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Dalla Tv allo streaming, la grande sfida del cavo che investe Usa e Ue

Grandi manovre in atto sul mercato americano del cavo. Nel giro di quattro mesi sono state annunciate quattro operazioni importanti, tra le quali il mega-accordo tra Charter, controllata dal magnate John Malone, e Time Warner Cable. E non è ancora finita, considerata la frammentazione del mercato e le forti ambizioni del new entrant europeo Patrick Drahi, deciso a costruirsi un impero oltre oceano, che ha messo sul piatto 18 miliardi di dollari per Cablevision.

Inevitabili le ripercussioni in Europa dove Malone ha ancora trattative aperte con Vodafone nel Regno Unito.

Ma perché questa improvvisa accelerata?

Sono due i fattori che stanno guidando questa fase di consolidamento. Intanto vi è un atteggiamento ‘difensivo’. Il regno del cavo, onnipotente nella televisione, è sempre più messo in discussione. Colpa dei cambiamenti nel modello di consumo della tv, sempre più guardata su tablet, smartphone o pc, e della forte avanzata dei nuovi attori digitali come Netflix e Hulu.

La conferma di questo successo arriva dai dati Nielsen, secondo i quali il 40% della case americane è abbonata a un servizio di video on-demand.

Risultato: nel secondo trimestre gli operatori del cavo e della tv via satellite hanno subito la più grossa perdita di abbonati della storia.

Per conservare i propri clienti, bisogna continuare a offrire contenuti esclusivi e di qualità. Specie di sport.

Questa è la regola.

Ma il nodo più grosso è rappresentato dai costosi diritti di ritrasmissione che continuano a lievitare.

Per avere quindi un maggiore potere negoziale, gli operatori del cavo vogliono essere più forti e ritagliarsi un posto al sole nell’accesso internet. Da qui l’accelerata sugli investimenti che si è registrata negli ultimi tempi.

Gli operatori del cavo si sono lanciati nella corsa agli investimenti in modo da modernizzare e sviluppare ulteriormente le loro infrastrutture.

E se finora il cavo è andato forte nella tv, adesso deve focalizzarsi sull’accesso a internet da rete fissa dove non ha una posizione di forza.

Secondo Sylvain Chevallier di Bearing Point, esperto del settore telecom, “Il cavo può tagliare l’erba sotto ai piedi degli operatori americani delle tlc impegnati nello sviluppo delle reti in fibra”.

Patrick Drahi tra l’altro sta lavorando per portare negli USA il modello di convergenza fisso-mobile che applica in Europa e convertire gli americani al quad play (Tv, internet, mobile e telefonia fissa).

E secondo gli analisti, presto potrebbero esserci delle novità visto che Drahi può dare nuovo impulso al ‘formicaio’ delle telecom negli Stati Uniti.

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