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Chip, in Corea piano di investimenti ventennale da 471 miliardi di dollari

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Si parte con Samsung e Hynix, il primo e il secondo produttore di chip al mondo, ma presto altre imprese coreane popoleranno il nuovo hub di produzione, che sarà tra i più grandi del pianeta. Così Seoul punta a rafforzare la propria leadership globale e a fronteggiare l’avanzata di Giappone e Taiwan.

Il Piano di Seoul per rafforzare la leadership globale nella produzione di chip

La guerra globale dei semiconduttori si fa sempre più spietata e la Corea del Sud è uno dei Paesi che più di altri sta correndo veloce in questo settore così strategico per l’economia e l’industria del XXI secolo.

Secondo quanto riportato in un articolo pubblicato dal South China Morning Post, il Governo di Seoul ha definito un mega piano di investimenti da 662 trilioni di won, circa 471 miliardi di dollari, da spalmare fino al 2047.

Si tratta principalmente di risorse private, provenienti dalle grandi imprese nazionali, come Samsung e Hynix (rispettivamente, primo e secondo produttore mondiale di chip di memoria), che serviranno per realizzare 13 nuovi impianti di produzione di chip e tre strutture di ricerca, innovazione e sviluppo, che si andranno ad aggiungere alle 21 fabbriche già esistenti.

La nuova chip valley

In base a quanto riportato dal quotidiano online, si stima che l’area dove sorgeranno i nuovi siti si estenderà da Pyeongtaek a Yongin, due grandi città della provincia sudcoreana del Gyeonggi, divenendo in questo modo la più grande chip valley al mondo, in grado entro il 2030 di arrivare a produrre 7,7 milioni di wafefr al mese (il wafer è una sottile fetta di materiale semiconduttore, come ad esempio un cristallo di silicio, sulla quale vengono realizzati chip o die con circuiti integrati).

Pangyo diverrà il centro nazionale per la realizzazione di chip per l’IA a basso consumo e alte prestazioni; Suwon vedrà crescere la produzione di semiconduttori compositi; Pyeongtaek vedrà nascere un nuovo centro di ricerca e sviluppo di semiconduttori presso il campus del Korea Advanced Institute of Science and Technology, che sarà completato entro il 2029.

Una mossa che rafforza la posizione della Corea sul mercato mondiale dei chip, con una quota che attualmente è del 16% circa.

Oggi il Paese è il maggiore esportatore di chip al mondo, ha spiegato il ministro del Commercio, dell’Industria e dell’Energia, Ahn Duk-geun: “quest’anno raggiungeremo i 120 miliardi di dollari di valore”.

Le vendite globali di semiconduttori sono destinate a toccare i 602 miliardi di dollari nel 2024, secondo le stime della Semiconductor Industry Association (Sia).

Agevolazioni fiscali e incentivi per le imprese nazionali

Seoul ha inaugurato da qualche anno una politica economica di agevolazioni fiscali crescenti per le imprese nazionali di chip, anche per contrastare i piani di Giappone (con un piano di investimenti da 7 miliardi di dollari per il 2024) e Taiwan (con i giganti TSMC e UMC) che stanno investendo in maniera aggressiva in questo settore.

Nella grande provincia dello Gyeonggi, infatti, oltre a Samsung e Hynix, presto apriranno i battenti altre fabbriche di aziende di medie dimensioni, proprio per potenziare l’autonomia tecnologica e rafforzare la leadership della Corea nel settore strategico dei semiconduttori.

L’intera provincia sarà supportata dal ministero dell’Industria anche per garantire approvvigionamenti di materie prime, energia elettrica e acqua a sufficienza per tutti i siti produttivi, anche grazie alle centrali nucleari.

Il K-Chips Act

Si tratta delle prime mosse dopo che lo scorso 30 marzo il governo coreano ha approvato il K-Chips Act per incentivare gli investimenti nella produzione di semiconduttori, e altri settori strategici, attraverso agevolazioni fiscali. 

La nuova legislazione va proprio incontro alle grandi imprese, a partire dalle due citate poche righe sopra, con un aumento del credito d’imposta del 15%, rispetto al precedente 8%, mentre le piccole e medie imprese godranno di un incremento dal 16% al 25%

Il piano dovrebbe infine creare almeno 70 mila nuovi posti di lavoro per professionisti di alto profilo e 40 nuovi posti di lavoro presso i fornitori esterni. Complessivamente, secondo, il ministero dell’Industria, l’intero progetto creerà 3,5 milioni di opportunità di lavoro in tutto il Paese nei prossimi anni.