Poste Italiane ha migliorato la guidance sul 2025 dopo i conti del primo semestre che hanno visto ricavi e redditività record e una crescita a doppia cifra dell’utile.
Poste vede per l’anno in corso un ebit adjusted di 3,2 miliardi contro la precedente previsione di 3,1 miliardi e un utile netto di 2,2 miliardi (contro la stima precedente di 2,1 miliardi). Confermata la dividend policy, dice una nota.
Nei primi sei mesi dell’anno i ricavi sono cresciuti del 4,8% a 6,5 miliardi (3,3 miliardi nel secondo trimestre, +4,5%), mentre l’Ebit adjusted ha raggiunto quota 1,7 miliardi (+11,5%) di cui 864 milioni (+10,4%) negli ultimi tre mesi, dato che batte le attese degli analisti.
L’utile netto è stato di 1,2 miliardi nel semestre (+14%), dato che include la plusvalenza di 27 milioni realizzata sull’operazione di cessione e acquisto su azioni Nexi e Tim. Nel solo secondo trimestre l’utile è stato di 572 milioni (+9,1).
Poste, Del Fante: prosegue avvicinamento a Tim per cogliere sinergie
“Proseguirà un avvicinamento graduale a Tim perché nella prima metà dell’anno abbiamo fatto un investimento importante che è propedeutico a mettere in atto azioni di efficientamento reciproco, cogliendo sinergie”. Lo ha detto l’amministratore delegato di Poste, Matteo Del Fante, in una intervista al Tg Poste in cui ha commentato i risultati del primo semestre.
Del Fante: ‘Poste azionista di lungo termine in Tim’
Del Fante in conference call ha poi spento le voci emerse sulla stampa di una possibile riorganizzazione del gruppo. L’Ad ha poi ribadito che al momento Poste è ancora in attesa del via libera Antitrust sul fronte Tim e che ogni argomento circa possibili sinergie e risparmi legati a Tim sono rimandati a dopo la conclusione del deal. “Sono sicuro che una volta avuto” il via libera dall’Antitrust per Tim “potremo esplorare possibilità di sinergie ulteriori ma al momento non penso che abbiamo bisogno di riorganizzazioni all’interno di Poste per raggiungere i nostri obiettivi”, ha detto Del Fante, sottolineando di essere “azionisti industriali di lungo termine” in Tim.
Del Fante: non è sul tavolo cambio di status di Poste in banca
“Tecnicamente non abbiamo una licenza bancaria. Questa è una decisione che spetta agli azionisti non al management. Ma per quello che sappiamo non c’è nulla su un mutamento dello status di Poste italiane. Quindi non c’è nulla su cui concentrarsi sul Danish compromise al momento, per quello che sappiamo”. Lo ha detto l’ad di Poste italiane, Matteo Del Fante, rispondendo a un analista in call sui conti del semestre, in merito alle indiscrezioni su un riassetto, con le attività finanziarie e assicurative trasferite sotto BancoPosta incassando lo status di conglomerato indispensabile per lo sconto patrimoniale secondo il ‘Danish Compromise’, la norma contabile europea che consente alle banche che detengono quote in assicurazioni di beneficiare di uno sconto patrimoniale.
Possibili sinergie in telefonia, servizi informatici, contenuti media, servizi finanziari, assicurativi, pagamenti e energia
A maggio le due società hanno firmato un’intesa per il graduale passaggio all’infrastruttura di rete mobile di Tim per i servizi di fonia e dati di PostePay, da effettuare nel corso del 2026. Inoltre, si legge nei documenti al mercato, “sono in corso valutazioni finalizzate all’avvio di partnership industriali volte a valorizzare le molteplici opportunità per la realizzazione di sinergie tra le due aziende nei settori della telefonia, dei servizi informatici e dei contenuti media, dei servizi finanziari, assicurativi e dei pagamenti, e dell’energia”.
“Un ottimo semestre grazie al supporto di tutte le unità di business. Continuano a crescere i pacchi – ha spiegato il manager – c’è un’ottima performance delle assicurazioni, va molto bene PostePay. Il contributo più importante è stato dato da Bancoposta e dai servizi finanziari”.
“Inoltre – ha proseguito – vogliamo continuare con il grande lavoro fatto nel settore della logistica e negli uffici postali per continuare ad avere il miglior assetto possibile per servire al meglio i clienti”. “Ci interessa – ha spiegato – la soddisfazione dei nostri clienti nell’utilizzo dell’App, che è ai massimi (già utilizzata da 8 milioni di persone). Contemporaneamente siamo l’azienda che ha deciso di non chiudere gli uffici postali sul territorio. Anzi, con il progetto Polis abbiamo deciso di rientrare in maniera significativa in quelle aree interne a minor densità abitativa portando servizi della Pubblica Amministrazione importantissimi, come ad esempio il passaporto”.

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