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Colao stimola i giovani a studiare le materie STEM: “50mila euro di stipendio”

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Il digitale non è una cosa a sé ma un nuovo modo di continuare a vivere le proprie esperienze professionali. La definizione è di Vittorio Colao. Il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale in ogni occasione pubblica sottolinea la necessità ed urgenza di avere lavoratori con competenze scientifiche e tecnologiche: sono le leve fondamentali, prima ancora dei fondi del PNRR, per accelerare la digitalizzazione dell’Italia.

Oggi Colao è tornato a stimolare i giovani a studiare le materie STEM (science, technology, engineering and mathematics) e l’ha fatto puntando sulla soddisfazione economica.

“I ragazzi che escono dai corsi digitali e di cyber security e tutto quello che riguarda le infrastrutture prendono uno stipendio di 50-55mila euro, più alto della media. Anche chi dovrà lavorare nel retail dovrà avere competenze digitali perché si è rivoluzionato il settore. Tutto è fatto con tecnologie di supporto e chi non le sa usare si troverà in difficoltà”, ha detto Vittorio Colao, in un convegno online di ‘La Repubblica’.

“Operazione Musk? Temo commistioni ma ci sono regole in Europa fatte dalle Istituzioni e non dai tycoons

Il ministro ha commentato anche la scalata di Musk su Twitter“Elon Musk è un grande innovatore, è quello che ha cambiato di più l’approccio al climate change e all’elettrificazione del mondo, sicuramente ha cambiato l’accesso allo Spazio. Da quando è arrivato lui tanti tabù sono andati via”, ha detto Colao. “Io, forse sarò un po’ vecchia scuola”, ha aggiunto, “ma credo che la distribuzione di notizie, tutto quello che forma l’opinione pubblica e crea il consenso pubblico sia una cosa delicata, è una cosa importante, è un pilastro della democrazia. Temo molto le commistioni”.

“Detto questo”, ha osservato, “abbiamo delle regole, in Europa stiamo passando un digital service act in questi giorni, abbiamo fatto un digital market act per garantire la concorrenza, ci saranno una serie di altri atti”. “Mi allineo a quello che ha detto il commissario Breton: tutto bene – conclude Colao – basta che ricordi che le regole le fanno le istituzioni, non i tycoon”.

La battuta: “Digitalizzare tutti e tutto: dall’asilo alla tomba

Infine, sui temi di sua competenza, come i Piani per digitalizzare l’Italia entro il 2026 con i fondi del Piano Nazione di Ripresa e Resilienza, Colao ha ricordato una battuta: “Sono Piani che coprono tutto, vogliamo digitalizzare tutti e tutto: dall’asilo alla tomba, dicevano così, scherzando, quando scrivevamo il Pnrr”. 

“Concettualmente”, ha spiegato, “è quello che cercheremo di fare. Ci vorranno tempi più o meno lunghi, ma l’importante è partire”. 

“È una sfida”, ha concluso, “certo dobbiamo avere le infrastrutture, la banda larga dappertutto e non dobbiamo lasciare nessun paese indietro, nemmeno il piccolo paese in montagna. Insomma c’è tanto lavoro di infrastruttura da fare, però si è accesa la sensibilità negli amministratori”.

I dubbi di Giorgetti

Vedremo se il ‘Piano Colao Italia a 1 Giga’ sarà terminato entro 4 anni, come previsto nel PNRR e ben 4 anni prima del target del Digital Compass.Il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ha espresso i suoi dubbi “non ce la faremo a realizzarlo”. Giorgetti non crede fattibile il piano Colao, perché mancano i professionisti nelle Tlc, addetti agli scavi, alla posa e alla giunzione delle fibre ottiche, antennisti e tecnici specializzati nell’integrazione delle stazioni radio baseesperti di tecnologia, ingegneria…insomma abbiamo troppo pochi laureati nelle materie STEM. 

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