Il caso

Chimera ‘2 per mille’ per le associazioni culturali: promessa da FdI e PD, ancora lettera morta

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Le 56mila associazioni culturali italiane sembrano rassegnate, di fronte ad una ennesima promessa elettorale disattesa. Perché il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano non avoca il dossier? Serve una dotazione di almeno 50 milioni di euro

La notizia non è stata rilanciata da nessuna testata giornalistica, e ciò basti (per comprendere il disinteresse diffuso, determinato da rassegnazione?!), ma la sempre vigile agenzia stampa specializzata sulla politica culturale AgCult – diretta da Ottorino De Sossi – l’ha ben segnalata: ieri lunedì 19, è stato manifestato parere favorevole – nell’economia del “Milleproroghe” – all’ordine del giorno del deputato “dem” Silvio Lai, che impegna il Governo “a valutare l’opportunità di adottare iniziative, anche legislative, finalizzate a prorogare la misura” che “dispone la possibilità di destinare il 2 per mille alle associazioni culturali”.

Si tratta di una questione in verità delicata, importante, finanche strategica, perché riguarda migliaia e migliaia di associazioni culturali italiani, soggetti giuridici che non sono mai stati presi in seria considerazione dal Parlamento e dal Governo: anche nella riforma del Terzo Settore, le “associazioni culturali” sono state di fatto ignorate, ed infatti una parte di loro hanno deciso – o stanno decidendo “obtorto collo” – di trasformarsi in “aps” ovvero “associazioni di promozione sociale”, per potersi iscrivere nel Registro Unico del Terzo Settore (Runts) e poter beneficiare di alcune (modestissime) agevolazioni fiscali…

Il “2 per mille” alle associazioni culturali: introdotto nel 2016, riproposto nel 2021, promesso nel 2022 e nel 2023 ed ancora inesistente. Una chimera?

Il “2 per mille” alla cultura è uno strumento di “sussidiarietà orizzontale” destinato alle associazioni costituite da almeno 5 anni che nel proprio Statuto o Atto Costitutivo riportino lo svolgimento o la promozione di attività culturali. L’elenco di queste organizzazioni viene stilato dal Ministero della Cultura, sulla base di una richiesta di iscrizione. Il contribuente può destinare una quota pari al 2 per mille della propria imposta sul reddito a favore di un’associazione culturale iscritta nell’apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri: in occasione dell’ultima edizione (Irpef 2021) le associazioni iscritte furono circa 3mila.

Il 2 per mille fu introdotto la prima volta nel 2016 (con un tetto di spesa di 100 milioni di euro, utilizzato poi in minima parte), inspiegabilmente cancellato negli anni successivi,e poi riproposto in modo sperimentale nel 2021 (con un tetto di spesa di 12 milioni di euro).

Assente nel 2022, l’ex Ministro Dario Franceschini si era impegnato a reintrodurlo.

La norma è stata introdotta nel 2016 dal Governo guidato da Matteo Renzi, che decise – saggiamente – di affiancare questa chance del “2 per mille” alle associazioni culturali al tradizionale “8 per mille” per le confessioni religiose, al “5 per mille” per il non profit e la ricerca ed al “2 per mille” che è possibile destinare ai partiti politici.

Si tratta di una quota del proprio gettito Irpef che ogni anno può essere devoluta a una realtà diversa. Si tratta di una scelta volontaria, che non porta vantaggi né svantaggi fiscali di alcun tipo. Si può decidere di donare una di queste tre quote, o anche tutte e tre, compilando il proprio “Modello 730” e simili.

La quarta chance – ovvero il “2 per mille” alle “associazioni culturali” – è stata assente non soltanto dalla modulistica per l’Agenzia delle Entrate, ma, di fatto, anche dai radar parlamentari e governativi nel corso del 2023 e nel 2024.

