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Crisi Tlc, tavoli separati al Mise. Giorgetti: ‘Sviluppare una politica industriale’. Sindacati insoddisfatti

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Asstel, sindacati e le authority al Mise per discutere le istanze della industry Tlc. Sarmi (Asstel): 'Sostenibilità economica della filiera sia priorità'. Sindacati insoddisfatti.

“Dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra gli interessi delle aziende, dei lavoratori e dei consumatori. Al tempo stesso bisogna avere ben chiaro che l’obiettivo è sviluppare una politica industriale del settore delle telecomunicazioni che possa beneficiare degli investimenti previsti dal Pnrr per accelerare l’infrastrutturazione digitale del paese”. Così il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti ieri sera al termine del tavolo sulle telecomunicazioni, una sorta di stati generali del settore che si è riunito al Mise nella sala del Parlamentino, al quale hanno partecipato i vertici dei principali operatori, rappresentanti delle authority, di Asstel, AIIP e Assoprovider.

All’incontro hanno partecipato, insieme con la sottosegretaria Anna Ascani e per una parte con il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao, l’Agcom, Antitrust, ministero del Lavoro, le associazioni datoriali, i sindacati e gli operatori. “Dobbiamo tornare a fare politica industriale – aggiunge Giorgetti – riscrivendo le condizioni dell’offerta per favorire da una parte l’investimento privato e dall’altro la sana concorrenza”.

Giorgetti, al termine di un confronto durato quasi tre ore, ha anche annunciato che “il confronto proseguirà su tavoli separati” per favorire in tempi brevi una soluzione condivisa. Tra gli interventi, il ministro ha sottolineato che alcuni hanno “un costo politico” come la riduzione dei limiti dell’inquinamento elettromagnetico e alcune semplificazioni normative, altri invece, un “costo economico da valutare con il MEF”, come la richiesta di rateizzare i pagamenti dell’asta 5G in scadenza a settembre.

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Memorandum Tim Cdp

Intanto proseguono i lavori sul Memorandum tra Tim e Cdp, la base per costruire la rete unica, anche questa una risposta ad alcune delle criticità del settore alla ricerca di consolidamento e di sinergie. Nella discussione sono stati coinvolti anche i fondi, Kkr e Macquarie rispettivamente soci di FibercopOpen Fiber, e questo – anche se garanzia di un accordo più largamente condiviso fin dall’inizio – ha portato ad allungare i tempi che inizialmente prevedevano una firma entro aprile. Il fondo americano vuole assicurarsi che il suo investimento sia tutelato e non si svaluti in una futura integrazione tra NetCo e Open Fiber. Di qui i dubbi di Kkr su un possibile rialzo dei prezzi all’ingrosso, attualmente più vantaggiosi di quelli proposti dal concorrente ma nessuno dubita che, come per l’accordo commerciale un accordo si troverà. Il cda di Cdp ieri non ha affrontato il tema e quello di Tim giovedì potrebbero fare il punto sulle discussioni ma non ci sono ‘deadline’.

Asstel: sostenibilità economica filiera sia priorità

“Le reti di telecomunicazioni, intese come piattaforme abilitanti della digitalizzazione del Paese, sono indispensabili per la realizzazione dei progetti di riforma dei molti ambiti applicativi oggetto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – ha esordito il presidente di Asstel Massimo Sarmi Questa condizione pone in capo agli operatori una grande responsabilità, a cui da tempo fanno fronte tramite ingenti investimenti, nonostante le imprese si trovino ad operare in un mercato ipercompetitivo, alla base del calo strutturale dei margini e dei ricavi, che porta le stesse ad agire su costi e investimenti”.

Ultrabroadband, investiti 80 miliardi dal 2010 al 2021 ma calo ricavi 28 miliardi

Infatti, dal 2010 al 2021 gli operatori Tlc hanno investito quasi 80 miliardi di euro, la gran parte dei quali per la costruzione dell’infrastruttura ultrabroadband, con valori in crescita negli anni. Investimenti superiori, in valore assoluto e in percentuale sui ricavi, a quelli in reti di distribuzione e trasporto per altri servizi di pubblico interesse. Questo nonostante importanti cali dei ricavi che proseguono anche nel 2021, portando il valore dei ricavi degli operatori TLC a circa 28 miliardi di euro. Calo confermato anche dai primi dati del primo trimestre 2022. La contrazione dei ricavi è legata alla forte competizione interna al mercato, che ha prodotto una dinamica dei prezzi costantemente deflattiva, tale da non consentire agli operatori neanche il recupero del tasso di inflazione.

Nel 2021 calo dei prezzi del 3% in Italia

Nel 2021 i prezzi in Italia sono scesi di quasi il 3%, calo maggiore tra i principali paesi europei, che nella gran parte dei casi registrano una stabilità o un leggero incremento. Nello stesso periodo, gli altri comparti del segmento Utilities hanno registrato un aumento medio del 12%, secondo l’Osservatorio sulle comunicazioni Agcom, aprile 2022. Sempre dalla stessa fonte, bene i consumi: anche nel 2021, cresce il numero di accessi a velocità superiori a 100 Mbps (+21% rispetto al 2020), arrivando a valere il 62% delle linee broadband complessive; continua parimenti il forte incremento dei volumi di traffico dati sia da fisso sia mobile, cresciuti rispettivamente del 79% e del 107% dal 2019 al 2021.

