L'intervista

Decarbonizzazione, Starace (ENEL): “Non c’è competizione tra investimenti in idrogeno e rinnovabili”

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Entro il 2050 la domanda mondiale di idrogeno verde sarà aumentata di dieci volte rispetto a quella attuale, per un valore di mercato che raggiungerà i 10 miliardi di dollari entro il 2028. L’Europa mira alla leadership globale, ma ci vorranno almeno dieci anni prima che i costi di produzione risultino competitivi con il resto del mercato energetico secondo l’ad di ENEL.

L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha spesso descritto l’idrogeno come un vettore energetico molto versatile, grazie alle numerose possibilità di impiego in diversi settori, soprattutto l’industria pesante e i trasporti.

La sua versione “green”, cioè idrogeno ottenuto attraverso elettrolisi, a partire da fonti energetiche rinnovabili (fotovoltaico ed eolico principalmente), è ancora in fase di sperimentazione, soprattutto perché i costi sono ancora tropo alti rispetto alla versione “grigia” (cioè ottenuto dall’utilizzo di combustibili fossili).

Un mercato in rapida crescita

Entro il 2050 la domanda di idrogeno verde dovrebbe aumentare di 10 volte rispetto ad oggi, secondo stime Enertrag, società tedesca attiva nel mercato dei servizi legati alle fonti rinnovabili.

Più in generale, secondo il recente Rapporto di Allied Market Research, il mercato mondiale dell’idrogeno pulito potrebbe raggiungere i 10 miliardi di dollari di valore entro il 2028.

Un salto in avanti notevole, considerando che nel 2020 non ha superato i 300 milioni di dollari di valore, che a quanto si legge nel documento sarà determinato da un tasso di crescita medio annuo del +55% (Cagr 2020-2028).

L’Europa, inoltre, sembrerebbe poter ambire alla leadership del mercato mondiale entro i prossimi 5-6 anni, con una quota che vale il doppio di quella di tutta l’Asia e il Pacifico messi assieme.

Attraverso l’elettrolisi, alimentata dalle fonti energetiche rinnovabili, si scinde l’idrogeno dall’acqua, ottenendo quindi l’idrogeno a zero emissioni inquinanti, o verde, perché l’energia sfruttata è ottenuta dal sole o dal vento, quindi 100% green, e nella produzione di idrogeno non si emette nessun residuo inquinante, solo acqua o vapor acqueo.

Starace: “L’idrogeno verde crescerà, ma ci vorranno ancora 10 anni probabilmente”

Il problema, ha dichiarato in un’intervista alla CNBC Francesco Starace, amministratore delegato del Gruppo ENEL, è che il suo costo di produzione è ancora troppo alto rispetto all’idrogeno grigio, cioè ottenuto a partire da combustibili fossili, quindi inquinante.

C’è molto entusiasmo per il ruolo che un giorno avrà l’idrogeno verde, ma è ancora presto, ci vorranno ancora 10 anni probabilmente”, ha affermato Starace.

Questo perché “l’idrogeno è oggi una nicchia, che deve trasformarsi in standard commerciali e in una grande industria, con prezzi competitivi”, ha aggiunto, confermando quindi il problema del costo di produzione, soprattutto del modello green.

Starace ha anche precisato che in un contesto del genere “non c’è competizione di investimenti tra idrogeno verde e rinnovabili”, sono ambiti che al momento viaggiano su binari diversi.

Due settori tra loro collegati, come visto le rinnovabili consentono attraverso l’elettrolisi di ottenere un prodotto finito 100% pulito, ma al momento dai destini diversi: “Per l’idrogeno si stanno facendo grandi sforzi, in termini di ricerca e sviluppo, e di progettazione di prototipi e nella realizzazione degli impianti pilota, ma niente di paragonabile a quanto accade nel settore delle rinnovabili, molto più ampio e competitivo”, ha dichiarato Starace.