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Diritti TV, Sky contro TIM-DAZN ‘Limitare l’accesso al calcio danneggerebbe il valore della Serie A’

Botta e risposta fra Sky e TIM-DAZN nella guerra per i diritti TV del prossimo triennio di Serie A. Alla lettera inviata alla Lega di Serie A e all’AGCM con cui Maximo Ibarra, amministratore delegato di Sky Italia, accusa il tandem Tim-DAZN di potenziali restrizioni della concorrenza per l’accordo di trasmissione in esclusiva su Timvision della app DAZN, replica quest’ultima con un’argomentazione diametralmente opposta: “La possibile acquisizione dei diritti TV della Serie A per le prossime tre stagioni da parte di Dazn, rappresenterebbe un’importante occasione per l’apertura del mercato della pay tv e sarebbe inoltre, l’occasione per l’accelerare in modo deciso il processo di digitalizzazione e ammodernamento del Paese”. Insomma, scontro diretto fra i contendenti, mentre oggi è in programma una assemblea virtuale della Lega per decidere sui diritti della Serie A del prossimo triennio. Ma la riunione non ha portato ad una decisione finale sull’assegnazione dei diritti, visto che i club sono spaccati.

Dazn è a quota 11 voti favorevoli, ma non bastano. Durante l’assemblea della Lega l’offerta della piattaforma streaming ha raccolto 11 voti favorevoli e nove astenuti. Per vincere la gara contro Sky ne servono almeno 14. E così la decisione è stata rinviata a una nuova assemblea. Gli 11 voti a favore dell’offerta di Dazn sono quelli di Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Hellas Verona, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli, Parma e Udinese. Si sono astenuti invece Benevento, Bologna, Crotone, Genoa, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Spezia e Torino.

La battaglia è ancora lunga, le offerte delle TV scadono il 29 marzo.

Derby anche tecnologico

I broadcaster rimasti in lizza per l’assegnazione dei diritti sono Dazn e Sky. La prima ha messo sul piatto 840 milioni euro per 7 partite in esclusiva più altre 3 in co-esclusiva; mentre la pay tv satellitare ha offerto 750 mln euro per tutte le gare su piattaforma satellitare. Al di là della battaglia economica, la guerra fra Sky e DAZN-Tim è anche tecnologica. Da un lato, il satellite che veicola il calcio ormai da 20 anni in Italia, dall’altra la rete che tuttavia nel nostro paese non garantisce una copertura capillare e rischia di rappresentare un ulteriore gap per la fruizione da parte dei tifosi che si trovano in zone non coperte in fibra.

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Per l’ultimo derby Milan-Inter, trasmesso domenica 21 febbraio da Dazn in streaming, ci sono stati problemi di fruizione, soprattutto nella zona di Milano, denunciati dagli utenti su Twitter. Ed è proprio per i problemi di copertura a banda ultralarga che soprattutto i piccoli club dove la copertura ultrabroadband non è garantita sono restii ad accettare l’offerta di DAZN.

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Diritti tv: Sky ‘Accordo Tim-Dazn può danneggiare la concorrenza’

A dare il via alle danze è stata Sky, con una missiva indirizzata a Paolo Dal Pino e Luigi De Siervo, rispettivamente presidente e ad della Lega (Tim è title sponsor del campionato) firmata da Maximo Ibarra: “L’accordo che Dazn avrebbe sottoscritto con Tim, un suo concorrente diretto, per i diritti tv della Serie A per il prossimo triennio è critico per il principio della concorrenza”. Lo afferma Sky in una lettera che

ha inviato alla Lega di Serie A ed ai club. Nella mail si afferma, tra l’altro che “limitare l’accesso al calcio danneggia il valore della Serie A”.

Accordo strategico Tim-DAZN

“Ho appreso dalla stampa che Dazn avrebbe sottoscritto un accordo strategico con Tim, un suo concorrente diretto, in vista della gara per l’acquisizione dei diritti di trasmissione del campionato di Serie A per il ciclo 2021-2024”, è l’inizio della lettera di Sky a firma di Maximo Ibarra. “Tale partnership commerciale, finanziaria e tecnologica – prosegue l’amministratore delegato – durerebbe per l’intero ciclo dei diritti e prevederebbe la corresponsione di minimi garantiti da Tim a favore di Dazn per un ammontare superiore al 40% del valore dei diritti stessi (340 milioni di euro a stagione per tre anni la quota che verserebbe Tim ndr). Dal comunicato stampa di Tim diffuso martedì si evince che, grazie all’accordo firmato con Dazn e ai cospicui minimi garantiti messi sul piatto, Tim beneficerebbe di un trattamento preferenziale nella distribuzione di Dazn, pur essendo Tim l’operatore incumbent con maggiore forza di mercato in Italia, in particolare nel segmento broadband. Un tale accordo didistribuzione preferenziale potrebbe quindi generare potenziali criticità concorrenziali e di compatibilità con la legge Melandri”.

