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Clima: tecnologie e infrastrutture possono ridurre emissioni gas serra del 40-70% entro il 2050 – Nuovo Rapporto IPCC

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Pubblicato il terzo volume (WG3) del Sesto Rapporto di Valutazione dell'IPCC dal titolo “CLIMATE CHANGE 2022 - Mitigazione dei cambiamenti climatici”. Le evidenze scientifiche sono chiare: il momento di agire è ora. Possiamo dimezzare le emissioni entro il 2030 grazie a nuovi stili di vita, elettrificazione, efficienza energetica e tecnologie avanzate.

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Il nuovo Rapporto IPCC sulla mitigazione dei cambiamenti climatici: troppo tempo senza agire

Nessuna buona notizia dal nuovo Rapporto IPCC dedicato alla mitigazione dei cambiamenti climatici. La pubblicazione, infatti, effettuata dal Gruppo di Lavoro III non lascia molto spazio all’ottimismo e a ragione: visto il trend attuale, superare la soglia degli 1,5°C di aumento della temperatura media del pianeta entro la fine del secolo è ormai un fatto inevitabile.

Negli scenari valutati dall’IPCC, il tentativo di limitare il riscaldamento a circa 1,5°C richiede ancora tantissimo impegno: le emissioni globali di gas serra dovranno raggiungere il loro picco massimo, al più tardi, entro il 2025, per poi, entro il 2030, ridursi del 43% rispetto ai livelli del 2019; il metano, inoltre, un gas serra a vita breve ma potente, dovrà ridursi di circa un terzo (34%) nello stesso periodo.

Capiamo bene, ormai, che non sarà possibile raggiungere questi obiettivi in un lasso di tempo così breve. Di tempo ne abbiamo fatto passare colpevolmente anche troppo senza agire.
Non c’è più tempo e la nostra attenzione ormai è rivolta ad altre emergenze, dalla pandemia all’emergenza energetica ed economica, fino alla guerra in Ucraina, che nel frattempo si sono presentate con tutta la loro tragicità e brutalità.

Partire da ciò che è stato fatto di buono

L’unico dato positivo che è emerso dallo studio dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) – e non è poco – è riconducibile all’elevato numero di iniziative e misure prese durante gli ultimi anni a favore del contrasto ai cambiamenti climatici, per l’efficienza energetica, per la riduzione delle emissioni di gas serra.

Se da un lato è vero che tra il 2010 ed il 2019 si sono raggiungi livelli medi annuali di concentrazioni di inquinanti in atmosfera da record in tutto il mondo, è anche vero che il costo delle fonti energetiche rinnovabili, dell’energia solare in particolare, ma anche eolica e soprattutto delle batterie, negli ultimi 10 anni è diminuito dell’85%.

Prossimi anni cruciali

I prossimi anni saranno cruciali per il cambiamento climatico in questo secolo. Ecco perché una valutazione aggiornata della mitigazione è più importante che mai. Il contributo del Gruppo di Lavoro III valuta i progressi fatti nella mitigazione e le opzioni disponibili per il futuro in tutti i settori e sistemi socio-economici, tenendo conto della dimensione tecnologica, ambientale, economica e sociale e basandosi sulle precedenti valutazioni dell’IPCC. Pone inoltre le valutazioni nel contesto dello sviluppo sostenibile”, ha dichiarato Hoesung Lee, il presidente dell’IPCC.

Siamo a un bivio. Le decisioni che prendiamo ora possono assicurare un futuro vivibile. Abbiamo gli strumenti, le conoscenze e le competenze necessari per limitare il riscaldamento“, ha detto il presidente dell’IPCC Hoesung Lee. “Sono incoraggiato dall’azione climatica intrapresa in molti paesi. Ci sono politiche, regolamenti e strumenti di mercato che si stanno dimostrando efficaci. Questi, se estesi e applicati in modo più ampio ed equo, possono favorire una profonda riduzione delle emissioni e stimolare l’innovazione“.

Il documento, dal titolo “Climate Change 2022: Mitigation of climate change”, è stato approvato da 195 Governi membri dell’IPCC, attraverso una sessione di voto online, e farà parte del Sesto Rapporto IPCC in via di realizzazione e che vedrà la luce entro la fine del 2022.

Le azioni da intraprendere con urgenza

Per tentare di limitare il processo di riscaldamento globale è necessario fare massiccio ricorso a nuove tecnologie. Non basterà solamente questo, ma dopo il cambiamento delle nostre abitudini di consumo c’è sicuramente il ricorso a tecnologie che aiutano nel ridurre le emissioni e nel raggiungere gli obiettivi climatici e ambientali.

Secondo il Rapporto, infatti, serve un’accelerazione nella transizione energetica. Ciò comporterà una sostanziale riduzione dell’uso dei combustibili fossili, una diffusa elettrificazione, una migliore efficienza energetica e l’uso di sistemi di alimentazione alternativi (come quelli basati sull’idrogeno).

Avere operative e funzionanti le giuste politiche, le infrastrutture e le tecnologie per consentire cambiamenti nei nostri stili di vita e nei nostri comportamenti può portare a una riduzione del 40-70% delle emissioni di gas serra entro il 2050. Questo offre un significativo potenziale non sfruttato“, ha detto il co-presidente del gruppo di lavoro III dell’IPCC, Priyadarshi Shukla.

Dove sono gli investimenti promessi?

Negli ultimi dieci anni almeno abbiamo sentito più volte parlare di ingenti somme da investire in sostenibilità ambientale, in contrasto ai cambiamenti climatici, di lotta al surriscaldamento globale e all’inquinamento, ma qualcosa non è andato per il verso giusto evidentemente.

Secondo lo studio, infatti, “i flussi finanziari sono da tre a sei volte inferiori ai livelli di cui abbiamo bisogno entro il 2030 per limitare il riscaldamento sotto i 2°C”.

Obiettivo quest’ultimo raggiungibile solo se le emissioni globali di gas serra raggiungeranno il loro massimo al più tardi entro il 2025, e siano ridotte di un quarto entro il 2030.

E poi, visto che si parla di risorse finanziarie, non è mai troppo tardi capire che inquinamento e cambiamenti climatici sono strettamente legati anche alle disuguaglianze sociali ed economiche: “il 10% delle famiglie più ricche contribuisce a circa il 40% delle emissioni globali di gas serra (derivanti dai consumi). Il 50% più povero delle famiglie contribuisce per meno del 15% (13-15%)”.