tech trend 2019

Data protection, ‘Privacy first’ dalle applicazioni Blockchain all’IoT fino all’Intelligenza artificiale

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Ecco un elenco di previsioni di esperti di Data protection per il 2019 che sarà sempre più ‘privacy first’.

Il 2018 è stato un anno spartiacque per la privacy. Sia per l’entrata in vigore, il 25 maggio, del Regolamento europeo sulla protezione dei dati (GDPR), sia per i grossi e gravi scandali che hanno colpito i giganti del web sull’incapacità di mettere in sicurezza i dati degli utenti. FacebookCambridge Analytica è il più celebre e per il social network l’anno che si è da poco concluso è stato il peggiore dalla sua nascita nel 2004: è stato costellato da falle sulla sicurezza informatica, causando la violazione dei dati personali di milioni di iscritti.

(L’articolo è tratto dall’eBook gratuito di Key4biz ‘Tech Trend 2019’.)

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Dunque da una parte il GDPR ha rafforzato la tutela dei dati online e offline dei cittadini europei, dall’altra i Datagate hanno scosso l’opinione pubblica e allo stesso tempo hanno anche accresciuto la consapevolezza negli utenti del valore dei propri dati e sensibilizzato loro ad un utilizzo più attento sulla Rete. Per dirla con una battuta, Facebook-Cambridge Analytica e i tanti data breach, che hanno caratterizzato il 2018, sono stati le migliori campagne di marketing del GDPR, diventato ormai un modello in tutto il mondo per le tante novità introdotte a favore della protezione dei dati degli utenti e per il pugno duro adottato contro chi vìola il Regolamento (le sanzioni amministrative pecuniarie di maggiore entità possono arrivare a 20 milioni di euro per i singoli o fino al 4% del fatturato mondiale annuo per le aziende, a prescindere da dove sia la sede principale, che può essere anche fuori dall’Europa). A giugno scorso la California è stato il primo Stato americano ad aver approvato una legge sulla privacy – entrerà in vigore nel gennaio 2020 – tra le più stringenti mai approvate in tutti gli Stati Uniti e, per alcuni aspetti, ricorda il Regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.

Ecco un elenco di previsioni (raccolte da eWeek.com) di esperti di data protection per il 2019 che sarà sempre più ‘privacy first’

John Dietz, Vice President – Concur Labs:

“La protezione dei dati cambierà radicalmente la progettazione dei dispositivi e delle piattaforme. Nel 2018, il GDPR ha iniziato a modificare radicalmente il modo in cui le aziende tecnologiche globali gestiscono i dati degli utenti. Nel 2019 e negli anni a venire, il Regolamento Ue sarà il modello di riferimento. I progettisti e gli sviluppatori di prodotti stanno valutando come possono offrire sia la massima protezione che la massima personalizzazione. Avvicinarsi alla privacy come scala mobile rispetto a un semplice modello di opt-in o opt-out apre la porta a maggiori possibilità di raccolta dati trasparente e apprendimento automatico. Concetti come ’Data Washing’ e ‘privacy dial’ possono consentire agli utenti e/o alle loro aziende di aumentare o diminuire il tipo di informazioni raccolte filtrando diversi livelli di informazioni personali identificabili”. 

Don Foster, Senior Director di Worldwide Solutions Marketing, Commvault:

“Privacy first diventa una priorità. Dato che le agenzie governative citano sempre più spesso le imprese non conformi al GDPR dell’Unione Europea e ad altre rigide norme sulla protezione dei dati, e altri governi implementano nuove norme sulla privacy, le aziende adottano sempre più un approccio ‘Privacy First’ alla gestione dei dati. Tuttavia, le sfide che queste società affronteranno nel tentativo di integrare le best practice sulla privacy dei dati nelle loro applicazioni esistenti, così come i nuovi dispositivi mobili, IoT e altre applicazioni, saranno significative. Le aziende avranno bisogno di soluzioni di gestione dei dati basate sull’Intelligenza artificiale, automatizzate e basate sui risultati per affrontare queste sfide se sperano di implementare politiche di riservatezza dei dati forti senza sacrificare produttività o agilità”.

Barbara Cosgrove, Vice President e Chief Privacy Officer al Workday:

“Le aziende sono in ritardo nel conformarsi al GDPR. Nel 2019, l’adeguamento al Regolamento europeo sulla protezione dei dati diventerà la principale priorità perché tale conformità identifica quali aziende sono pronte a gestire e proteggere i dati degli utenti. Inoltre, il GDPR stimolerà una maggiore tutela alla privacy globale”.

Dave Weinstein, VP di Threat Research, Claroty:

“La legge sulla privacy è in arrivo negli Usa. Sulla scia di numerosi scandali sulla sicurezza di Facebook, Google e altri giganti di Internet, per non parlare delle audizioni di alto profilo sulle politiche e le pratiche di raccolta dei dati del settore tecnologico, non è certo difficile aspettarsi la nuova legge federale votata dal Congresso all’inizio del 2019. Infatti, persone come Mark Zuckerberg e Sundar Pichai hanno ammesso la necessità di un regolamento in materia. I legislatori probabilmente prenderanno spunto dall’UE imitando molti aspetti del GDPR. Detto questo, aspettatevi che la Silicon Valley, e non Washington, scriva le regole sulla privacy”. Come dire sarà una legge con l’obiettivo di accontentare di più gli Ott che gli utenti statunitensi.