L’interesse dei tifosi

“Nell’interesse dei milioni di tifosi italiani – aggiunge Sky – siamo convinti che sia estremamente importante che la Serie A venga distribuita su tutte le piattaforme e sul più ampio numero di devices possibile, in modo che ogni tifoso possa godere dello spettacolo nel modo che preferisce. Ad esempio, la Serie A di Sky è oggi trasmessa su satellite, digitale terrestre e in streaming, in diverse offerte commerciali Sky e NowTV, ed è visibile su set-top box sia Sky sia delle principali Telco (Vodafone Tv e Sky Q), oltre che su un’ampia gamma di connected devices, quali ad esempio Smart TV”. “Se la Serie A non verrà distribuita su tutte le piattaforme e/o devices – è la conclusione – i tifosi avranno meno scelta, le audience ne soffriranno con ricadute importanti sulla pubblicità e sulle sponsorship, con complessiva perdita di valore del prodotto Serie A. Vi invito quindi a verificare che non vi siano vincoli di alcun tipo alla distribuzione della Serie A su alcuna piattaforma o device, comprese quelle di Sky. Ritengo che tale aspetto meriti di essere chiarito alla Lega in anticipo con tutto il dettaglio e la precisione necessari”.

Replica di Dazn: nessuna penalizzazione per tifosi, contenuti fruibili

“La possibile acquisizione dei diritti TV della Serie A per le prossime tre stagioni da parte di Dazn, rappresenterebbe un’importante occasione per l’apertura del mercato della pay tv e sarebbe inoltre, l’occasione per l’accelerare in modo deciso il processo di digitalizzazione e ammodernamento del Paese”. È la posizione di Dazn in una lettera che la piattaforma streaming ha inviato alla Lega Serie A, dopo la missiva inviata nel pomeriggio da Sky sempre alla Lega per l’accordo tra Tim e Dazn. “I contenuti di Dazn continuerebbero ad essere fruiti, come già avviene oggi, attraverso i servizi di banda larga di tutti gli operatori telefonici e i dispositivi disponibili. Anche perché Dazn, come del resto Netflix, Amazon e Disney+, rappresenta il futuro della distribuzione e della fruizione dei contenuti video che i consumatori possono vivere in assoluta libertà e comodità”, prosegue Dazn.”Appare, da ultimo, particolare la preoccupazione espressa circa una penalizzazione dei tifosi che, si dice, non avrebbero più garantita una pluralità di visione, considerando che il mercato del calcio è storicamente caratterizzato da un soggetto dominante come anche emerso dalle recenti decisione di Agcm”, sottolinea.

Infine, resta alla finestra Mediaset si è aggiudicata il diritto a trasmettere fino al 2024, la visione gratuita sulle reti generaliste della miglior partita di ogni turno di Champions League, finale compresa; il match sarà visibile gratuitamente anche online. 

Adiconsum: ‘Intervenga Agcom, no diritti ad una piattaforma sola’

Per Adiconsum “il diritto di scegliere la piattaforma trasmissiva” dove guardare le partite di calcio deve essere lasciata al consumatore: un conto “è la concorrenza fra emittenti pay basata su prezzi e prodotti offerti, un conto è la concorrenza su una modalità di trasmissione tecnologica, che non può essere usata quale discrimine di concorrenza” si legge in una nota. Adiconsum chiede ad Agcom di “intervenire con urgenza per non creare discriminazioni fra i cittadini e per garantire ai consumatori l’esercizio del diritto della libera scelta” dichiara Carlo De Masi, presidente di Adiconsum nazionale. “Il tipo di trasmissione, se via parabola, via antenna terrestre o via internet, è fondamentale – prosegue De Masi – Riceviamo continue lamentele di migliaia di consumatori che non riescono a vedere le partite via web. L’accesso alla banda larga, in Italia, infatti, non è ancora garantito a tutti, come invece è il digitale terrestre e il satellite. Quindi, la decisione di concedere i diritti ad una sola piattaforma trasmissiva, comporterebbe una discriminazione fra gli abbonati”.

Inoltre, Adiconsum – conclude De Masi – chiede alla Lega Calcio che le scelte commerciali vengano prese tenendo sempre in considerazione il rispetto dei diritti dei consumatori.

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