Il programma

Difesa: l’Ue annuncia 3 miliardi di euro di investimenti in innovazione e superiorità informatica militare

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La Commissione europea ha adottato il secondo programma di lavoro annuale del Fondo europeo per la difesa, per un totale di 33 temi strategici strutturati in otto inviti a presentare proposte, che saranno pubblicati a partire dall’inizio di giugno, per avviare iniziative relative alla cybersecurity, allo spazio, all’informatica, alle strategie avanzate di contenimento delle minacce.

Secondo programma di lavoro EDS

È ora di innovare la Difesa dell’Unione europea (European defence fund o EDF). Per fare questo, la Commissione ha annunciato un nuovo programma di lavoro annuale a sostegno del Fondo europeo per la Difesa, il secondo dopo quello avviato l’anno scorso, a cui è assegnata una dotazione di 924 milioni di euro.

Il fondo partirà a giugno e vedrà otto inviti a presentare proposte su 33 temi strutturali.

Ma non solo, perché la difesa dell’Unione europea necessità anche di innovazione tecnologica e per questo la Commissione ha intenzione di promuovere investimenti per 2 miliardi di euro entro il 2027 a supporto di piccole e medie imprese e collaborazioni tra industria civile, spaziale e militare.

Sotto l’ombrello dell’Eudis, l’EU Defence Innovation Scheme presentato a febbraio, e dell’Innovation Hub dell’EDA, il programma di lavoro 2022 si concentrerà sul livello di innovazione tecnologica del sistema di difesa comune europeo.

Innovare per difenderci meglio

L’innovazione è al centro della nostra risposta alle attuali minacce in evoluzione. Oggi la Commissione sblocca nuovi finanziamenti e compie un passo importante con nuovi strumenti attraenti per stimolare l’innovazione nel settore della difesa”, ha dichiarato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per un’Europa pronta per l’era digitale.

Oggi abbiamo deciso di mobilitare 1 miliardo di euro del bilancio dell’UE quest’anno per sviluppare progetti di difesa comuni, in particolare nello spazio, nel settore informatico e in varie capacità di fascia alta. Nel nostro nuovo contesto di sicurezza, questi investimenti contribuiranno a colmare il divario di difesa europeo. Stiamo anche lanciando un programma di innovazione della difesa dell’UE da 2 miliardi di euro per rendere l’Europa un hub dell’innovazione nel settore della difesa”, ha commentato Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno, ha dichiarato.

Spazio, cybersecurity, interoperabilità e scambio dati

Si lavorerà per migliorare la difesa spaziale, rendendo più rapida la capacità di risposta satellitare in caso di attacco missilistico e la capacità di allertare i centri di difesa, per rendere più efficace il sistema di vigilanza, sorveglianza e monitoraggio terrestri.

Si investirà nella ricerca e sviluppo della cybersecurity e in progetti che favoriscano la sovranità e la superiorità informatica europea. Gli sforzi di finanziamento si concentreranno sull’interoperabilità e sullo scambio di dati tra centri di controllo civili e militari all’interno del programma “Single European Sky”.

In tempo di guerra nell’Europa orientale è chiaro che Bruxelles non poteva rimanere con le mani in mano e questa nuova proposta di programma di lavoro per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo di nuove soluzioni tecnologiche per potenziare il sistema di Difesa comune era da molti considerata una strada obbligata.

Prima di una Difesa comune bisogna imparare a parlare con una sola voce

Una strada che sarà battuta, ma certo proprio prendendo in considerazione il momento storico appare evidente anche un’altra lacuna, forse maggiore e più insidiosa, la mancanza di una politica estera comune.

L’Unione non è in grado di affrontare una minaccia esterna come un solo organismo politico e istituzionale e questa forse è la prima grande vulnerabilità, ancora più preoccupante che la mancanza di un vero esercito comune.

Senza una politica estera comune non solo non saremo in grado di sfruttare le tante armi della diplomazia, di cui Bruxelles potrebbe fare uso, ma non ci sarà mai una vera Unione europea e questo è il motivo per cui oggi ci troviamo in seria difficoltà nel confrontarci con la situazione in Ucraina e con la dipendenza energetica da Mosca, o anche con la forte influenza di Washington negli affari interni europei.

Josep Borrell è l’attuale Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione, l’avete più sentito parlare? A parte qualche commento agli annunci altrui, è al momento una figura istituzionale di assoluta marginalità.