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Covid-19, le misure Agcom per potenziare la rete

Il Consiglio dell’Agcom vara le prime misure per facilitare la realizzazione e il potenziamento delle reti a banda ultralarga nel paese, in linea con quanto previsto dall’articolo 82 del decreto ‘Cura Italia’ che chiede appunto all’Autorità di semplificare al massimo le procedure per la diffusione dell’ultrabroadband per rispondere alla crescente domanda di servizi digitali in seguito alla quarantena forzata degli italiani.

In un’intervista all’agenzia Radiocor il commissario Antonio Nicita ha detto che “L’Autorità nel consiglio straordinario odierno (di ieri ndr) ha definito un primo pacchetto di misure urgenti volte ad aumentare la capacità di banda e ad accelerare in tempi rapidi le iniziative in atto d’infrastrutturazione in tal senso”. Ne seguiranno “altre nei prossimi giorni, con un confronto continuo con operatori, consumatori e governo”.

4 tavoli aperti

L’Autorità, prosegue Nicita, “ha avviato inoltre diversi tavoli permanenti con gli operatori in relazione alla gestione delle urgenze derivanti dall’attuale emergenza, sulle tematiche afferenti: reti e servizi Tlc e tutela consumatori; servizi postali; servizi media, con particolare riferimento alla correttezza delle informazioni concernenti l’epidemia e l’emergenza sanitaria; Big data e autoregolamentazione delle piattaforme on-line”.

 Aumentare del 30% la banda per i clienti e attivazione libera di FWA

Con riferimento in particolare al tavolo reti e servizi tlc, l’Autorità, prosegue Nicita, “ha in particolare assunto le seguenti decisioni: la richiesta a tutti gli operatori di assicurare immediatamente un aumento della banda media per cliente, su rete fissa, di almeno il 30%, ove tecnicamente possibile; in caso di assenza di copertura da rete fissa a banda larga e ultralarga, su richiesta del condominio o dell’Ente o soggetto giuridico di attivare, senza costi fino al 30 giugno 2020, ogni possibile soluzione di accesso radio (anche Fwa), da rendere usufruibile dai condomini o personale dell’Ente/soggetto-giuridico tramite PW comune (singolo accesso condiviso); di raccomandare ai consumatori finali, tramite i canali di comunicazione usuali e call center, di utilizzare in preferenza, da casa, gli accessi fissi (anche wi-fi) per non sovraccaricare la rete mobile; di poter praticare promozioni retail e wholesale sui contributi una tantum di attivazione di nuove linee fibra e da rame a fibra (upsell) fino al 30 giugno 2020”.

Ridotti costi di accesso a rete Tim

Inoltre, l’Autorità ha richiesto a Tim, precisa Nicita, “di assicurare una riduzione di costi all’ingrosso unitari della banda Ethernet rame e fibra, il massimo impegno alla fornitura accelerata degli apparati di trasporto e VLAN (KIT 10Gb NGA e VULA, SVLAN ad essi associate) necessari per l’aumento di banda e per dar seguito all’apertura anticipata dei nuovi Cabinet Nga”.

Via libera a 5mila cabinet Tim in aree bianche

Infine, l’Autorità ha riconosciuto “di operare una riduzione, per la vigenza del periodo dell’emergenza, dei tempi regolamentari previsti per l’avvio dei nuovi cabinet da parte di Tim in tutto il territorio nazionale”. In altri termini, l’Autorità ha dato il via libera alla richiesta di poter aprire 5mila cabinet nelle aree bianche per la fornitura di connettività FTTC (Fiber to the home) avanzata da Tim nei giorni scorsi, essendo nel frattempo scaduti i tempi di esclusiva a favore dell’FTTH di Open Fiber nelle zone dove si è aggiudicata i bandi Infratel.

Al riguardo, ha precisato Nicita, “deve precisarsi che in ogni caso l’Autorità si riserva di adottare opportune misure regolatorie volte a garantire gli obiettivi del Piano BUL e della Gigabit society in Europa, ovvero la costruzione e il take up di reti alternative a banda ultralarga e nelle aree C e D, anche in coerenza con il procedimento antitrust A514”.

Si tratta del procedimento che, paradossalmente, sanziona Tim con una multa di 116 milioni di euro per il progetto Cassiopea, con cui l’ex incumbent voleva realizzare una rete FTTC alternativa alla rete FTTH di Open Fiber.

