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Come porre fine all’elusione fiscale dei GAFA? Yellen: “Tassa globale per le multinazionali”. Al 21%?

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La proposta Usa porrebbe fine all’elusione degli OTT anche in Europa, dove ci sono Stati, come Irlanda, Ungheria e Cipro, nettamente al di sotto di questa soglia. Per non parlare della lunga lista di paradisi fiscali.

Pressing degli Usa ai partner del G20 per introdurre una tassa minima globale per le società. Un giro di vite sia alle multinazionali (in primis ai GAFA) abili con le elusioni fiscali sia agli Stati paradisi fiscali.

L’appello al G20 e agli altri Stati: “Una tassazione minima globale per stimolare innovazione, crescita e prosperità”

L’appello è stato lanciato dalla segretaria al Tesoro americano, Janet Yellen.

“Insieme possiamo utilizzare una tassa minima globale per assicurarci che l’economia globale prosperi sulla base di condizioni più eque nella tassazione delle multinazionali e stimoli innovazione, crescita e prosperità”, ha detto Yellen al Chicago Council on Global Affairs ieri.

Oltre la tassazione digitale

Gli Stati Uniti stanno già spingendo per un accordo multilaterale sulla tassazione digitale all’interno dell’OCSE entro l’estate, ma il passo di Yellen è per un accordo ancora più ampio sulla tassazione delle società che comprenda il G20 e altri paesi.

Un’aliquota minima internazionale intorno al 21%?

“Stiamo lavorando con i Paesi del G20 per concordare un’aliquota minima di imposta sulle società, che potrebbe porre fine alla corsa trentennale al ribasso”, ha detto Yellen, sottolineando come “la concorrenza non è solo un fatto di fusioni e acquisizioni, ma significa anche assicurarsi che i governi abbiano un sistema di imposizione fiscale stabile in grado di raccogliere entrate sufficienti da investire nel bene pubblico e nella risposta alle crisi”.

L’intenzione è fissare un’aliquota minima internazionale intorno al 21%, allargata al maggior numero possibile di Stati. 

Con Biden su le tasse alle aziende

Yellen sposa, ovviamente, la linea del presidente Biden che punta ad aumentare negli Usa l’imposta sugli utili delle aziende dal 21 al 28% (Trump l’ha ridotta dal 35 al 21%) per finanziare una parte dei 1.900 miliardi di dollari dell’American Jobs Plan.

La competizione riguarda la possibilità che i governi abbiano sistemi fiscali stabili

La segretaria al Tesoro americano fissa un nuovo principio. “La competizione internazionale è ormai qualcosa di più della capacità delle società con base negli Stati Uniti di reggere il passo di altre aziende nelle fusioni o nelle acquisizioni. La competizione riguarda la possibilità che i governi abbiano sistemi fiscali stabili, in modo che possano recuperare le risorse necessarie per investire nel bene pubblico e nel rispondere in modo efficace alle crisi”, inclusa quelle sanitarie.

Negli ultimi quattro anni”, con l’amministrazione Trump ha ricordato Yellen, “abbiamo visto in prima persona cosa succede quando l’America si allontana dalla scena globale. L’America prima non deve mai significare solo l’America. Perché nel mondo di oggi, nessun paese da solo può fornire adeguatamente un’economia forte e sostenibile per la sua gente. Nel tempo, la mancanza di leadership e impegno globali rende vulnerabili le nostre istituzioni e la nostra economia”.

Le prime 91 società sulle prime 500 elencate da Fortune nel 2018 hanno versato zero imposte alle casse federali.

Secondo gli studi visionati da Yellen e gli economisti della Casa Bianca le prime 91 società sulle prime 500 elencate da “Fortune” nel 2018 hanno versato zero imposte alle casse federali. Biden ha espresso la sua indignazione per le multinazionali – come Amazon – che si sono spostate nei paradisi fiscali o hanno usato scappatoie e pagano poche tasse o nessuna e ha promesso di mettere fine a tutto ciò. Ma nella lista ci sono anche aziende come DeltaChevron, NetflixStarbucks, Halliburton.

La proposta Usa soluzione per l’elusione in Europa degli OTT

La proposta Usa di una tassazione minima globale per le multinazionali al 21% sarebbe la soluzione ideale anche per porre fine all’elusione degli OTT in Europa, dove ci sono Stati, come Irlanda, Ungheria e Cipro, nettamente al di sotto di questa soglia. Per non parlare della lunga lista di paradisi fiscali. Anche questi avrebbero vita breve qualora dovesse essere accolta al prossimo G20 la proposta della segretaria al Tesoro americano, Janet Yellen.

Al prossimo G20 approvazione tassa digitale?

Sarebbe già un passo aventi importante se il G20 approvasse la tassa digitale. Il premier Mario Draghi lo scorso mese in Senato ha detto:

“Credo sia un approdo possibile, grazie proprio alla collaborazione con la nuova amministrazione degli Stati Uniti, e quindi su questo fronte noi intendiamo impegnarci. In altre parole, si vede una certa quale apertura, una certa quale disponibilità dall’amministrazione di un Paese che in passato invece aveva dimostrato completa chiusura sulla possibilità di avere una tassa digitale. La presidenza italiana del G20 è un’occasione particolarmente adatta per farlo”, ha concluso il premier Draghi.