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Covid-19, i comportamenti responsabili da tenere in Rete

In questi “giorni sospesi” mi è venuto in mente un ricordo degli anni dell’università quando, con qualche incertezza, studiavo la differenza fra “beni pubblici” e “beni comuni”.

Il carbone, il legno, i pesci del mare sono beni comuni perché il loro consumo presenta rivalità fra coloro che se ne possono avvalere e sono tali da poter escludere qualcuno dalla loro fruizione: di qui il sistema delle licenze e delle concessioni.

I beni pubblici, come l’aria o l’illuminazione pubblica, non possono escludere nessuno e il loro consumo non riduce la possibilità che altri se ne servano: in questi giorni drammatici avvertiamo sia importante il nostro impegno individuale perchè la sanità resti un bene pubblico e la pandemia non ponga i medici di fronte alla scelta di non curare qualcuno.

Di questa vicenda ricorderemo anche il ruolo che il digitale sta giocando, di tessuto connettivo fra le persone e fra le comunità, di piattaforma per mantenere attive le aziende e le organizzazioni e di edicola dove far circolare l’informazione.

Internet si sta rivelando dunque un bene pubblico ed ecco perché è ancor più urgente adottare comportamenti responsabili:

Se la crisi legata al coronavirus ci indurrà a considerare, con scelte finanziarie coerenti e con decisioni legate alla creazione di competenze adeguate, la sanità pubblica ancor più come un presidio da rafforzare, impareremo ancora una volta quanto l’hardware e il software della Rete, la sua infrastruttura ed il suo uso responsabile, siano a loro volta pilastri del nostro vivere civile.

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