Candace Worley, Chief Technical Strategist di McAfee:

“Chief Analytics Officer (CAO) e Chief Data Officers (CDO) dovranno supervisionare l’intelligenza artificiale: una miriade di decisioni deve essere presa quando un’azienda ricorre all’uso dell’IA. Esistono implicazioni per la regolamentazione della privacy, ma ci sono anche implicazioni legali, etiche e culturali che garantiscono la creazione di un ruolo specializzato nel 2019 con la supervisione esecutiva dell’uso di IA. In alcuni casi, l’IA ha dimostrato un comportamento sfavorevole come la profilazione razziale, negando ingiustamente prestiti personali e identificando erroneamente le informazioni di base sugli utenti. I CAO e i CDO dovranno supervisionare la formazione dell’Intelligenza artificiale per garantire che le decisioni dell’IA evitino danni. Inoltre, l’IA deve essere addestrata per affrontare veri dilemmi umani e dare priorità a giustizia, responsabilità, trasparenza e benessere, rilevando anche l’hacking, lo sfruttamento e l’uso improprio dei dati”.

Calvin French-Owen, CTO of Segment:

“Lo sviluppo di software e di sistemi si orienteranno verso la protezione dei dati personali. Molte aziende sono diventate più attente alla privacy nel 2018, ma nel 2019 avranno bisogno di trasformare la mentalità in tutto il ciclo di vita della produzione dei dispositivi tecnologici. I leader della tecnologia devono ripensare i flussi di lavoro, i sistemi e persino il modo in cui i loro ingegneri progettano i sistemi fin dal primo giorno”. In sostanza mettere in pratica i principi privacy e security by design e by default introdotti dal GDPR.

Emmanuel Becker, Managing Director Italia di Equinix

“La crittografia omomorfica aiuterà la riservatezza dei dati. Per contenere le violazioni della privacy, nel 2019 prevediamo che le imprese si concentrino su nuove tecniche di gestione dei dati come la crittografia omomorfica che consente di eseguire calcoli su dati crittografati senza richiedere l’accesso alla chiave di sicurezza dei dati. La crittografia omomorfica è una forma di crittografia che consente il calcolo su testi cifrati, generando un risultato crittografato che, decodificato, corrisponde al risultato delle operazioni come se fossero state eseguite sul testo normale”.

Daniel Mintz, Chief Data Evangelist di Looker:

“L’adeguamento delle aziende al Gdpr avrà un forte impatto sulla necessità di reclutare nuovo personale specializzato sulla privacy e in particolare sul regolamento europeo per la protezione dei dati personali. Nel 2019 vedremo le aziende assumere nuovo personale, adottare strumenti e dar vita a corsi di formazione aggiuntivi per gestire bene i dati in modo che possano essere sfruttati facendo business pur rimanendo conformi a GDPR”.

 

Josh Feast, CEO e co-fondatore di Cogito:

“Nel 2019, la società spingerà per la demistificazione dell’Intelligenza artificiale di conseguenza, i creatori di tecnologia dovranno abbracciare la piena trasparenza e responsabilità per garantire il rispetto dei diritti della privacy e l’utilizzo della tecnologia in modo valido ed etico. Alla fine, ciò porterà ad una divisione più chiara tra lo scopo di IA, sia che si tratti di sfruttare l’intelligenza artificiale per automatizzare compiti semplici o di aumentare le capacità naturali dell’uomo. Con l’aumentare della trasparenza, le persone comprenderanno meglio che l’intelligenza artificiale non è un termine onnicomprensivo per le macchine in grado di replicarsi e agire come un essere umano completo, ma piuttosto un insieme più esplicito di funzionalità che possono automatizzare meglio compiti semplici e aumentare le persone che eseguono azioni più complesse. Ciò si tradurrà in meno paura di un cambio di macchina e una maggiore accettazione della nuova innovazione”.

Bill Magnuson, co-fondatore e CEO Braze :

“Pensare la qualità e non più alla massa di dati da inserire in un database per fare business. L’accumulo di dati è diventato irrilevante, non ha più senso nel mondo post-GDPR. Invece, le aziende devono fare affidamento sull’intelligenza artificiale per spiegare in modo chiaro e trasparente ai clienti il modo in cui vengono gestiti i dati. Questa rispettosa prassi sarà apprezzata dai consumatori”.

Brian Kuhn, Chief Digital Officer, OVHcloud:

“Nel 2019 continuerà l’attenzione sulle tre pietre miliari che hanno caratterizzato il 2018: neutralità della rete, Gdpr e cloud. Per quanto riguarda la net neutrality ci sarà ancora più enfasi nel preservare la libertà di ciò che gli utenti vogliono vedere, quando vogliono vederlo, e quanto lo pagheranno. Invece per i dati e i data center prevarrà il principio di sovranità che le aziende di tutto il mondo dovranno affrontare”.

Un commento

Tutte queste previsioni di esperti di data protection insieme ai continui scandali sull’insicurezza dei nostri dati sulle piattaforme digitali, soprattutto social, a quale amara conclusione deve portarci? Per iniziare a capire bene l’economia dei dati “dovremmo smettere di usare la parola privacy. Non esiste più. Dovremmo concentrarci maggiormente sulla trasparenza e la chiarezza delle policy e degli algoritmi delle piattaforme web”, questo è il messaggio lanciato dal premio Nobel per l’economia, Paul Romer.

Ottenere la trasparenza degli algoritmi delle piattaforme web sia per tutelare meglio i nostri dati sia per garantire la sicurezza delle democrazie liberali è sicuramente la nuova sfida da vincere nel 2019. Ma non sarà così facile e immediato cambiare il paradigma degli algoritmi. “L’algoritmo vero e proprio (il codice) non è conoscibile perché è una ‘proprietà intellettuale’, ed è protetta in base alla recente direttiva Trade Secrets dell’Unione europea”, scrive Valigia Blu nel lungo articolo dedicato al tema: “La segretezza degli algoritmi è tale da impedirci di comprenderne le logiche e quindi di distinguerne il buon funzionamento dall’abuso”.