L'appello

Copyright, la nuova riforma Ue mette in pericolo i piccoli editori digitali

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Chi riproduce contenuti protetti da diritto d’autore sarà tassato, “norma che piace ai grandi editori e che potrebbe invece danneggiare quelli più piccoli e l’intero ecosistema”. L’Anso lancia l’appello per salvare le piccole realtà editoriali.

Si comincia a discutere tra le associazioni di settore sull’efficacia o meno della nuova riforma europea del copyright che dovrebbe essere approvata per la fine del 2017. Punto di forza della misura, per quel che riguarda l’editoria, è imporre una tassa sui link per proteggere i contenuti digitali originari dal continuo logorio economico del “copia e incolla”.

Una soluzione di contrasto che non tutti hanno apprezzato, perché se da un lato può tutelare i grandi editori, dall’altra potrebbe invece danneggiare quelli più piccoli. Sul tema si sono confrontati grandi e piccole aziende di settore, imprese IT, dell’ecommerce, dello streaming in rete e delle tlc, associazioni di categoria e rappresentanti del mondo delle Istituzioni, sia a livello nazionale, sia europeo, in occasione del recente European Internet Forum.

All’ordine del giorno, ha spiegato Matteo Rainisio, vice presidente dell’Associazione nazionale stampa online (Anso), c’era “La risoluzione che dovrebbe essere approvata entro la fine del 2017 e che andrà a ridisegnare le regole del mercato europeo in materia di ecommerce, diritto d’autore e responsabilità di provider e gestori telefonici sulle azioni dei propri utenti/clienti”.

Approfondendo la risoluzione Ue, dal punto di vista dell’industria editoriale, l’articolo 11 ha il lodevole scopo di voler proteggere e valorizzare notizie e contenuti foto e video prodotte dalle testate presenti nel panorama europeo dal saccheggio che quotidianamente si verifica da parte di aggregatori e siti dediti al copia-incolla”.

A tal fine, però – ha precisato Rainisio – è prevista l’introduzione dell’Ancillary Copyright o neighbouring rights, che obbligherà chi condivide, linka e riproduce anche in forma parziale il contenuto a remunerare chi lo ha prodotto, cosa che piacerà molto ai grandi editori, ma che finirà per danneggiare l’intero ecosistema della piccola editoria digitale in Italia e in Europa”.

Una misura che svantaggia la piccola editoria digitale

Entrando nel dettaglio della riforma europea, “dove una legge simile è in vigore, vedi Germania e Spagna – ha affermato il vice presidente Anso – i risultati hanno portato al fallimento di centinaia di startup editoriali. Addirittura, per com’è scritta oggi, la norma potrebbe imporre una vera e propria tassa sul link, anche a quelli condivisi su twitter. L’adozione di questo sistema obbligherebbe quindi i piccoli editori di tutta Europa a dover rinunciare al traffico proveniente da servizi come Google news o Facebook, aprendo così la strada ad una tassazione sui link presenti nei motori di ricerca”.

Ovviamente le aziende, come successo in Spagna, dove si è giunti alla chiusura del servizio di Google news, piuttosto che pagare vieteranno la condivisione di articoli danneggiando così i piccoli editori che perderanno un’autentica linfa vitale, mentre i grandi potranno da un lato guadagnare per i link, godere di una minore concorrenza e quindi di un aumento del traffico a discapito dei piccoli editori che invece, in molti casi, saranno costretti a spegnere i server”.

L’appello alla politica e al Parlamento europeo

Il testo al momento è in Commissione e probabilmente approderà in Parlamento europeo solamente dopo l’estate per la votazione definitiva. “È quindi importante che i nostri eurodeputati si muovano fin da subito per difendere un patrimonio editoriale fatto di tante piccole realtà che quotidianamente raccontano online un dato territorio”, ha chiesto il presidente dell’Anso, Marco Giovannelli. “Sono voci che con questa riforma rischiano di scomparire, impoverendo il mondo dell’informazione e impoverendo un territorio”.