L'appello

Digital Single Market. Angela Merkel punzecchia la Ue, ‘acceleri su Data Protection e copyright’

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Appello della cancelliera tedesca alle autorità Ue: accelerare sul quadro normativo comune in tema di utilizzo e proprietà dei dati.

Richiamo della cancelliera tedesca Angela Merkel alle autorità europee per accelerare la messa a punto di regole comuni sull’uso dei dati a livello Ue. L’appello della Merkel a fare in fretta con la nuova normativa in tema di copyright e data protection arriva mentre in Germania è in corso il Cebit, la tradizionale kermesse tecnologica che si tiene ogni anno ad Hannover, inaugurata ieri dalla cancelliera.

E Merkel ha colto la palla al balzo per ribadire che “Vogliamo creare un mercato unico del digitale in Europa” ma ciò significa che servono urgentemente “quadri normativi uniformi in tutti i paesi dell’Unione. Il nuovo regolamento sulla Data protection è davvero importante per l’Europa”.

In particolare, secondo la cancelliera tedesca un tema fondamentale riguarda l’accertamento sicuro di chi sia proprietario dei dati e di conseguenza la definizione delle norme connesse sul copyright, ma per il momento “siamo ancora a metà della discussione”.

Parlando del settore automobilistico, ad esempio, la Merkel ha detto che determinare se i dati sono proprietà dei produttori di auto o dei fornitori dei software è un tema centrale, visto che proprio grazie ai dati è possibile creare nuovi servizi che ovviamente saranno diversi a seconda di chi potrà disporre dei dati registrati. Ed è per sciogliere questi nodi che “è necessario fare in fretta nell’implementazione di un quadro normativo uniforme in Europa su copyright e possesso dei dati”.

A settembre del 2016, le principali organizzazione del settore tech in Germania, Uk e Francia hanno chiesto alla Commissione Ue di cambiare passo sul progetto di Digital Single Market, sostenendo che le proposte messe in campo sarebbero eccessivamente prescrittive e inadeguate per cogliere le opportunità di business della rivoluzione digitale. La tedesca Bitkom, la francese  Syntec Numerique e la britannica techUK hanno individuato una serie di aree grigie del digitale dove la Commissione rischia di uscire dal seminato, con il rischio ad esempio di duplicare le regole nel quadro della direttiva ePrivacy, sottovalutando il capitolo della libertà degli hyperlink con nuove forme ancillari di copyright.