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Come è andato l’Amazon Prime Day 2023, tra “white label” e strategie omnicanale

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Quest’anno le date del Prime Day dell’11 e del 12 luglio 2023 hanno avuto un compiuto più difficile del previsto, in un contesto ancora più complicato a causa dell’incertezza economica e politica a livello globale, tra il conflitto tra Russia e Ucraina e la tensione fra Cina e Stati Uniti.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Non ci sono ancora i dati ufficiali per il Prime Day appena concluso, ma sappiamo con buona approssimazione già che cosa si dirà non appena arriveranno: che anche quest’anno il giorno dedicato alle vendite con i maggiori sconti dell’estate di Amazon sarà stato “il più grande di sempre”.

Non è una novità per il marketplace più famoso del mondo, la cui crescita non sembra conoscere crisi, ma forse quest’anno le date dell’11 e del 12 luglio 2023 hanno avuto un compiuto più difficile del previsto, in un contesto ancora più complicato a causa dell’incertezza economica e politica a livello globale, tra il conflitto tra Russia e Ucraina e la tensione fra Cina e Stati Uniti. Dopo il record raggiunto nel 2022, con l’evento che ha interessato più di 20 Paesi, quest’anno il Prime Day, se le previsioni di data.ai si riveleranno corretto, dovrebbe avere portato il tempo totale trascorso nelle app di shopping su telefoni Android a superare un miliardo di ore in tutto il mondo, con un aumento del 9% rispetto alla settimana del Prime Day 2022.

Prime Day 2023: che cosa vuol dire vendere a metà anno

Ci sono i saldi in questo periodo, certo. Ma è tutt’altro che scontato che Amazon senta il bisogno di dedicare altre due giornate alle vendite con occasioni speciali quando ha di fatto dettato i nuovi tempi degli acquisti natalizi portando il Black Friday e il Cyber Monday di fine novembre – sempre più settimane intere, più che singoli giorni – anche nelle abitudini europee. Vendere a metà anno non è banale, soprattutto se la maggior parte degli articoli non vanno incontro alla stagionalità: ma man mano che la concorrenza si intensifica, specialmente attraverso strategie omnicanale, le vendite lampo vengono sempre più utilizzate come strumento di fidelizzazione legato a sistemi di premi e fedeltà. Detto altrimenti: non si può non esserci, per lo stesso principio per cui la scritta ”Black Friday” sul tradizionale sfondo nero la si trova anche dal calzolaio sottocasa, che magari non rappresenta proprio l’avanguardia nelle strategie di marketing. Ma la concorrenza fa sì che diventi estremamente pericoloso consegnare a un competitor il totale dominio di un periodo dell’anno, e vale anche per Amazon.

Così, ci si influenza a vicenda: i rivenditori tradizionali impongono le loro tempistiche, i grandi distributori tutto il resto. L’impronta globale di Amazon e la sua sofisticata strategia digital-first mettono un’asticella piuttosto alta per il commercio mobile durante questo periodo chiave per i rivenditori di tutto il mondo. In particolare, per il mercato statunitense, particolarmente importante sia per Amazon – che realizza circa il 60% delle vendite del Prime Day – sia per i rivenditori globali e nazionali. E nel 2022 Adobe Analytics ha riportato che le vendite al dettaglio complessive negli Stati Uniti hanno superato gli 11,9 miliardi di dollari durante l’evento del Prime Day, con un aumento dell’8,5% rispetto all’anno precedente.

Il ruolo delle app nel nostro shopping

Anche nel periodo di vendita di metà anno, le app mobili sono destinate a diventare il campo di battaglia principale, alimentato dalle aspettative dei consumatori per un’esperienza di acquisto, come si è detto, omnicanale, e cioè che non tralasci nulla – dalle strategia più classiche a quelle più innovative – per raggiungere il cliente. Non c’è quindi solo il telefono mobile, per quanto rimanga prioritario: l’81% dei consumatori statunitensi ricorrerà quest’anno a un’esperienza omnicanale per fare shopping, in aumento rispetto al 75% dell’anno precedente. La Gen Z è la più eclettica, con un dato che arriva all’85%, in aumento dal 77%. In questo contesto, i negozi fisici possono ritagliarsi un proprio vantaggio competitivo, offrendo benefici che vanno dalla consegna alla consulenza, fino alla possibilità di provare i prodotti, che si tratti di cosmetici, abbigliamento, mobili, televisori o smartphone (magari da abbinare a una delle offerte per la telefonia mobile che si possono trovare sul comparatore di SOStariffe.it).

Il Prime Day 2023 guarda già al Natale. Con le “etichette bianche”

In un 2023 tanto caratterizzato dall’inflazione e dai sospetti di recessione, molti analisti segnalano un mercato dei consumi difficile da interpretare, caratterizzato da segnali misti, in particolare negli Stati Uniti. L’aumento dei prezzi incontrollato sta mettendo sotto pressione i portafogli, mentre il mercato del lavoro è ancora incerto, con alcuni settori in crisi nera (si veda ad esempio lo sciopero degli sceneggiatori che sta bloccando Hollywood proprio per questioni legate ai salari alle tutele) e una disoccupazione che rimane bassa. Nonostante gli indicatori non sempre ottimali, le prospettive per l’evento di quest’anno sono piuttosto buone, proprio perché in molti ne approfitteranno per portarsi avanti già fin d’ora su una parte delle spese natalizie, anche approfittando, in Italia, di una maggiore liquidità dovuta alle quattordicesime nel settore privato.

Per quanto riguarda gli USA, un mercato molto simile al nostro, le principali aree di opportunità per i rivenditori sono l’elettronica, i marchi “white labeled” che offrono un’alternativa più economica ai nomi noti, i prodotti di lusso e il cibo. Secondo le stime, il 88% della Gen Z ammette di “scendere di livello” rispetto al solo verso beni più economici o con un maggior valore, rispetto all’80% della popolazione generale negli Stati Uniti. Ad esempio, uno dei grandi colossi della distribuzione USA dell’abbigliamento, Target, ha annunciato sconti fino al 50% sui suoi prodotti “white labeled” per i membri più fedeli durante la settimana Target Circle.

Il successo del 2022 e le aspettative per il 2023

L’ultimo Prime Day di Amazon, tenutosi nel luglio 2022, ha fatto totalizzare 1,7 miliardi di dollari risparmiati, un ritmo di acquisto di 100.000 prodotti al minuto e 300 milioni di prodotti acquistati. I dati del secondo trimestre 2022, resi noti alla fine dello scorso luglio, hanno mostrato che Amazon ha ridotto le perdite, chiudendo con una perdita netta di 2 miliardi di dollari, contro i 3,8 miliardi di dollari di rosso registrati nei primi tre mesi dell’anno. Dati questi che rafforzano l’importanza del Prime Day come periodo di vendita di metà anno per Amazon e offrono un’indicazione chiara del potenziale dell’appena concluso Prime Day 2023.

I segnali economici di questo periodo rendono estremamente importante capire attentamente le abitudini dei consumatori, il benchmarking competitivo e le sfumature tra i modelli di acquisto, soprattutto mentre i rivenditori si avvicinano al periodo di shopping per le festività, per comprendere quanto e quando si apriranno i portafogli dei clienti vecchi e nuovi.