Per le annualità 2022 e 2023 l’istituto del 2 per mille alle associazioni culturali non è stato ripreso: ciò significa che i contribuenti non hanno potuto decidere di destinare – in sede di dichiarazione dei redditi – parte delle proprie imposte a favore delle “associazioni culturali”.

Una sorta di chimera, a questo punto.

Come è noto agli esperti di procedure parlamentari, quando un emendamento incontra difficoltà ad essere accolto dalla maggioranza, si può sempre tentare la via dell’“ordine del giorno”, che – volendo banalizzare – è una sorta di “contentino” che viene accordato al postulante. Come dire?! “Egregio, grazie per la proposta, è interessante, ma qui ed ora dobbiamo affrontare questioni più importanti”.

Spesso gli “ordini del giorno” vanno a finire nel vuoto cosmico del dibattito parlamentare, e non determinano l’avvio di una genesi normativa.

L’onorevole Lai aveva già ricevuto… una pacca sulla spalla sul tema, dato che il 24 dicembre 2022 era stato già accolto un suo “ordine del giorno” sostanzialmente identico, nell’economia della “Manovra” di bilancio, che – anch’esso – impegnava il Governo “ad adottare iniziative, anche legislative, finalizzate a prorogare e rendere strutturale la misura di cui all’articolo 1, comma 985, della legge 28 dicembre 2015, n. 208, che dispone la possibilità di destinare il 2 per mille alle associazioni culturali”.

S’è visto il risultato di questo “impegno” del dicembre 2022… se a distanza di oltre un anno l’ardito parlamentare l’ha dovuto ricordare e ristimolare. Ed il novello ordine del giorno è stato simpaticamente “accolto”. Tanto, per quel che conta…

Ciò che appare curioso – anzi paradossale – in questa vicenda è che il “2 per mille” a favore delle associazioni culturali era anche nel programma elettorale di Fratelli d’Italia, e lo stesso allora Responsabile Cultura del partito e poi Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone se ne era fatto alfiere.

Il dossier IsICult per Key4biz del dicembre 2022 e l’appello al Ministro della Cultura

Il 5 dicembre 2022, lo stesso Istituto italiano per l’Industria Culturale IsICult ricordava l’esigenza di ripristinare la norma, pubblicando un dossier su queste colonne (vedi “Key4biz” del 5 dicembre 2022, “Legge di Bilancio, dimenticato di nuovo il ‘2 per mille’ Irpef per le 58mila associazioni culturali italiane?”), che veniva rilanciato anche dall’agenzia stampa AgCult:

« Il Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale (IsICult) Angelo Zaccone Teodosi rivolge un appello al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano affinché nella Legge di Bilancio in gestazione venga ripristinato il meccanismo del “2 per mille” dell’imposta sui redditi a favore delle associazioni culturali.

In un dossier pubblicato oggi dal quotidiano online “Key4biz”, il Presidente di IsICult segnala “come la misura, introdotta sperimentalmente per l’anno 2016 e poi re-introdotta nel 2021, è stata sospesa per l’anno 2022, e nella versione della Legge di Bilancio ‘bollinata’ dal Ministero dell’Economia e Finanza non ve ne è traccia, rispetto alla possibile attivazione nel 2023”.

Zaccone ricorda come abbiano beneficiato della misura, per l’anno 2021, oltre 3mila associazioni culturali – per la precisione 3.021 – sul totale di 58mila associazioni culturali censite dall’Istat. Nel 2016, le associazioni beneficiarie erano state 1.130.

Il ‘quantum’ raccolto – prosegue – è stato però sostanzialmente lo stesso, circa 12 milioni di euro, anche perché la misura non ha beneficiato di adeguata promozione nemmeno nel corso del 2021, e l’interesse da parte dei contribuenti è rimasto assai basso, anche se crescono leggermente le ‘firme’ (870.949 nel 2016 e 1.095.502 nel 2021): solo un 3% degli italiani (per la precisione, il 2,66 %) degli italiani destina il ‘2 per mille’ alla cultura; una quota veramente modesta, se si osserva che la percentuale è del 40% se ci si riferisce al ‘5 per mille’ e del 43% per quanto riguarda l’’8 per mille’”.

