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Cloud nazionale. Colao: “L’Italia andrà verso il modello francese”

di Alessio Frugiuele |

Il ministro Colao: "La Francia ha scelto una politica sul Cloud francese che è esattamente quello che vogliamo fare noi: cercare di mettere assieme il meglio dei due mondi: la collaborazione con i privati, ma anche la tutela e la sicurezza che lo Stato deve dare”.

In un’intervista rilasciata al gruppo Gedi, il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao ha annunciato che, insieme al ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco, “abbiamo deciso di far partire l’iniziativa per la creazione del Polo Strategico Nazionale (PSN), che sarà un cloud per la Pubblica amministrazione con dei livelli di sicurezza rinforzati, con una giurisdizione sicuramente italiana, cioè con una residenza italiana dei dati e con l’accesso alle migliori tecnologie internazionali perché sappiamo che le migliori non sono italiane”.

Colao: “Cloud nazionale operativo dal 2022″

Il ministro, poi, ha proseguito spiegando che per il Polo Strategico Nazionale “abbiamo avuto delle interazioni con diverse aziende italiane di eccellenza e anche manifestazioni di interesse internazionali. Stiamo partendo in queste ore e spero di ricevere delle manifestazione di interesse, entro fine giugno, per poter fare le valutazioni e potenzialmente avere nel 2022 questa struttura operativa”.

Modello francese

La filosofia del PNRR è quella di avere una forte direzione da parte del Governo e coinvolgere Privati, ovvero aziende di alta qualità, ma anche i grandi provider di tecnologie internazionali. Il ministro poi ha annunciato una forte preferenza per il modello francese, affermando che “La Francia ha scelto una politica sul Cloud che è esattamente quello che vogliamo fare noi”. Si punta, dunque, a “cercare di mettere assieme il meglio dei due mondi: la collaborazione con i privati, ma anche la tutela e la sicurezza che lo Stato deve dare”.

Cloud Nazionale

Le dichiarazioni del Ministro sembrano mostrare la volontà del Governo di virare verso scelte di policy che pongano un argine all’ingresso delle Big Tech, almeno per quanto riguarda i dati delle pubbliche amministrazioni. Resta infatti da capire quali saranno i criteri per la scelta dei provider ai quali le amministrazioni potranno rivolgersi in alternativa al Polo Strategico Nazionale (fatta eccezione per Sogei, che è automaticamente riconosciuto per legge come tale). Il problema è che non esiste ancora un PSN articolato e che, fintantoché questo non sarà costituito, quella che oggi è presentata dal PNRR come un’alternativa, diventa una scelta obbligata. Se vogliamo allineare l’Italia alle scelte francesi e di altri paesi europei vanno adottate decisioni e politiche industriali idonee ad assicurare adeguata allocazione ai dati dei cittadini, capaci di sviluppare le imprese italiane di settore e, infine, far sì che i dati dei cittadini italiani non rimangano esposti agli effetti del Cloud Act americano, nel caso in cui venissero custoditi presso i grandi provider americani.