Cybercrime

Covid-19: le frodi online si portano via metà dei sussidi USA, grazie al furto dei dati personali

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Si parla di un danno complessivo stimato in 400 miliardi di dollari. I sistemi più efficaci di frode online sono oggi offerti nel dark web come “servizio on demand”.

Una notizia che sembra quasi incredibile, quella del furto dei sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti, sia per la portata del danno economico, sia per il modo in cui le azioni criminali sono state portate a termine, tramite le classiche frodi online.

Si è spesso parlato di quanto sia importante fare attenzione a quello che si fa in rete, come si scelgono le password e come si utilizzano, quali siti web è meglio navigare e che tipo di email è bene aprire e quali no. Quello che è accaduto negli Stati Uniti è il tipico esempio dell’impatto dei cyber crimine sull’economia di un Paese e sulla vita quotidiana dei suoi abitanti.

Il cyber crimine si porta via 400 miliardi di sussidi Covid USA in un anno. La pista cinese e russa

Secondo il sito axios.com, tramite frodi online di varia natura gruppi criminali con base in più di un Paese straniero sono riusciti ad entrare in possesso dei fondi pubblici per i sussidi di disoccupazione per far fronte all’emergenza sociale e sanitaria decretata all’indomani della pandemia di Covid-19.

L’amministratore delegato del sito id.me, Blake Hall, società che offre servizi di tutela e difesa delle identità digitali in rete, ha dichiarato: “A causa delle frodi online gli Stati Uniti hanno perso più di 400 miliardi di dollari durante il 2020, potrebbe esser stato rubato il 50% circa dei sussidi di disoccupazione”.

Haywood Talcove, amministratore delegato di LexisNexis Risk Solutions, ha inoltre aggiunto: “Il 70% dei soldi rubati ormai avrà già lasciato il Paese, molto probabilmente sarà nelle mani di gruppi criminali in Cina, Russia, Nigeria e altri Paesi. Sono sicuro che questi criminali sono sponsorizzati da enti governativi”.

Un 30% circa, invece, potrebbe esser finito nelle tasche delle bande criminali americane.

I dati personali fondamentali per le frodi online

Come è stato possibile portare a termine diverse operazioni di cybercrime di questo livello a danno dei contribuenti americani, durante un anno così terribile per gli Stati Uniti a causa della pandemia di Covid? Semplice, i truffatori hanno prima fatto incetta di dati personali in rete, di informazioni sensibili relative ad ignari cittadini, per poi sfruttarle proprio per richiedere i sussidi al posto loro.

Molti di questi soldi venivano poi di fatto sottratti agli aventi diritto tramite carte di credito e di debito, direttamente allo sportello bancomat, per poi cambiarli in bitcoin e trasferire il tutto all’estero.

La cosa grave è che, secondo i siti specializzati in cybersecurity, tale tipo di frode è oggi offerta nel dark web come servizio on demand, tramite modello “Software-as-a-Service, allo stesso modo dei ransomware.

Raddoppiati i reclami alla FTC

I reclami alla Federal Trade Commission (FTC) in merito a frodi legate all’identità sono più che raddoppiati nel 2020.

A conferma di quanto stiamo scrivendo, a metà del 2020, l’ispettore generale del Dipartimento del lavoro degli Stati Uniti ha dichiarato al Congresso che le indennità di disoccupazione rubate potevano raggiungere i 26 miliardi di dollari.

Un dato eclatante, ma ancora non si sapeva che nella sola California tali pratiche fraudolente online avevano già sottratto allo Stato e ai cittadini 11 miliardi di dollari.

Il Repubblicano Kevin Brady, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato del Texas, aveva ipotizzato lo scorso marzo che il volume totale delle frodi poteva superare i 63 miliardi di dollari, stando ad un articolo dell’Associated Press. Purtroppo si sbagliava e anche di grosso, perché ora si ipotizza che la somma totale sia quasi sette volte maggiore.