Copyright: Tajani, “Industrie culturali e creative essenziali per identità e competitività UE” (Video)

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Il settore dà lavoro a 12 milioni di persone in Europa, tuttavia, ha dichiarato il Presidente del Parlamento UE: “in un mondo dominato dai giganti del web, creatività e cultura sono in pericolo. Dobbiamo garantire una giusta remunerazione a designer, scrittori, musicisti, autori, cantanti, giornalisti”.

Ieri al Parlamento europeo si è tenuta una conferenza di alto livello sulle industrie culturali e creative, mirata a promuovere una politica industriale europea che abbia in primo piano anche questo settore strategico.

Durante il suo intervento, il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha dichiarato:

Le industrie culturali e creative sono tra i settori più importanti dell’economia Ue, generano il 9% del PIL e danno lavoro a 12 milioni di persone. Questi settori sono, inoltre, tra i più dinamici e contribuiscono a creare nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani.

Grazie anche alla incomparabile ricchezza della storia e della cultura europea, siamo leader in questi settori. Basti pensare che il 70% dell’alta gamma mondiale è prodotta in Europa. Tuttavia, in un mondo sempre più dominato dai giganti del web, la creatività e la cultura europea sono in pericolo. Dobbiamo garantire una giusta remunerazione a designer, scrittori, musicisti, autori, cantanti, giornalisti.

Stiamo lavorando per dotare l’Europa di nuove e moderne regole sul diritto d’autore, che permettano di salvaguardare i creatori di contenuti, garantendo al contempo ai consumatori un ampio accesso alla rete.

Servono anche risorse adeguate per sostenere la competitiva del settore. Per questo il Parlamento ha proposto e ottenuto che le industrie culturali e creative siano prioritarie nel prossimo programma di ricerca e innovazione Orizzonte Europa. Abbiamo anche chiesto maggiori risorse sul programma per il Digitale e sul nuovo Programma Europa Creativa 2021-2027.

Il Parlamento europeo vuole garantire un’equa concorrenza fra i grandi player digitali e gli operatori tradizionali. I grandi gruppi tecnologici devono rispettare le regole comuni e pagare le tasse in maniera equa per dare il loro contribuire alla società. In questo contesto, sono rammaricato del fatto che i Paesi Membri non siano ancora riusciti a raggiungere un accordo sulla istituzione di una tassa europea sui giganti del Web fortemente voluta dal Parlamento europeo”.