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Criptovalute, dal 2026 aliquota al 26% per i token ancorati all’euro

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La Legge di Bilancio 2026 introduce un’aliquota ridotta al 26% sui guadagni derivanti da token digitali ancorati all’euro e istituisce un Tavolo permanente di vigilanza per monitorare i rischi, promuovere la trasparenza e favorire uno sviluppo regolato del mercato cripto.

Disposizioni in materia di criptovalute, la notizia in breve

  • il Governo introduce una tassazione agevolata al 26% per i guadagni derivanti dai token di moneta elettronica ancorati all’euro;
  • nasce un Tavolo permanente di controllo e vigilanza sulle cripto-attività e la finanza innovativa, per monitorare rischi e favorire la legalità nel settore delle criptovalute.

Le nuove disposizioni per le criptovalute

La Legge di Bilancio 2026 segna un punto di svolta per l’ecosistema delle criptovalute in Italia.
Per la prima volta, il Governo introduce una disciplina fiscale specifica per i cosiddetti token di moneta elettronica denominati in euro — ovvero le stablecoin ancorate al valore dell’euro e sostenute da riserve detenute presso soggetti autorizzati nell’Unione europea.

Contestualmente, viene istituito un Tavolo permanente di vigilanza e coordinamento, con l’obiettivo di monitorare i rischi del comparto, contrastare frodi e abusi, e promuovere un uso consapevole e legale delle cripto-attività.

Tassazione al 26% per i token in euro

La norma prevede che i redditi derivanti da operazioni di detenzione, cessione o impiego di token ancorati all’euro siano tassati con un’aliquota ridotta al 26%, in luogo del 33% ordinario.

In termini pratici, questo significa che:

  • chi realizza plusvalenze o rende monetario un guadagno legato a questi token pagherà una tassa del 26%;
  • tuttavia, non costituisce evento imponibile la semplice conversione tra euro e token in euro, né il rimborso del valore nominale in valuta.

In sintesi: usare una stablecoin in euro come strumento di pagamento o di custodia non comporta tassazione.
Le imposte si applicano solo quando c’è un effettivo guadagno economico, al pari di quanto accade per altri strumenti finanziari.

Quanto stabilito in Legge di Bilancio colloca l’Italia su una linea di equilibrio tra innovazione e certezza fiscale, evitando di scoraggiare l’adozione delle stablecoin regolamentate ma al tempo stesso garantendo un gettito coerente e trasparente.

Un quadro allineato all’Europa e al Regolamento MiCA

La misura si inserisce in un contesto più ampio: la progressiva attuazione del Regolamento europeo MiCA (Markets in Crypto-Assets), approvato nel 2023 e operativo dal 2024.
Il MiCA introduce regole comuni in tutta l’UE per gli emittenti e i fornitori di servizi legati alle cripto-attività, ponendo un forte accento sulla stabilità, la riserva in attivi sicuri e la trasparenza.

Con l’aliquota del 26% e la definizione di cosa sia imponibile, l’Italia diventa uno dei primi Paesi europei a tradurre in pratica le linee guida del MiCA nella propria legislazione fiscale nazionale.

Nasce il Tavolo permanente di vigilanza sulle cripto-attività

La seconda grande novità è l’istituzione di un Tavolo permanente di controllo e vigilanza dedicato al mondo delle cripto-attività e della finanza innovativa.
Questo organismo sarà istituito entro 60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di Bilancio e avrà funzioni di coordinamento, analisi e prevenzione dei rischi.

I principali compiti del Tavolo:

  • monitorare costantemente i rischi del settore e migliorare la collaborazione tra istituzioni di vigilanza e operatori di mercato;
  • definire strategie nazionali per la prevenzione di frodi, abusi e rischi sistemici;
  • redigere rapporti periodici sull’evoluzione tecnologica e sull’impatto della finanza digitale sulla stabilità economica;
  • promuovere l’educazione finanziaria e digitale dei cittadini, per un utilizzo più consapevole delle cripto-attività;
  • elaborare un protocollo di legalità tra istituzioni, operatori e associazioni di settore, per contrastare riciclaggio e finanziamento del terrorismo.

Un aspetto importante: ai membri del Tavolo non spetteranno compensi o rimborsi spese, rendendo l’organo a costo zero per lo Stato.

Un messaggio politico chiaro: integrare, non demonizzare

Queste misure indicano un cambio di paradigma.
Il Governo non punta a reprimere l’uso delle criptovalute, ma a inserirle in un contesto normativo chiaro, europeo e trasparente.
La tassazione differenziata per i token in euro premia gli strumenti più stabili e conformi alle regole UE, mentre il Tavolo di vigilanza rappresenta una struttura permanente di dialogo tra istituzioni e innovatori.

È una visione che mira a legittimare e far crescere il mercato cripto in modo sicuro, contrastando l’illegalità senza ostacolare la tecnologia.

Domande frequenti sulle disposizioni in materia di criptovalute (FAQ)

  • Quali criptovalute rientrano nella nuova tassazione?
    Solo i token di moneta elettronica ancorati all’euro, cioè stablecoin regolamentate il cui valore è sempre pari a 1 euro.
  • Cosa è tassato e quanto?
    Le plusvalenze o i redditi da utilizzo o cessione: aliquota 26%.
  • Cosa non è tassato?
    La conversione euro-token e il rimborso in euro: non generano plusvalenze.
  • A cosa serve il Tavolo permanente?
    A monitorare i rischi, promuovere la collaborazione tra istituzioni e operatori, e favorire educazione finanziaria e legalità.

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