Il piano

Chip for Europe: attesi 50 miliardi di euro di investimenti per l’indipendenza dall’Asia

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Domani il probabile annuncio a Bruxelles della strategia europea per aumentare la produzione di semiconduttori e quindi di chip. Obiettivi: tutelare industrie e aziende UE, stretta sull’export, regole più flessibili negli aiuti di Stato, maggiore indipendenza dalle supply chain globali, soprattutto asiatiche.

Nuovo Chip Act europeo: maggiore capacità produttiva e più indipendenza

Potrebbe essere annunciato domani a Bruxelles lo European Chips Act, il nuovo piano per aumentare la produzione europea di semiconduttori per uscire dalla crisi degli approvvigionamenti di chip e per rompere il legame ombelicale con i fornitori asiatici.

Più indipendenza dalle supply chain globali e maggiore capacità di produzione che entro il 2030 deve necessariamente tradursi in una quota di mercato globale di almeno il 20%.

La Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, l’aveva annunciato pochi giorni fa a Davos e lo stesso commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, ha ricordato la centralità dell’indipendenza europea in questo settore chiave per la nostra economia.

50 miliardi per aiutare l’industria e conquistare nuove quote di mercato mondiale

Il nuovo strumento proposto, nelle intenzioni di Bruxelles, servirà a “rafforzare la capacità di produzione dei microchip” e ad apportare anche “cambiamenti alle regole di aiuto di stato per creare fabbriche per la produzione nell’Ue”.

A causa della carenza di microchip diverse industrie e interi settori economici dell’Unione europea sono entrati in sofferenza, anche forte. È il caso del mercato automobilistico, ad esempio, che solo durante lo scorso dicembre ha perso il 24% rispetto allo stesso periodo del 2021.

Per raddoppiare la produzione di semiconduttori in meno di 10 anni l’Europa potrebbe mettere sul piatto 50 miliardi di euro di risorse, secondo le anticipazioni riportate dall’Ansa.

Nella bozza di testo del Chips Act fatta circolare si parla anche di stretta sull’export e regole più flessibili sugli aiuti di Stato alle aziende, ma soprattutto di maggiore indipendenza rispetto ai giganti asiatici.

Puntare su ricerca e innovazione

Dei 50 miliardi di euro ipotizzati, circa 12 miliardi di fondi pubblici dovrebbero andare ai progetti di ricerca e innovazione, per arrivare a semiconduttori più sicuri ed efficienti dal punto di vista energetico.

Sulla stessa barca in difficoltà anche gli Stati Uniti, che però hanno approvato una legge (manca ancora il sì definitivo del Senato) con un volume di spesa molto più alto: 52 miliardi di dollari di sovvenzioni e sussidi alle imprese dei microchip e 45 miliardi di dollari per il potenziamento della supply chain interna.