Il Presidente di IsICult auspica quindi “la concreta re-introduzione (e la stabilizzazione nel lungo periodo), anche perché la norma veniva prospettata come auspicabile sia nel programma elettorale – capitolo ‘cultura’ – di Fratelli d’Italia sia del Partito Democratico”. E dichiara che “il Responsabile Cultura di FdI, nonché neo Presidente della Commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone l’ha richiamata più volte, nei suoi interventi anche recenti. Nelle ‘linee programmatiche’ presentate dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano di fronte alle Commissioni Cultura riunite di Camera e Senato lunedì della scorsa settimana 1° dicembre, però, non vi è cenno alcuno in materia”.

Si tratta di spiccioli veramente – sostiene Zaccone Teodosi – nella complessiva economia dello Stato italiano e finanche del Ministero della Cultura: 12 milioni di euro per il 2021, allorquando si dovrebbe prevedere una dotazione di almeno 50 milioni, se si volesse dare realmente respiro a questo prezioso meccanismo. Si potrebbe ragionare su una previsione di almeno 50 milioni di euro per il 2023, di 75 milioni di euro per il 2024, per arrivare per il 2025, ovvero a quello stesso livello di 100 milioni di euro che era stato previsto inizialmente nel 2016. E si dovrebbe organizzare una campagna di informazione e promozione adeguata, altrimenti resterà uno strumento di modestissima portata”.

Continua Zaccone: “Si tratterebbe di un segnale, piccolo ma significativo, di attenzione verso un “universo” plurale e ricco, quelle delle decine di migliaia di “associazioni culturali”, finora mal trattato dalle istituzioni italiane. Si tratta di ‘imprese’ culturali e creative che sono finora sfuggite ad una misurazione economica puntuale, ma che certamente producono occupazione qualificata per quanto spesso purtroppo precaria, e soprattutto provocano una significativa riduzione dei costi sociali derivanti dall’emarginazione e dall’inaccessibilità, stimolano educazione informale e socialità e identità territoriale, e quindi anche coesione sociale. ‘Cultura’ – quindi – nel senso più fecondo del termine”. » (dispaccio AgCult 5.12.2022 ore 15:07)

L’appello è stato ignorato, anche se, nei mesi successivi, qualcuno ha cercato di rilanciarlo…

Nei mesi precedenti IsICult / Key4biz aveva affrontato la prospettiva, in diverse occasioni: si rimanda agli interventi del 17 giugno 2022 su “Key4biz” (vedi “Cultura, saltato il 2 x mille: a bocca asciutta oltre 3mila associazioni”) e del 10 agosto 2022 (vedi “Qualcuno si ricorderà delle oltre 54.000 associazioni culturali italiane nei programmi elettorali?”). Ne scrivevamo anche sulle colonne del settimanale “Tpi” (“The Post Internazionale”) il 24 giugno 2022, in un articolo intitolato “La politica si è mangiata pure la cultura”, nel quale ricordavamo che i partiti si sarebbero comunque spartiti i 18 milioni loro destinati dall’Irpef dei contribuenti, dimenticandosi delle esigenze delle associazioni culturali…

Quali le giustificazioni del dietro-front? Un mistero. Anche Fratelli d’Italia (Alessandro Amorese e Federico Mollicone) rinnova l’impegno per il “2 per mille”, ma nei fatti nulla accade

