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Cloud nazionale, la strategia della Francia

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Bruno Le Maire, il ministro dell’economia e delle finanze, è al lavoro sulla strategia del cloud nazionale per proteggere i dati sensibili delle società francesi ed impedire che possano finire all’Intelligence Usa per via del Cloud Act voluto da Trump, che può obbligare i provider a fornire alle autorità americane i dati memorizzati sui loro server, indipendentemente da dove tali dati siano fisicamente archiviati (Usa o Europa).

La realizzazione di un cloud nazionale è tra gli obiettivi della Germania (il ministro dell’Economia tedesco è già al lavoro), della Lega in Italia (“una cassaforte per i dati della PA”, secondo la proposta di legge presentata anche da Alessandro Morelli) e della Francia.

Bruno Le Maire, il ministro dell’economia e delle finanze, intende dar vita a un “cloud nazionale, sovrano, con gli standard di sicurezza più chiari possibili, per proteggere i dati strategici” delle società francesi ed impedire che possano finire all’Intelligence Usa per via del Cloud Act voluto lo scorso anno dall’amministrazione Trump e approvato il 23 marzo 2018 dal Congresso Usa. Secondo il Cloud Act tutti i provider degli Stati Uniti possono essere obbligati a fornire alle autorità Usa i dati memorizzati sui loro server, indipendentemente da dove tali dati siano fisicamente archiviati (Usa o Europa).

Le Maire ha affermato che gli operatori francesi dovrebbero presentare entro la fine dell’anno una proposta ufficiale sull’infrastruttura cloud “che garantisca l’indipendenza e la sovranità” su una serie di dati strategici.

Con Nicolas Sarkosy la Francia aveva già iniziato a sviluppare il concetto di cloud sovrano. Nel 2011 con il progetto Andromède, sono state create due società Cloudwatt e Numergy, con datacenter solo sul territorio francese, finanziate dallo Stato per il 33% del capitale. Alla fine Numergy è passata del tutto a SFR (Société Française du Radiotéléphone) e Cloudwatt è stata poi acquisita completamente da Orange. Pochi giorni fa, Cloudwatt ha annunciato ai clienti la chiusura dal primo febbraio 2020.

Il nuovo corso. In autunno, lo Stato, scrive LesEchos, dovrebbe firmare un contratto strategico con due società francesi, OVH e Oodrive, che offrono servizi cloud in tutto il mondo per creare un ecosistema cloud affidabile. Essere francesi non sarà sufficiente.

“Questa volta, non selezioneremo solo in base alla nazionalità dei player, ma alla loro capacità di garantire sia l’integrità dei dati ai sensi delle leggi francesi sia l’autonomia strategica sulla nostra infrastruttura e sui nostri dati critici”, ha affermato Jean-Noel de Galzain, il presidente di Hexatrust, l’associazione che fa parte del comitato strategico sul cloud. E lo Stato francese dovrebbe impegnarsi a svolgere il proprio ruolo di acquirente.