate’ o ‘non rilevanti’.

Google ha rimosso in Francia 101.306 URL (48,4%) contro una richiesta totale di 246.446.

Proprio la Francia dove è in atto un braccio di ferro tra il Garante Privacy, il CNIL, e Google riguardo alla gestione del diritto all’oblio.

 

In Italia rimossi 21 mila link

L’Italia si piazza tra i primi cinque con 26.213 richieste di cancellazione.

Gli utenti hanno chiesto dall’Italia la rimozione di 85.744 URL. Google ne ha rimosso solo il 29,7% (21.272).

Il mese scorso il Garante Privacy italiano ha comunicato che soltanto una cinquantina di persone si sono rivolte all’Autorità dopo il mancato accoglimento delle richieste di deindicizzazione da parte di Google.

In Italia per esempio Google ha detto d’aver accolto la richiesta di una donna di rimuovere un articolo risalente a decenni fa, relativo all’omicidio di suo marito, in cui era citato il suo nome.

Mentre è stata respinta la domanda di rimozione di 20 link ad articoli recenti sull’arresto di una persona (la stessa che ne faceva richiesta) per reati finanziari commessi in ambito professionale.

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Francia e Germania in pole position

Oltralpe l’azienda è stata condannata per la prima volta nel giugno 2014 per aver rigettato una richiesta di un utente che chiedeva la rimozione di due articoli riguardanti una sua condanna per frode del 2006.

A settembre poi il CNIL ha respinto il ricorso di Google che si rifiutava di accogliere la richiesta del regolatore di estendere il diritto all’oblio a tutte le versioni del motore di ricerca, specie quella Google.com, non solo a quelle europee.

Dopo la Francia, la Germania è il secondo Paese dove ci si è appellati di più al diritto all’oblio: 60.267 richieste che riguardano 220.819 URL. Google ne ha rimosso 91.982 (48,2%).

Segue il Regno Unito con 43.150 richieste (URL rimossi 51.623, 38,1%); La Spagna con 33.168 richieste (URL rimossi 33.283, 37,3%) e infine l’Italia.

1,2 milioni di URL esaminate da Google

Google ha esaminato in totale 1.235.473 URL e ne ha rimosso 441.778 (42%).

Il criterio utilizzato nello scegliere i link da rimuovere è stato quello di accogliere prioritariamente le richieste provenienti da vittime o famiglie che anno subito aggressioni, stupri o omicidi riportati dalla stampa.

In molti casi i link riguardano contenuti pubblicati sui social network, in primo luogo Facebook dove Google informa d’aver rimosso 10.229 URL. In sesta posizione troviamo Google+ con 4.137 URL cancellati e in ottava posizione Twitter con 3.894 URL.

Su YouTube sono stati cancellati 5368 URL.