Il negoziato

Copyright, accordo raggiunto nell’Ue. Manca l’ultimo miglio prima delle elezioni

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Dopo lungo trilogo delle Istituzioni europee si è arrivati ad un testo che rafforza le tutele dei detentori dei diritti (tra cui creativi, autori, giornalisti, musicisti) e salva le libertà di internet. Resta il voto finale di Governi e Parlamento, ma bisogna fare presto, la legislazione è al termine.

Dopo 13 ore di negoziati e tre giorni di trilogo, i rappresentanti del Consiglio dell’Unione europea, della Commissione europea e del Parlamento europeo, hanno trovato l’accordo sul testo base della riforma del copyright, su cui poi i Governi e l’Europarlamento dovranno votare nelle prossime settimane.

Un iter lungo e complesso che al momento sta dando i suoi risultati in termini di rafforzamento dei diritti: “Con l’accordo appena raggiunto sulla direttiva copyright proteggiamo la creatività europea. Musicisti, attori, scrittori, giornalisti, audiovisivo, avranno diritto a una giusta remunerazione anche dai giganti del web”, ha dichiarato in un tweet il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, subito dopo l’ok definitivo all’accordo.

Antonio Tajani@EP_President

Con l’accordo appena raggiunto sulla direttiva #copyright proteggiamo la creatività europea. Musicisti, attori, scrittori, giornalisti, audiovisivo, avranno diritto a una giusta remunerazione anche dai giganti del web.17520:50 – 13 feb 2019Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter80 utenti ne stanno parlando

Stessa soddisfazione l’ha espressa anche il vicepresidente della Commissione europea, Andrus Ansip, che ha tweettato: “Raggiunto l’accordo sul copyright in Europa, ora i cittadini avranno finalmente regole chiare e moderne sul diritto d’autore nell’era digitale, con reali benefici per tutti: diritto per gli utenti di rete, equa remunerazione per i creatori, regole chiare per le piattaforme”.Visualizza l’immagine su Twitter

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Andrus Ansip@Ansip_EU

Agreement reached on #copyright! Europeans will finally have modern copyright rules fit for digital age with real benefits for everyone: guaranteed rights for users, fair remuneration for creators, clarity of rules for platforms.27420:25 – 13 feb 2019337 utenti ne stanno parlandoInformazioni e privacy per gli annunci di Twitter

JURI Committee Press@EP_Legal

Deal reached on the #copyrightdirective for the digital single market! Creatives incl. musicians, actors, journalists empowered, #memes #gifs and news article #snippets safe, startup platforms sheltered. More soon.13120:21 – 13 feb 2019Informazioni e privacy per gli annunci di Twitter159 utenti ne stanno parlando

Il documento uscito dal trilogo sembra ricalcare l’accordo franco-tedesco o almeno ripartire da esso: obbligare le grandi piattaforme online a trattare con gli editori e in generale con i detentori dei diritti di proprietà intellettuale, pagando quindi per il materiale che viene pubblicato; tutelare gli autori e i creativi, i giornalisti e gli artisti, gli sviluppatori di contenuti originali; esclusione delle startup e delle micro imprese da alcuni obblighi previsti dall’articolo 13 della riforma; maggiore libertà di manovra per gli Stati membri che possono prevedere delle eccezioni per l’articolo 11, invece, che riguarda nello specifico la remunerazione degli autori e delle altre categorie di creatori e giornalisti.

Il cosiddetto “snippet” potrà quindi continuare ad apparire nel newsfeed di Google News, ad esempio, o ad essere condiviso su Facebook, a condizione che il testo sia “molto breve“.

Ulteriori elementi chiave dell’accordo sulla riforma europea del copyright, sono la trasparenza sui ricavi di chi gestisce i ditti e un nuovo meccanismo di risoluzione delle dispute, mentre sono previste ulteriori tutele per i meme e i gif, il riconoscimento del diritto di satira e di citazione, mentre non si applicherà il diritto d’autore per le enciclopedie online, come Wikipedia, o piattaforme software open source, come GitHub, i materiali per la didattica, il patrimonio culturale e le opere i cui diritti sono ormai scaduti.

Gli autori e gli artisti, interpreti o esecutori, potranno chiedere al distributore una remunerazione aggiuntiva per lo sfruttamento dei loro diritti, quando la remunerazione originariamente concordata è sproporzionatamente bassa rispetto ai benefici che ne deriva per il distributore.

Nelle prossime settimane, come anticipato, il testo uscito dal trilogo dovrà affrontare la prova del Parlamento europeo in plenaria, che forse lo voterà ad aprile.

L’accordo deve inoltre essere approvato dai rappresentanti del Consiglio e dalla Commissione parlamentare per gli affari giuridici (Juri Committee).

Il tutto in tempi brevi, sperano a Bruxelles, perché se la legislazione finisce (con le elezioni di maggio) e non si è arrivato ad un’approvazione finale della riforma, sarà tutto lavoro da rifare.