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Diritti Serie A, tutto da rifare? Spunta l’ipotesi di un nuovo bando

L’assemblea della Lega di oggi alle ore 16 era stata convocata per approvare il bando dei diritti tv di Coppa Italia e Supercoppa 2018-21, ma a tenere banco ancora la decisione del Tribunale di Milano, che accogliendo il ricorso di Sky, ha sospeso fino al 4 maggio i pacchetti di Mediapro per i diritti di Serie A 2018-2021. Sky Italia subito aveva dichiarato: ‘Troppe perplessità, prima dell’offerta aspettiamo il tribunale’. L’iter prevedeva la presentazione delle offerte entro il 21 aprile, ma tutto è stato congelato, in attesa del responso dei giudici che, in ogni caso, dilaterà i tempi.

Al gruppo catalano, che si è aggiudicato i diritti televisivi della serie A per agire da intermediario indipendente, verrà notificato l’esposto con le motivazioni il 24 aprile. Ovvero 48 ore prima della scadenza del termine (già una volta prorogato) di presentazione delle fideiussioni da 1 miliardo e 200 milioni. Il 4 maggio è in calendario l’udienza delle parti coinvolte davanti al giudice della sezione Imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni. Dopodiché sarà necessario qualche giorno di camera di consiglio prima che sia emessa una sentenza. E qui iniziano i problemi perché dal quartier generale spagnolo filtra la preoccupazione che siano necessarie addirittura due settimane, trascinando di fatto la querelle fino alla fine del campionato.

L’ipotesi di un nuovo bando della Lega

A questo punto, non è escluso l’incontro tra Mediapro e i club a Milano, visto che l’assemblea è sovrana sul tema dei diritti tv, per riferire la propria posizione e fare il punto della situazione. Sul tavolo c’è pure la fideiussione da 1 miliardo (più Iva) che va depositata entro 8 giorni: verrà chiesta una proroga? Il prossimo campionato di Serie A comincerà il 19 agosto 2018 e ancora non si sa dove si potranno vedere le partite in Tv. Sullo sfondo rimane il piano B del canale tematico, mentre Sky non smette di sperare in un nuovo bando, gestito direttamente dalla Lega e senza ingombranti intermediari.

L’elezione di Micciché – il retroscena

Tutta questa incertezza, anche sui soldi in cassa, fa agitare i presidenti di serie A. Non è un caso che in questo clima sia la governance sia le nomine siano nuovamente finite in secondo piano. La trama, ieri, si è infittita di un ulteriore mistero: pare che alcuni club stiano tramando contro il neo presidente Gaetano Micciché, eletto lo scorso 19 marzo dopo oltre un anno di stallo.

Il numero uno della serie A doveva essere eletto a scrutino segreto, e così è stato, salvo poi che quelle buste non siano state mai aperte e l’elezione sia avvenuta per voto palese all’unanimità. Ora alcuni presidenti vorrebbero vedere le preferenze contenute nelle buste convinti che più di uno non abbia votato per Micciché (senza l’unanimità il numero uno di via Rosellini aveva dichiarato che non avrebbe accettato l’incarico).

“L’elezione di Micciché? Una cosa sorprendente. Il problema non è questo, ma se c’è qualcuno che si diverte a lanciare dei sassi per destabilizzare un ambiente che ha ben altri problemi”. Così il presidente del Coni e commissario straordinario della Lega di Serie A, Giovanni Malagò, sulle indiscrezioni secondo cui una fronda di club di A vorrebbe mettere in discussione l’elezione del nuovo presidente di Lega, Gaetano Micciché. “Non ho capito di che cosa stiamo parlando sotto ogni punto di vista – ha aggiunto il capo dello sport italiano.  “Mi è insolito dare un giudizio su qualcosa che non comprendo e non capisco: è stata fatta una votazione regolare, come previsto. Credo che il problema non sia questo. Magari sarò smentito, ma penso e credo di essere un commissario rispettato e ben considerato. E Gaetano Micciché è l’unica persona che in questo Paese poteva avere l’unanimità in così poco tempo. Se qualcuno si sofferma su simili questioni, forse non è chiaro il livello degli altri problemi”. Parole pronunciate poco prima di prendere il volo per Milano, dove si terrà l’assemblea di Lega.

Il 4 maggio la pronuncia del Tribunale di Milano

Intanto Mediapro lavora sul ricorso cautelare presentato da Sky Italia e accettato dal Tribunale di Milano, che ha deciso una sospensione del bando fino al 4 maggio. Il colosso spagnolo punta alla riscrittura dello stesso bando da rivendere agli operatori della comunicazione e a rispettare i tempi della presentazione della fideiussione del prossimo 26 aprile. È quel che richiedono i club.

Mediapro spera che la riunione di oggi rappresenti l’occasione per provare a uscire dallo stallo e esplorare, in caso di bocciatura da parte del Tribunale di Milano, la via che porta al canale. Peccato che sul tema i club siano più spaccati che mai, divisi come sono fra chi accetterebbe di accollarsi il rischio d’impresa con la Lega nel ruolo di editore e Mediapro nei panni del distributore e chi, invece, preferirebbe un nuovo bando. Questa volta per esclusiva, come è nei desideri di Sky. L’emittente satellitare respinge l’accusa di essere colpevole dell’impasse in cui versa ora il calcio italiano facendo notare che, rispettando l’iter originario che prevedeva il 21 aprile come termine per presentare le buste, il presidente di Mediapro Jaume Roures aveva già ipotizzato una finestra di 60 giorni per le trattative private. In attesa del pronunciamento del Tribunale di Milano, a cui spetta decidere se i pacchetti degli spagnoli che offrono contenuti editoriali chiavi in mano da 270 minuti con pre e post partita, raccolta pubblicitaria inclusa, violano i dettami dell’Antitrust.

L’Autorità ha stabilito che, la società spagnola che si è aggiudicata, per 1 miliardo e cinquanta milioni di euro, i diritti televisivi del Campionato di Serie A per il triennio 2018/2021“è tenuto a svolgere un’attività di intermediazione di diritti audiovisivi, rivendendo i diritti ad altri soggetti con modalità eque, trasparenti e non discriminatorie”. Ossia Mediapro non può fare concorrenza agli operatori della comunicazione, ma fare solo gli intermediatori finanziari. In pratica lo stesso principio espresso da Sky, che il giorno stesso della assegnazione aveva diffidato la Lega Calcio all’Antitrust.

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