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Data governance e cloud europeo nella mission di Gaia-X. I 4 Pilastri

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Nella vision europea è chiara l’ambizione di plasmare il futuro digitale dell’Europa nel prossimo quinquennio, al fine di rendere l’economia data driven la più attraente, sicura e dinamica al mondo, attraverso una governance sui dati che migliori il processo decisionale e, in definitiva, ne favorisca la agevole fruibilità da parte degli utenti del digital single market.

La rubrica “Digital & Law” è curata da D&L Net e offre una lettura delle materie dell’innovazione digitale da una prospettiva che sia in grado di offrire piena padronanza degli strumenti e dei diritti digitali, anche ai non addetti ai lavori. Per consultare tutti gli articoli clicca qui.

Il 19 febbraio dello scorso anno la Commissione Europea presentava la proposta di Regolamento recante “Data Governance afferente alla strategia europea in materia di dati.

Una visione

Nella vision europea è chiara l’ambizione di plasmare il futuro digitale dell’Europa nel prossimo quinquennio, al fine di rendere l’economia data driven la più attraente, sicura e dinamica al mondo, attraverso una governance sui dati che migliori il processo decisionale e, in definitiva, ne favorisca la agevole fruibilità da parte degli utenti del digital single market.  

Ed invero, nello scenario globale, il volume di dati prodotti nel mondo sta crescendo rapidamente, da 33 zettabyte nel 2018 a 175 zettabyte previsti nel 2025 ed è fondamentale guadagnare sempre maggiore leadership nella loro elaborazione, archiviazione ed anche disponibilità nell’ambito della condivisa dimensione europea.

La connettività ultra veloce con la tecnologia abilitante del 5G, unita ad una sempre maggiore potenza di calcolo “in locale” (edge computing) determineranno nuove esigenze per le imprese in ordine alla gestione dei dati in termini di elaborazione ed archiviazione.  

Del resto, i dati sono già e saranno sempre di più la linfa vitale per lo sviluppo economico in tutti i settori dell’economia.

I 4 Pilastri

Le azioni strategiche della proposta di Data Governance Act, si basano essenzialmente su quattro pilastri:

  1. un quadro di governance intersettoriale per l’accesso e l’uso dei dati;
  2. l’introduzione di fattori abilitanti tra cui il rafforzamento delle capacità dell’Europa e delle infrastrutture per l’hosting, l’elaborazione e l’utilizzo dei dati e l’interoperabilità, anche attraverso l’investimento in un progetto ad alto impatto sul data storage europeo che ne preveda l’architettura, gli standards di condivisione dei dati ed i relativi meccanismi di governance per avviare un mercato europeo dei servizi cloud, da regolamentare con uno strumento normativo dedicato.
  3. Sviluppo di competenze anche per il miglioramento del diritto alla portabilità per le persone ai sensi dell’articolo 20 del GDPR.
  4. Creazione di data spaces europei comuni in settori strategici e domini di interesse pubblico.

La digitalizzazione è dunque al tempo stesso motore propulsore e abilitatore di modelli di business innovativi.

In questo scenario la produzione e l’agevole scambio di dati in ecosistemi sicuri ed affidabili costituisce un fattore chiave per la crescita e lo sviluppo delle imprese.

A tal fine, gli international data spaces mirano a creare uno spazio dati sicuro che supporti le imprese di tutti i settori e dimensioni per la gestione autonoma dei dati.

Ed infatti, uno dei fattori di successo delle aziende risiede proprio nella strategica sovranità dei dati generati, nell’ambito di processi di aggregazione qualitativa a supporto decisionale.   

Ed il progetto GAIA-X, va esattamente in questa direzione.

GAIA-X: un nuovo progetto

Il progetto sostiene la costituzione e lo sviluppo di un cloud federato europeo e prevede lo sviluppo di un’infrastruttura digitale open source, affidabile e sovrana per l’Europa che, sulla base dell’interoperabilità e portabilità di infrastrutture, dati e servizi, genererà innovazione e nuovi servizi e applicazioni basati sui dati, sviluppando un elevato grado di fiducia per imprese, cittadini e amministrazioni pubbliche.

Il progetto è stato originariamente promosso da Germania e Francia e conta ad oggi sull’adesione di ben 28 partecipanti e rimane aperto a tutti gli stakeholders, imprese, PMI e startup.

La prima faccia della medaglia

Tuttavia, la progettazione di un’infrastruttura che consenta la sovranità digitale e la disponibilità dei dati è solo una parte di GAIA-X. L’altra parte è consentire lo scambio di dati sovrani, attraverso il trasferimento di dati al file infrastruttura, ma anche utilizzando i dati per nuovi servizi basati sui dati.

È chiaro che se, da un lato, la sovranità e disponibilità dei dati sono capacità chiave per l’economia europea e internazionale, dall’altro, è imprescindibile la previsione di standards e procedure informatiche universalmente condivisi per abilitare in concreto le condizioni di effettività.

Gaia-X risponde a questo requisito allineando i provider di rete e di interconnessione, Cloud Solution Provider (CSP), High Performance Computing (HPC), nonché cloud e sistemi edge specifici del settore. I requisiti tecnici minimi e i servizi necessari per far funzionare l’ecosistema Gaia-X vengono identificati ed il relativo sviluppo seguirà i principi di security e privacy by design.

Conseguentemente, l’implementazione tecnica dei servizi di cloud federato si concentrerà sulle seguenti aree:

  • l’implementazione di identità federate sicure e trust
  • dati sovrani che garantiscono l’identità della fonte e del destinatario e che assicurino i diritti di accesso e di utilizzo dei dati
  • il facile accesso a provider, nodi e servizi disponibili
  • l’integrazione degli standard esistenti per garantire l’interoperabilità e la portabilità tra infrastrutture, applicazioni e dati
  • l’istituzione di un compliance framework di servizi di certificazione e accreditamento;
  • la provvista di una raccolta modulare di software e standard open source a supporto dei providers.

Intanto, dopo la creazione dei primi hubs di ricerca sull’uso dei big data in Germania, Francia e Belgio, è previsto a breve il lancio di un nuovo centro di ricerca in Lussemburgo a cui nella programmazione al 2025 ne seguiranno altri che, auspicabilmente, annovereranno anche l’Italia.

Articolo di Davide Maniscalcoavvocato – esperto in diritto societario e commerciale, componente del D&L NET