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Copyright, le reazioni dall’Italia al voto contrario del Parlamento UE

Oggi si è concluso il primo iter della contestata riforma del diritto d’autore in Europa. La plenaria del Parlamento europeo ha respinto il testo approvato dalla Commissione Jure e ora si dovrà attendere settembre per un nuovo voto.

Un iter molto contrastato, quello di questo testo proposto dal relatore Axel Voss (PPE, DE), il cui esito negativo ha generato diverse reazioni, molte delle quali allarmate, per la mancata occasione di tutelare con più forza l’industria creativa e culturale, mentre tante altre di vera e propria esultanza, per lo scampato pericolo di controllo totale della rete e di censura.

Nel nostro paese, sono stati tanti ad aver commentato con note ufficiali o messaggi sui social l’esito del voto. Il nostro Ministro dello Sviluppo economico e vice premier, Luigi Di Maio, ha dichiarato entusiasta (quasi in maniera inopportuna, visto l’incarico istituzionale che ricopre): “è il segnale tangibile che finalmente qualcosa sta cambiando a livello europeo. Colgo l’occasione per ringraziare il lavoro svolto dai rappresentanti a Bruxelles che hanno lavorato per respingere l’impianto proposto dalla Commissione europea che si pone l’obiettivo di limitare le potenzialità della rete in termini di libertà d’espressione”.

Oggi la plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo ha votato no all’avvio dei negoziati tra lo stesso Parlamento, il Consiglio d’Europa e la Commissione europea sulla proposta di riforma del copyright, con 278 voti favorevoli, 318 contrari e 31 astensioni.

Il voto sul testo è di fatto rimandato alla prossima planaria che si terrà tra il 10 ed il 14 di settembre sempre a Strasburgo.

Anche l’altro vice premier italiano e Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato entusiasta su Twitter: “BAVAGLIO alla rete e a Facebook respinto ora a Strasburgo, anche grazie al NO della Lega: non ci fermeranno!”.

Quasi l’occasione rappresentasse per la politica nazionale il solito pretesto per fare propaganda, invece di ragionare in maniera più approfondita sulle regioni di chi era favorevole e chi contrario alla riforma.

Lo stesso vicepresidente per il mercato unico digitale della Commissione Ue, Andrus Ansip, subito dopo il voto negativo dell’aula, ha dichiarato: “Ora finiamola con gli slogan delle lobby e cominciamo a cercare soluzioni concrete”.

Duro invece il commento del presidente di Confindustria Cultura Italia, Marco Polillo in merito all’esito della votazione dell’assemblea del Parlamento europeo sulla riforma del copyright:  “Un voto molto eloquente quello di oggi sulla direttiva Copyright che rappresenta un colpo durissimo da parte del Parlamento UE al mondo della creatività italiana e continentale e dimostra la capacità di pressione degli Over the Top nei confronti delle Istituzioni democratiche: davvero una brutta giornata per la cultura europea”. È questo il commento”.

Con la votazione di oggi non si è fatto altro che frenare lo sviluppo e la modernizzazione, il pluralismo culturale e il lavoro degli artisti a vantaggio delle multinazionali del web che non vogliono assumere alcun tipo di responsabilità in difesa della libertà di espressione e dei diritti degli autori europei”.

Una grande occasione mancata. Il diritto d’autore è libertà. Con la votazione di oggi non si è affermata la sua funzione: da domani il web sarà meno libero, così come lo sarà anche la società europea. Si tratta di una sconfitta culturale, ancor prima che politica”, ha invece tuonato il presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE) Ricardo Franco Levi subito dopo l’esito della votazione.

Le multinazionali del web, che non vogliono assumere alcuna responsabilità, né sociale, né in difesa della libertà di espressione, né legale per le violazioni dei diritti degli autori europei, hanno voluto frenare un miglioramento che avrebbe aiutato tutta l’industria culturale”.

Esprime soddisfazione in un tweet anche Wikipedia Italia, che fino a oggi aveva oscurato le sue pagine online per protesta contro la riforma: “Accogliamo con favore la decisione @Europarl_IT di rigettare la direttiva sul #copyright”, ma con un giusto auspicio, “Ora al lavoro per un testo che tuteli tutti e permetta a chiunque accesso libero alla conoscenza”.

Un peso sull’esito del voto, molto probabilmente, l’hanno avuto anche i 900 mila cittadini europei che su Change.org avevano già stamattina espresso il loro giudizio negativo sulla riforma.

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