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Dad, Human Rights Watch: “Studenti profilati senza consenso da Big Tech”. Mantovani (M5S): “Interrogazione al ministro”

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L’intervista alla senatrice Maria Laura Mantovani (M5S): "Dichiarare una privacy policy adeguata alla comunità scolastica. E suggerisco anche l’utilizzo massivo di prodotti open source".

“I prodotti commerciali dovrebbero superare una valutazione tecnica di conformità relativamente alla privacy”, ci dice la senatrice Maria Laura Mantovani, componente del direttivo M5S a Palazzo Madama, nel commentare la grave denuncia di Human Rights Watch “Come osano sbirciare nella mia vita privata? 

Dad, Human Rights Watch: “Big tech hanno profilato studenti senza consenso”

Dall’analisi effettuata dall’organizzazione non governativa internazionale, che si occupa della difesa dei diritti umani, è emerso che i governi di 49 dei Paesi più popolosi del mondo, quindi, Italia compresa, sono stati complici nella violazione dei diritti e, in particolare, dei dati dei bambini, perché hanno consentito per la didattica a distanza, nel periodo di chiusura delle scuole causata dal Covid-19, l’utilizzo di piattaforme digitali, come quelle delle Big Tech, senza verificare l’esistenza di adeguate misure di protezione dei dati. 

Su 164 prodotti di tecnologia educativa (EdTech) approvati da 49 Paesi, Human Rights Watch ha scoperto che 145 (89%) ha effettuato, da marzo 2021, un trattamento di dati mettendo a rischio i diritti dei bambini. Concretamente, è emerso nella maggior parte dei casi le piattaforme hanno profilato a scopo commerciale gli studenti in segreto e senza il consenso dei diretti interessati o dei loro genitori, raccogliendo dati su:

  • chi sono, dove sono, cosa fanno in classe, chi è la loro famiglia, chi sono i loro amici, il dispositivo usato.
  • La profilazione illegale è avvenuta così: le piattaforme hanno inviato tutti i dati sopra citati alla tecnologia pubblicitaria (AdTech) e ad altre società terze; quando la lezione è finita, i tracker hanno seguito fuori dalla classe virtuale gli studenti verso le diverse app e siti utilizzati sul web. 

Human Rights Watch invita gli Stati coinvolti ad adottare leggi al passo coi tempi per prevenire simili abusi

Ora, anche per il prossimo anno scolastico, Human Rights Watch invita gli Stati coinvolti ad adottare leggi al passo coi tempi per prevenire simili abusi. “Anche l’Italia deve agire con la massima velocità e con fermezza a tutela della privacy di tutti i nostri studenti”, aggiunge la senatrice Mantovani.

L’intervista alla senatrice Maria Laura Mantovani (M5S): “Dichiarare una privacy policy adeguata alla comunità scolastica. E suggerisco anche l’utilizzo massivo di prodotti open source”

Key4biz. Perché è grave quanto svelato dal report di Human Rights Watch?

Maria Laura Mantovani. È grave, perché ha svelato che i governi dei Paesi più popolosi al mondo, compresa l’Italia, durante il periodo di lockdown per COVID-19, hanno suggerito e favorito l’utilizzo di piattaforme digitali per la didattica a distanza, senza aver effettuato i doverosi e necessari controlli per garantire la privacy delle bambine e dei bambini. 145 prodotti digitali per l’educazione, che sono stati analizzati, potrebbero aver messo a rischio i diritti dei bambini. I metodi per fare tali controlli erano a disposizione gratuitamente anche 2 anni fa, ma i governi non li hanno utilizzati e in questo modo hanno favorito indebitamente le aziende del digitale, permettendo loro di monetizzare mediante l’utilizzo dei dati personali dei bambini. I bambini potrebbero essere stati profilati e monitorati continuativamente allo scopo di renderli bersaglio di pratiche commerciali personalizzate.

Key4biz. Ha annunciato un’interrogazione parlamentare a chi e per chiedere cosa? 

Maria Laura Mantovani. Al Ministro dell’Istruzione per chiedere come intenda rimediare a queste violazioni, come tutelare i bambini i cui dati sono stati impropriamente divulgati, quali controlli verranno fatti d’ora in poi sui prodotti delle aziende che propongono strumenti digitali per l’educazione, quali aiuti per scuole, insegnanti e genitori per prevenire l’ulteriore raccolta e l’uso improprio dei dati dei bambini e per accrescere la consapevolezza su come tutelarsi. Ancora, se il Ministro è ancora convinto che sia opportuno assegnare a queste stesse aziende il compito di formare gli insegnanti sulle materie digitali.

Key4biz. Come avere la controprova della violazione dei dati da parte delle big tech?

Maria Laura Mantovani. Il report di Human Rights Watch spiega nel dettaglio i meccanismi utilizzati per profilare le persone. Il prodotto italiano maggiormente incriminato non permetteva di disattivare il meccanismo di profilazione, pertanto se la scuola aveva scelto tale prodotto, tutti gli studenti per poter partecipare alle lezioni venivano coinvolti nel meccanismo a loro insaputa. Purtroppo non c’era nemmeno l’informativa che specificava questa pratica e sia i bambini sia i genitori che gli insegnanti erano all’oscuro di tutto. Ma oggi non è più ammesso continuare ad essere degli sprovveduti.

Key4biz. Quali le sue contromisure per il prossimo anno scolastico?

Maria Laura Mantovani. I prodotti commerciali dovrebbero superare una valutazione tecnica di conformità relativamente alla privacy. Dovrebbero dichiarare una privacy policy adeguata alla comunità scolastica. Suggerisco anche l’utilizzo massivo di prodotti open source, sia per non incorrere in questi problemi, sia perché utilizzando gli open source si acquisisce molta più consapevolezza riguardo il funzionamento delle tecnologie digitali. Con l’open source si formeranno cittadini più attivi, più creativi e più consapevoli e dotati di senso critico. In definitiva, più liberi.

Key4biz. “Unire” può essere rilanciata o è lettere morta?

Maria Laura Mantovani. Unire, la rete unica dell’istruzione, si configura come un prezioso aiuto per tutte le scuole anche per affrontare queste criticità. Non è lettera morta, anzi rimane uno degli obiettivi del Movimento 5 Stelle per la scuola.

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