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Cingolani: “Una transizione ecologica anche con l’IA, ma snellire la burocrazia”

ministro Cingolani

“Siamo alle prese con una grande trasformazione glocal e il punto di arrivo è un parametro globale: un pianeta in salute, con persone in salute e una società più giusta”, inizia così l’intervento, Roberto Cingolaniministro della Transizione Ecologica, all’evento di ASviS in cui è stata presentata l’analisi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La vision

Il ministro Cingolani ha quindi tracciato il percorso per accelerare la transizione ecologica dell’Italia: “Stiamo lavorando in maniera intensa alla prima bozza del nuovo PNRR, che cambierà la vita e il futuro di chi oggi è bambino. E solo con un cambiamento culturale si potrà in Italia e nel resto del mondo realizzare una transizione ecologica”.

Avviare anche la transizione burocratica

Elemento essenziale perché le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del piano della Transizione ecologica possano poi essere efficaci è, secondo Cingolani, “quella che io definisco una transizione burocratica, di snellimento e semplificazione. Possiamo definire degli interventi meravigliosi ma abbiamo bisogno di regole che ci permettano di applicarle. Senza quella che chiamo transizione burocratica tutti nostri sforzi rischiano di essere non dico vani ma ridotti nell’efficacia”.

Il PNRR

“Sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, la Legge di Bilancio 2021 e lo sviluppo sostenibile stiamo coinvolgendo tutti i ministeri, perché gli sforzi non siano una somma verticale ma un impegno trasversale”, ha detto Cingolani, per arrivare “non a una sommatoria di indirizzi e progetti verticali ma per un cambiamento culturale”.

Proteggere le eccellenze

“In questo momento è fondamentale chiedersi che Italia vogliamo nel 2040“, ha spiegato il ministro, “e che ruolo vogliamo che l’Italia giochi in questo futuro non troppo remoto. Io credo che l’Italia possa ambire ad essere una nazione di riferimento. Ha una intrinseca leadership internazionale perché ha delle eccellenze che nessun altro ha”.

L’uso dell’IA per il monitoraggio del territorio

“Abbiamo ovviamente delle vulnerabilità, delle fragilità, e quindi per diventare un paese di riferimento a livello mondiale dobbiamo innanzitutto proteggere e migliorare le nostre eccellenze e allo stesso tempo migliorare il nostro territorio, anche con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per il monitoraggio, ha concluso Cingolani

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