Le richieste della Filiera Tlc: dai limiti elettromagnetici alla rateizzazione delle frequenze 5G

“La Filiera TLC sta attraversando una profonda trasformazione – ha proseguito Sarmi – da qui la necessità di una piena collaborazione con le Istituzioni preposte affinché si favorisca la sostenibilità economica del settore attraverso alcuni interventi mirati. Ad esempio: l’armonizzazione dei limiti elettromagnetici agli standard europei, le semplificazioni delle procedure per l’autorizzazione della posa delle reti fisse e mobili di telecomunicazioni, la rimodulazione degli oneri per i diritti d’uso delle frequenze del 5G, l’applicazione dell’aliquota ridotta al 5% per l’acquisto di servizi di comunicazione elettronica a partire dal 1° gennaio 2024, nonché l’individuazione di misure di politiche attive per favorire la realizzazione della trasformazione digitale legate ad up-skilling e re-skilling e le nuove assunzioni anche per quanto riguarda la manodopera nei cantieri infrastrutturali, un sostegno economico che acceleri la piena operatività` del Fondo di Solidarietà` Bilaterale per la Filiera di TLC al fine di incentivare i percorsi di formazione permanente e certificata di nuove competenze digitali e accompagnare così il processo di trasformazione delle imprese, e, per il settore Crm-Bpo, lo sviluppo di un modello di certificazione che contribuisca all’innovazione di servizio, al miglioramento della produttività` del lavoro e allo sviluppo del capitale umano”.

Ribilanciare la relazione tra big tech e telco europee

Infine, durante l’incontro è stata posta attenzione sulla necessità di promuovere in sede comunitaria la richiesta di un ribilanciamento della relazione tra big tech e telco europee, con l’obiettivo di far sì che le prime contribuiscano economicamente, in base al loro utilizzo, agli ingenti investimenti che gli operatori di telecomunicazioni stanno sostenendo da anni e sul tema dei rincari che hanno caratterizzato il prezzo dell’energia negli ultimi mesi, con un peso rilevante sui costi di approvvigionamento a carico degli operatori.

“Dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra gli interessi delle aziende, dei lavoratori e dei consumatori. Al tempo stesso bisogna avere ben chiaro che l’obiettivo è sviluppare una politica industriale del settore delle telecomunicazioni che possa beneficiare degli investimenti previsti dal Pnrr per accelerare l’infrastrutturazione digitale del paese”, ha detto il Ministro Giorgetti a margine dell’incontro.

Tlc: Fistel, insoddisfatti per tavolo al Mise, su Tim no risposte

“Diamo un giudizio di insoddisfazione, sui temi di Tim e sulle politiche di sostenibilità del settore non abbiamo avuto alcuna risposta”. Lo ha detto Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl al termine dell’incontro sulle telco al Mise. Le sigle, racconta Serao, hanno sottolineato la fase di crisi del comparto “dovuta a iper competizione e iper regolamentazione; questo sta distruggendo valore del settore e non permette neanche di fare gli investimenti, mancando un adeguato ritorno”. I sindacati hanno sostenuto alcune richieste di Asstel come quelle relative all’innalzamento dei limiti elettromagnetici e alle semplificazioni normative, oltre un adeguamento inflativo delle tariffe.

“Abbiamo inoltre sostenuto che queste aziende sono energivore e che quindi, serve un intervento contro il caro energia” anche in considerazione del fatto che il settore telco ha invece presentato in questi anni una continua discesa dei prezzi a fronte di ingenti investimenti. È stata chiesta una consultazione alle autorità di regolamentazione per una analisi delle politiche regolatori al mutamento degli scenari di mercato che non consentono più la sostenibilità dell’occupazione. “L’insostenibilità del settore si scarica sui lavoratori e sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali”. Sono stati affrontati anche i temi riguardanti Tim e i sindacati hanno ribadito la “contrarietà al progetto di spezzatino, una scelta sbagliata che non risponde alle esigenze del Paese. Questo piano come pensato dal socio francese supportato da Cdp distrugge il campione nazionale delle telecomunicazioni necessario al consolidamento delle telco in Europa”.

Ugliarolo (Uilcom Uil): ‘Riunione purtroppo inconcludente’

“La riunione è stata purtroppo inconcludente e priva di risposte – ha detto in un video su Facebook Salvo Ugliarolo, segretario generale della Uilcom Uil – una riunione così avrebbe avuto senso se fosse stata fatta a pochi mesi dall’insediamento di un governo. Ma fare una riunione oggi per ascoltare e poi non dare alcuna risposta, né prendere tanto meno alcun impegno chiaro su quello che è il percorso non va bene. L’impressione purtroppo è che sia stata un’altra giornata sterile. Qual è la posizione del Governo su Tim? Non abbiamo ottenuto nessuna risposta”.

“Dispiace costatare che anche oggi da questo incontro non è arrivato nessuna risposta ai tanti problemi che riguardano questo settore. Tante le parole ma zero fatti”, ha detto Ugliarolo. A suo giudizio il “governo ancora si ostina a non comprendere i fabbisogni di un settore che paga la concorrenza sfrenata che ha pesantemente indebolito le Telco che ne fanno parte. Le authority hanno sempre dato attenzione al mondo dei consumatori e poco ad una eccessiva frammentazione dei prezzi a discapito di una visione di sistema” osserva.
Occorrerebbe un “tavolo tecnico permanente per entrare nel merito dei problemi -spiega il segretario generale della Uilcom – e non una riunione dove in poco tempo dobbiamo rappresentare le tante istanze del settore e le difficoltà che vivono i lavoratori”.
“Ancora più scandalosa la questione Tim. Hanno scientificamente non risposto alle richieste, di noi sindacato sulla posizione del governo sul futuro del ex monopolista. Abbiamo confermato la nostra contrarietà al piano dei vertici di Tim” ma dal governo “nessuna risposta. Dispiace – conclude- vedere la poca attenzione dei due ministri (oltre al ministro Giorgetti era presente in collegamento il ministro Colao n.d.r.) su questa tematica”.

Tlc, Salvo Ugliarolo (Uilcom – Uil): “Riunione con il Governo? Sterile e inconcludente”