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Come rilanciare (con il digitale) gli eventi B2B internazionali

Il settore degli eventi e delle fiere, come già avevamo affermato in un nostro precedente articolo, non se la sta passando benissimo. Milioni di euro di affari potenziali e biglietti invenduti sono andati persi in questi pochi mesi.

Eventi b2b internazionali e il Covid-19

Il mercato che sembra aver patito di più l’insorgere della pandemia è stato quello dedicato agli Eventi b2b internazionali verso l’estero. Le grandi fiere internazionali sono da sempre essenziali affinchè realtà e prodotti altrimenti sconosciuti possano affacciarsi sui mercati lontani.

La globalizzazione richiede apertura, e quando questa viene a mancare ecco che crollano le fondamenta del sistema. Una soluzione però c’è, ed è, come amiamo ripetere, il digitale. 

Oggi gli eventi si sono spostati in luoghi virtuali; in questo periodo abbiamo assistito a webinar di ogni tipo. Sono stati creati hub digitali, come è stato il caso dell’Italia’s Growth Talent, uno dei primi luoghi di incontro fra professionisti in Italia al 100% virtuale.

Eppure ancora tanto si può fare, soprattutto per il mercato estero.

La simulazione

Come dovrebbe essere una piattaforma per la “simulazione” di una fiera internazionale?

Innanzitutto, dovrebbe avere al suo interno tutte le features basiche di ogni servizio di questo tipo, ovvero:

  1. Video e chat one to one, one to many e many to many;
  2. Room in cui dividere i partecipanti in base ai loro interessi e al loro business;
  3. Possibilità di prendere appunti onscreen e registrare gli interventi comuni.

Oltre a ciò, per venire incontro alle necessità specifiche dei pubblici internazionali, la piattaforma dovrebbe permettere:

  1. La traduzione in real time degli interventi. La lingua rimane una delle barriere più difficili da abbattere: il digitale, attraverso algoritmi NLP (Natural Language Processing), è un alleato prezioso;
  2. Una feature di Matching basata sull’Intelligenza Artificiale per mettere in contatto le aziende partendo da una profilazione di interessi e qualità, esattamente come avviene nel mondo dei social network personali dove è possibile identificare utenti simili.
  3. L’uso della Realtà Aumentata e Virtuale per dare “fisicità” ai contenuti che gli espositori decideranno di condividere, o per rendere più efficaci gli incontri e gli speech. Ci rendiamo conto che il digitale, oggi, non è in grado di sostituire il valore della presenza fisica. Allo stesso tempo, però, la Realtà Aumentata e quella Virtuale possono migliorare notevolmente l’esperienza complessiva dell’utente. Mostrare il proprio prodotto in 3D è pur sempre meglio di non mostrarlo affatto, soprattutto se stiamo parlando di mercati lontani con cui è impossibile entrare in contatto senza doversi spostare. 
  4. Una funzione di  eCommerce all’interno della piattaforma per permettere agli espositori di vendere e proporre i propri prodotti al pubblico.

Trovare nuovi clienti e partner è l’imperativo categorico di chi partecipa alle fiere.

È quindi essenziale implementare nella piattaforma un marketplace dove poter trovare i prodotti visionati durante l’evento.

A quale mercato in particolare si rivolgerebbe la piattaforma?

I Paesi

Funzionerebbe per qualsiasi Paese e pubblico, ovviamente. Risulterebbe però più semplice diffonderla in un paese in particolare: la Cina.

Il gigante asiatico al momento è la nazione che offre le migliori opportunità di crescita. È un paese altamente digitalizzato e che ha ancora bisogno di importare prodotti di qualità e competenze dai paesi occidentali.

Uno strumento come WeChat faciliterebbe inoltre la diffusione della piattaforma, che potrebbe prendere la forma di più mini-program per coprire tutte le sue varie features.

In definitiva uno strumento che metta insieme tutte queste caratteristiche, al momento, non esiste. Eppure è proprio oggi il periodo in cui servirebbe di più. In Neosperience stiamo configurando le nostre Soluzioni per includere quanto descritto in questo articolo.

In particolare il nostro obiettivo nel breve periodo consisterà nel riuscire a mettere in contatto i produttori di vino italiani con il mercato cinese. Ciò avverrà anche grazie ai nostri colleghi di Value China, specializzati proprio in operazioni di adattamento di prodotti e comunicazioni italiani sul mercato asiatico.

In un articolo precedente parlavamo di come il food&wine italiano avesse bisogno delle nuove tecnologie per poter superare questo momento di stallo: per questo motivo proveremo a dimostrare che il digitale, per questo settore, è sinonimo di futuro e crescita.

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