Il 14 febbraio 2023, sempre l’agenzia stampa AgCult, segnalava un intervento di Massimo Coen Cagli, Direttore scientifico della Scuola di Fundraising di Roma: “come emerge dal modello fac simile della prossima denuncia dei redditi, non è stato reintrodotto il 2 per mille alla cultura… Durante l’evento Più Fundraising Più Cultura del dicembre 2022, nell’incontro con i rappresentanti delle Commissioni cultura di Camera e Senato, abbiamo appreso che l’attuale Ministro, durante la prima audizione tenuta alle Commissioni nel dicembre scorso, ha prospettato la sua reintroduzione… Non dico che dopo questa notizia siamo andati ‘a dormire tranquilli’ sicuri che all’indomani avremmo trovato il 2 per mille, ma almeno avevamo registrato una esplicita intenzione bipartisan a farlo. E non è poco. Come mai non è stata mantenuta la promessa? Ufficialmente non si sono registrate dichiarazioni pubbliche circa le giustificazioni di questo ‘dietro-front’…”.

Nell’autunno scorso, il 6 ottobre 2023 Alessandro Amorese e Federico Mollicone, rispettivamente Capogruppo Fdi e Presidente della VII Commissione di Montecitorio presentano una risoluzione (anche questa rilanciata soltanto dall’agenzia stampa AgCult…), che vorrebbe stimolare il Governo ad impegnarsi ad adottare iniziative normative “volte a introdurre nel disegno di legge di bilancio per il 2023 la destinazione del due per mille a favore delle associazioni culturali, valutando l’opportunità di stabilizzare tale previsione… Le iniziative culturali rappresentano una prima risposta contro ogni forma di degrado. Gli investimenti e gli interventi a favore della cultura non sono mai sufficienti per favorire un rilancio di tutte le attività culturali, dalle più grandi città ai piccoli comuni, incentivando la sussidiarietà e valorizzando l’impegno di professionisti e volontari. Le associazioni culturali, soprattutto nei contesti più disagiati, svolgono un ruolo molto importante di supporto e sussidiarietà per promuovere la legalità e contrastare l’abbandono scolastico”.

“2 per mille”: tetto di spesa oscillante tra i 12 milioni del 2021 ed i 100 milioni di euro del 2016

E Amorese e Mollicone ricordavano la storia della questione: “già nel 2016 e nel 2022 è stato consentito di destinare il 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi a favore delle associazioni culturali; nella legge n. 208 del 2015, al comma 985, si stabilisce che per l’anno finanziario 2016, con riferimento al precedente periodo d’imposta, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un’associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e viene anche fissato un tetto di spesa per questa destinazione, dato che il comma si conclude con le parole: ‘Per le finalità di cui a presente comma è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l’anno 2016’. Nel decreto-legge n. 104 del 2020, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 13 ottobre 2020, è stato inserito l’articolo 97-bis in base al quale ‘Per l’anno finanziario 2021, con riferimento al precedente periodo d’imposta, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un’associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri’. Anche in questo caso è stato previsto un tetto di spesa con il testo: ‘La corresponsione delle somme per l’anno 2021 opera nel limite massimo di 12 milioni di euro’”.

Qualche settimana prima, il 20 settembre 2023 era stato giustappunto Alessandro Amorese, Capo Gruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Cultura, ad annunciare la risoluzione in gestazione: “per favorire un rilancio di tutte le attività culturali, dalle più grandi città ai piccoli comuni, incentivando la sussidiarietà e valorizzando l’impegno di professionisti e volontari, auspichiamo che sia possibile reintrodurre l’assegnazione del 2 per mille alle associazioni e agli Enti del Terzo Settore che si occupano di cultura. Una misura già utilizzata sporadicamente in passato che si dovrebbe rendere stabile come il 5 per mille per sostenere le onlus o il 2 per mille per finanziare i partiti. Una norma importante che Fratelli d’Italia ha voluto inserire anche nel programma elettorale del 2022. Occorrerà naturalmente poi vigilare sull’effettiva realizzazione di progetti ed eventi, ma non bisogna perdere questa occasione”.