Gubitosi (Tim) aveva chiesto permesso per sblocco 5mila cabinet aree bianche

Lo scorso 11 marzo, nella conference call con gli analisti nel giorno della pubblicazione del bilancio, l’ad di Tim Luigi Gubitosi aveva dichiarato di aver chiesto l’autorizzazione ad Agcom e al MISE per “5mila cabinet attualmente non attivi nelle aree bianche”, cioè nelle aree a fallimento di mercato. “Le aree bianche – ha detto Gubitosi – hanno sofferto del digital divide, Tim non ha potuto investire in quelle aree, e l’ftth non mi risulta essere ancora attivo. Noi intendiamo aprire, non appena ci sara’ data autorizzazione, 5mila cabinet attualmente non attivi nelle aree bianche, potranno servire un numero di clienti molto elevato, saranno disponibili da subito, nel giro di un mese”. Inoltre “stiamo intensificando programmi di Fwa (fixed wireless access) in quelle aree, la fibra sta arrivando anche in diverse forme nelle aree bianche. Chiaramente questa crisi accelera il processo, il traffico e’ cresciuto moltissimo, e sta continuando a crescere”. Alla domanda se l’apertura dei cabinet nelle aree bianche, progetto che in passato ha portato alla recente multa Antitrust da 116 milioni a Tim, possa mettere il gruppo a rischio di un nuovo procedimento, Gubitosi ha chiarito: “non abbiamo alcuna intenzione di essere nuovamente multati”. Per Open Fiber “il tempo è scaduto”; oggi “c’è fabbisogno, Open Fiber è in ritardo, come detto da qualche ministro, abbiamo chiesto ad Agcom e ministero l’autorizzazione ad aprire i cabinet, lo faremo una volta autorizzati, e saremmo sorpresi se si negasse ancora una volta a queste persone che vivono nelle aree bianche di collegarsi”. Le condizioni sono nel frattempo cambiate: “Open fiber esiste, è robusto, forte ha fatto i suoi lavori”.

Mirella Liuzzi ‘Reti reggono, ma importante rafforzarle’

In precedenza, era stato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Mirella Liuzzi, intervistata da Radiocor, a commentare il il decreto appena pubblicato in Gazzetta.  “Per il momento le reti di tlc, fondamentali con il sovraccarico da smart working ed e-schooling per l’emergenza coronavirus, tengono e non presentano disservizi. Ma, come prevede il decreto Cura Italia, e’ importante rafforzarle. E l’Agcom in questo scenario riveste un “ruolo importante”. L’Autorità, infatti, “laddove necessario al perseguimento delle finalità previste dalla norma, ha la facoltà di modificare o integrare il quadro vigente”.

Al momento, spiega Liuzzi, “non risultano pervenute segnalazioni di rischi di disservizi. Tuttavia per far fronte alla crescita dei consumi dei servizi e del traffico sulle reti di comunicazioni elettroniche di questo periodo, il Governo ha previsto, all’articolo 82 del decreto, che gli operatori di tlc soddisfino qualsiasi richiesta ragionevole di miglioramento della capacità di rete e della qualità del servizio da parte degli utenti, dando priorità alle richieste provenienti dalle strutture e dai settori ritenuti prioritari dall’unità di emergenza gestita dalla Presidenza del Consiglio o dalle unità di crisi regionali, garantendo l’accesso ininterrotto ai servizi di emergenza”.

Inoltre, prosegue Liuzzi, “nel decreto viene rimarcato il concetto di pubblica utilità per le imprese fornitrici di reti e servizi di comunicazioni elettroniche, dando loro la possibilità di adottare iniziative per potenziare le infrastrutture e garantire il funzionamento delle reti e la continuità dei servizi, incluso il miglioramento della capacità di rete. Per scongiurare saturazioni e sovraccarichi, infatti, è importante un rafforzamento delle reti di accesso e delle dorsali, questo per far sì che il sistema possa reggere con efficacia al drastico aumento di domanda”.

Settore postale

Relativamente alle criticità riscontrate nel settore postale, si legge nella nota dell’Autorità,  nel rispetto delle prevalenti norme e misure disposte per garantire la massima sicurezza e protezione dal rischio di contagio, chiede agli operatori postali di adottare modalità operative, omogenee e se possibile condivise, che pur divergendo da quelle ordinarie, riducano al minimo l’impatto di tali eventi sull’erogazione dei servizi, evitando nel contempo che possano verificarsi interruzioni o sospensioni dell’intero servizio. Inoltre, eventuali interventi sulle modalità di svolgimento del servizio postale (organizzazione degli uffici) adottate dagli operatori, nel rispetto degli obiettivi prioritari già indicati, potranno essere vagliate da Agcom sotto il profilo della proporzionalità e della ragionevolezza rispetto alla preminente finalità di tutela della salute e della necessaria uniformità rispetto alle altre modalità adottate da altri operatori. Infine, potranno inoltre essere fornite indicazioni volte a tutelare interessi fondamentali e ad evitare che possano crearsi in altri settori gravi e irrimediabili disfunzioni, potenzialmente in grado di aggravare la situazione emergenziale nel suo complesso, in conformità a quanto stabilito dal Governo ed in stretto coordinamento con tutte le Istituzioni competenti.

L’Autorità ha infine previsto una dilazione dei pagamenti del contributo per il suo funzionamento a carico dei soggetti che operano nei settori di competenza (comunicazioni elettroniche, servizi media, servizi postali e commercializzazione dei diritti audiovisivi sportivi) di minori dimensioni. In particolare gli operatori con fatturato annuo inferiore a 50 milioni di euro potranno versare il contributo all’Autorità entro il 15 giugno 2020 e non entro il 1 aprile 2020 come previsto.

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