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Crisi Tlc, appello dei sindacati a Urso: ‘Ci convochi al più presto al tavolo del Mimit’. Ma quanti tavoli ci sono?

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Appello dei sindacati al ministro del Mimit Adolfo Urso: ‘Ci convochi al più presto, sindacato titolare di 120mila addetti della filiera’. Venerdì l'appello al premier Giorgia Meloni sul futuro della rete Tim. Ma quanti tavoli ci sono per le Tlc?

Sindacati in fibrillazione per il futuro del comparto Tlc in Italia, alle prese con una crisi generalizzata che si intreccia con l’incertezza sulle sorti della rete Tim, oggetto di un’offerta non vincolante da parte del fondo americano KKR. E oggi arriva la nota congiunta per essere ricevuti al Mimit dal ministro Adolfo Urso. Ma per discutere di cosa? Delle misure di rilancio del settore Tlc? Del taglio dell’Iva, dell’inserimento delle telco nel novero delle imprese energivore e dell’innalzamento dei limiti elettromagnetici? Ma non del futuro della rete Tim? Quanti tavoli ci sono, alla luce di un altro appello sindacale giunto invece venerdì scorso e rivolto invece direttamente al premier Giorgia Meloni, per essere convocati a Palazzo Chigi sul futuro della rete Tim alla luce dell’offerta di KKR?

Quanto tavoli ci sono e quali sono gli interlocutori dei sindacati?

La nota odierna dei sindacati rivolta al ministro Urso

“In questi giorni assistiamo ed apprendiamo, dagli organi di stampa, notizie circa le discussioni svolte nel corso dei tavoli sul settore delle Telecomunicazioni svolti presso codesto spettabile Ministero. Come parti sociali riteniamo che, a questi tavoli di confronto, sia assente uno degli attori principali: il Sindacato, che ha la piena titolarità della rappresentanza dei 120mila addetti che compongono l’intera filiera”, si legge in una nota congiunta firmata dai segretari nazionali di Slc Cgil (Fabrizio Solari), Fistel Cisl (Alessandro Faraoni) e Uilcom Uil (Salvatore Ugliarolo).

“Al tavolo del 26 novembre 2022, alla presenza del capo gabinetto Caputi, rappresentammo tutte le nostre preoccupazioni per la tenuta occupazionale del settore, per il riassetto delle reti, nonché per il comparto CRM-BPO che, ormai da anni, sopravvive ai margini del settore, affrontando continue riduzioni sul costo del lavoro – prosegue la nota -. Tutto questo, in un paese che continua a registrare un forte ritardo sulla digitalizzazione e che, mai come oggi, avrebbe bisogno di confronto e sinergia tra tutte le parti interessate, compreso le scriventi. Con l’implementazione della digitalizzazione il mercato del lavoro continuerà inesorabilmente a trasformarsi, con la nascita di nuove attività e la necessità di ulteriori, e sempre più aggiornate, professionalità. Questa trasformazione interesserà non solo i nativi digitali, ma dovrà essere accompagnata da una riqualificazione professionale su vasta scala che impatterà molti addetti del settore. Tutto questo mentre il settore delle TLC italiane, a differenza di quanto avviene nel resto d’Europa, continua a registrare risultati fortemente negativi con evidenti riverberi non solo sulla qualità del servizio e dell’infrastrutturazione del paese, ma anche, diremmo soprattutto, sulla qualità del lavoro e sulla tenuta complessiva dell’occupazione. Evidentemente è il modello di sviluppo del comparto a non funzionare, come del resto Ella stesso ha avuto modo di sottolineare nei giorni scorsi davanti al Parlamento”.

Crisi del settore in essere da anni

“Certi della sensibilità, ci aspettiamo di essere coinvolti per affrontare quanto prima una crisi del settore già in essere da anni, e che sarà acuita ancor più dagli effetti che si paleseranno nell’immediato futuro – chiude la nota – Una crisi che rischia di paralizzare il paese sulla crescita digitale e sulle sue dinamiche infrastrutturali, oltre a generare effetti traumatici sull’occupazione. In assenza di un coinvolgimento del Sindacato Confederale sul confronto per il futuro del settore, qualora si proseguisse nell’ignorare la voce dei lavoratori, nostro malgrado, valuteremo tutte le azioni necessarie per rappresentare le preoccupazioni delle lavoratrici e dei lavoratori del comparto delle Telecomunicazioni e gli interessi generali del Paese”.

La nota di venerdì scorso al presidente Giorgia Meloni sul futuro della rete Tim

In precedenza, non più tardi di venerdì scorso, era giunto un altro appello congiunto dei sindacati, non soltanto quelli di settore ma anche Cgil (Maurizio Landini), Cisl (Luigi Sbarra) e Uil (PierPaolo Bombardieri), direttamente rivolto al presidente del Consiglio Giorgia Meloni sulle voci che riguardano il futuro della rete Tim. Un altro tavolo per la rete unica, ma questa volta a Palazzo Chigi? Il tema delle misure di rilancio delle telecomunicazioni è separato dal futuro della rete Tim? Si tratta di dossier gestiti separatamente, da diversi soggetti di Governo?

“Stiamo continuando a seguire, con grande attenzione ed estrema preoccupazione, il susseguirsi di notizie, diffuse dai media, sul futuro del Gruppo Tim, non ultima l’offerta del fondo americano KKR inviata a TIM per la RETE – si legge nella nota di venerdì 3 febbraio -. In data 28 novembre siamo stati ricevuti, dopo nostra formale richiesta, presso Palazzo Chigi per aprire un confronto e spiegare la visione del sindacato confederale su questa importante e strategica realtà industriale del nostro Paese illustrando altresì le motivazioni che ci portano ad essere nettamente contrari ad eventuali operazioni di “spezzatino”. Le scelte che potrebbero essere assunte rischiano infatti di mettere a rischio i livelli occupazionali sia diretti che indiretti oltre ad avere pesanti conseguenze sull’intero settore delle telecomunicazioni”.

‘L’offerta non vincolante di KKR per la rete Tim complica la situazione’

L’offerta non vincolante arrivata da KKR per la RETE è un ulteriore elemento che complica la già articolata situazione, ribadendo che non condividiamo il superamento dell’operatore “verticalmente integrato”, questa operazione è anche in contraddizione con le dichiarazioni politiche che abbiamo attentamente registrato nei giorni scorsi, da varie parti del suo Governo, nelle quali si ribadisce la necessità di avere un controllo dello Stato per questo strategico ed importantissimo asset del Paese e la massima attenzione per il mantenimento degli attuali livelli occupazionali – prosegue la nota –. La Tim e le società da Lei controllate sono un patrimonio industriale indispensabile per il Paese, dove ancora resiste l’ultima presenza italiana e dello Stato tramite CDP, nel settore delle TLC. la RETE è essenziale per dare seguito alla digitalizzazione, uno dei punti primari che si pone il PNRR, alle comunicazioni dei circa 60 milioni di cittadini italiani, per le istituzioni centrali e locali ed al sistema di imprese italiano. Alla luce di tutto questo, pensiamo sia necessario potere avere ragguagli da parte del Governo rispetto ad eventuali avanzamenti, anche rispetto ai “tavoli tecnici” che si susseguono dal mese di dicembre presso il Ministero delle Imprese”.

Oggetto: Richiesta incontro – assetto societario Gruppo TIM / RETE UNICA (del 3 febbraio 2023)

Oggetto: Richiesta convocazione tavolo per Settore Telecomunicazioni (del 6 febbraio 2023)