L'analisi dei dati

Coronavirus in Italia: cosa ci dicono i dati regione per regione (e perché analizzarne l’andamento)

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Come si devono interpretare i dati? Abbiamo chiesto l’aiuto a Luca Digiacomo, Fisico presso il dipartimento di Medicina Molecolare de La Sapienza, per individuare quali sono le variabili da tenere d’occhio al fine di capire l’andamento dell’epidemia.

Secondo i dati diffusi dalla Protezione Civile del 12 marzo, le persone che in Italia sono risultate positive al test per il coronavirus dall’inizio dell’epidemia sono in tutto 15.113.

Coronavirus in Italia: i dati

Questo dato comprende sia le persone “guarite” (1.258, 213 in più di ieri) che quelle morte (1.016, 188 in più di ieri).

Le notizie principali di oggi, insomma, non sono ancora confortanti: il numero di nuovi contagi rilevati è stato il più alto dall’inizio dell’epidemia, mentre il numero delle persone morte ha superato mille.

D’altra parte, a causa del tempo di incubazione del virus, servirà ancora qualche giorno prima di vedere gli effetti delle grosse restrizioni introdotte dal governo negli ultimi giorni.

Ma come si devono interpretare i dati? Abbiamo chiesto l’aiuto a Luca Digiacomo, Fisico presso il dipartimento di Medicina Molecolare de La Sapienza, per individuare quali sono le variabili da tenere d’occhio al fine di capire l’andamento dell’epidemia.

L’analisi di Dati

Il numero di casi in Lombardia (8725) rappresenta oltre il 50% di quello dell’intero territorio italiano. Segue l’Emilia Romagna (1947), dove le curve dei casi totali e dei decessi subiscono una leggera inflessione (indice di possibili buone notizie) e il numero di persone guarite cresce, mantenendosi però inferiore di quello delle persone dimesse.

È diversa la situazione in Veneto (1384 casi totali), dove il dato dei guariti supera quello dei decessi, ma al momento non si registra la sperata deviazione della curva cumulativa dall’andamento lineare (come invece sembra profilarsi per Marche e Toscana).

Al centro e al Sud

Fortunatamente, al centro-sud i valori registrati si assestano su una scala nettamente più bassa.

Globalmente sono simili le curve dei casi totali in Lazio e Campania, con valori pari o poco inferiori alle 200 unità (200 e 179 rispettivamente), seguite dalla Sicilia (115).

Sardegna, Calabria, Basilicata e Molise contano meno di 40 casi per regione e nessun decesso. In Molise, inoltre, il numero dei nuovi positivi giornalieri sembra decrescere, determinando l’appiattimento del totale dei casi.

Prospettiva auspicabile in tutte le altre regioni, se pur inevitabilmente con tempi diversi. I dati su tutte le regioni italiane sono riassunti nei grafici sottostanti.

Coronavirus in Italia: rallentamento nella crescita

Esperti e ricercatori, grazie allo scambio costante di informazioni su questo gruppo Facebook, hanno sottolineato che il 12 marzo, a livello nazionale le curve del numero di ospedalizzati, positivi totali e decessi cominciano a mostrare un rallentamento nella crescita.

Naturalmente queste analisi hanno bisogno di conferme successive, per le quali i dati dei prossimi giorni saranno determinanti.