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Digitale terrestre 2.0: dal 2020 servono nuovi tv e decorder, già abilitati gli utenti tivùsat

Dopo il grande switch off del 2012, la televisione si prepara ad una nuova grande rivoluzione tecnologica: il passaggio al Digital Broadcasting 2.0 (o DVB-T2), secondo quanto stabilito dalla Commissione europea, tale processo inizierà nel 2020 e si concluderà inderogabilmente entro il 2022.

Un cambiamento reso necessario per far posto alle nuove reti mobili ultraveloci 5G, con la liberazione delle frequenze a 700 Mhz attualmente dedicate alle trasmissioni televisive. Il nuovo standard DVB-T2 assicurerà alle reti tv lo stesso numero di canali di oggi, ma su una minore quantità di frequenze e su una banda più limitata, offrendo migliore qualità di visione e di ascolto.
A livello tecnico, il passaggio durerà circa 2 anni e si completerà entro il 30 giugno 2022.

Fulcro tecnologico di questo nuovo switch è l’HEVC, acronimo che sta per High Efficiency Video Coding, ovvero il nuovo codec video che diventerà lo standard di riferimento per la trasmissione di canali TV in alta definizione.
Grazie a questa codifica video avanzata si potranno infatti trasmettere canali HD e UHD 4K, con un ottimo livello di compressione e una qualità audio/video mai vista prima, con la possibilità di guardare anche le trasmissioni di contenuti 8K.

Il passaggio al DVB-T2 e lo Switch-Off definitivo del vecchio segnale previsto per luglio 2022, però, non incideranno su coloro che usufruiscono oggi dell’offerta televisiva satellitare. I possessori di decoder e smartcard HD di tivùsat, infatti, non dovranno affrontare alcun passaggio di natura tecnologica.
Dalla fine dello switch off del segnale analogico nel 2012 ad oggi, sono 3,5 milioni gli italiani che hanno scelto tivùsat, con un’incidenza del numero di smartcard sul numero di famiglie italiane che è oggi in media al 13% su base regionale.
Fondata nel 2009 e gestita da Tivù s.r.l (quest’anno ricorre il decennale della piattaforma), tivùsat è una società partecipata da Rai, Mediaset, Telecom Italia, Associazione TV locali e Aeranti Corallo.
Per accedere alla piattaforma satellitare gratuita è sufficiente un dispositivo certificato Tivùsa t(decoder o televisore con CAM), una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13° Est e la smartcard inclusa in qualsiasi confezione del decoder o della CAM.

Al momento, si stima che circa il 25% dei televisori presenti nelle abitazioni degli italiani già supporta il nuovo standard DVB-T2, mentre tutti gli altri dovranno provvedere ad acquistare o uno smart tv abilitato o un nuovo decoder.
Il Governo ha previsto un fondo di 151 milioni di euro per favorire il passaggio tecnologico ai nuovi standard e a giugno il Ministero dello sviluppo economico ha avviato la consultazione pubblica delle linee guida per l’erogazione di contributi a favore dei cittadini che dovranno acquistare nuovi apparecchi per adeguarsi allo switch off, con l’obiettivo di rendere operativi i buoni a partire dal 2020.
Tali bonus, destinati ai cittadini con reddito Isee I e II fascia, saranno erogati sotto forma di sconto esercitato dagli esercenti sugli apparecchi in vendita. 

Il Ministero ha inoltre già stabilito le tappe dello switch-over con cui provvederà al graduale “spegnimento”, regione per regione, del vecchio segnale, contestualmente all’accensione del nuovo, dividendo idealmente la penisola in 4 macro aree di lavoro.
In ordine cronologico l’Italia passerà al “digitale terrestre 2.0” come segue:

•      1 Gennaio – 31 Maggio 2020: Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania e Sardegna.

•      1 Giugno – 31 Dicembre 2020: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia con esclusione della provincia di Mantova, Piacenza, Trento e Bolzano

•      1 Gennaio – 30 Giugno 2021: Sicilia con le province di Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro.

•      1 Giugno – 31 Dicembre 2021: Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata e province di Mantova, Cosenza e Crotone

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