La risoluzione presentata da Amorese è stata approvata dalla VII Commissione Permanente della Camera (Istruzione, Scienza e Istruzione) il 15 novembre 2023: alla firma di Amorese e Mollicone si è aggiunta quella, nel testo della risoluzione riformulata, di Anna Laura Orrico, esponente del Movimento 5 Stelle (e già Sottosegretaria alla Cultura. Il rappresentante del Governo, Paola Frassinetti, Sottosegretaria al Ministero dell’Istruzione, ha espresso “orientamento favorevole sul testo della risoluzione, come riformulato”.

Risoluzione andata a finire su un binario morto, evidentemente.

L’occasione è stata persa.

Insomma, anche questo rinnovato buon intendimento è rimasto nei cassetti.

Lettera morta.

Promesse elettorali svanite nel nulla? Perché il dossier non viene avocato dal Ministro Sangiuliano e si stabilizza finalmente quest’intervento a favore delle 56mila associazioni culturali italiane?

Chi cura questa rubrica IsICult per il quotidiano online “Key4biz” segue da oltre trent’anni la politica culturale, l’economia mediale e le dinamiche sociali, e non può non manifestare il proprio sconforto per l’ennesima “promessa” (in campagna elettorale) disattesa.

Quel che appare incomprensibile è la ragione per la quale questa decisione non viene assunta, né dal Governo né dal Parlamento: la norma in questione determina “costi” modestissimi per lo Stato, a fronte della stimolazione di un tessuto socio-culturale prezioso per lo sviluppo del Paese e dei conseguenti benefici in termini di crescita e coesione.

A questo punto, riteniamo che il “dossier” dovrebbe essere assunto in prima persona dal Ministro Gennaro Sangiuliano, forte dell’evidente sostegno del suo stesso partito ma anche del Partito Democratico. Ed abbiamo certezza che nessun altro partito si opporrebbe… anzi.

È tanto complicato chiedere al Capo di Gabinetto ed al Capo dell’Ufficio Legislativo – rispettivamente Francesco Gilioli e Donato Luciano – di avviare un’azione di gestazione normativa da parte del Governo, per rendere finalmente stabile questa norma, assegnandole una dotazione budgetaria nell’ordine di almeno 50 milioni di euro l’anno?! Il Ministero della Cultura potrebbe peraltro attingere a quel “risparmio” di 50 milioni determinato dalla decisione del Ministro di ridurre nel 2024 da 750 milioni a 700 milioni il Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo… Bastano poche righe, suvvia.

La gratitudine da parte delle circa 56mila associazioni culturali italiane sarebbe grande (ed anche – indirettamente – da parte della cittadinanza che beneficia delle attività di queste associazioni della società civile).

Ed al di là della nobiltà intellettuale (questa è vera politica culturale!) del provvedimento – sia consentita la prosaica (finanche volgare?!) osservazione – una norma così semplice determinerebbe benefiche ricadute anche dal punto di vista del marketing elettorale

Nota tecnica: il testo della Risoluzione n. 8-00034approvata il 15 novembre 2023, VII Commissione Permanente (Cultura, Scienza e Istruzione)

Risoluzione Approvata 7-00154 Amorese:

Destinazione del 2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche a favore delle associazioni culturali

La VII Commissione, premesso che: le iniziative culturali rappresentano una prima risposta contro ogni forma di degrado; gli investimenti e gli interventi a favore della cultura non sono mai sufficienti per favorire un rilancio di tutte le attività culturali, dalle più grandi città ai piccoli comuni, incentivando la sussidiarietà e valorizzando l’impegno di professionisti e volontari; le associazioni culturali, soprattutto nei contesti più disagiati, svolgono un ruolo molto importante di supporto e sussidiarietà per promuovere la legalità e contrastare l’abbandono scolastico; già nel 2016 e nel 2022 è stato consentito di destinare il 2 per mille delle dichiarazioni dei redditi a favore delle associazioni culturali;

  • nella legge n. 208 del 2015, al comma 985, si stabilisce che per l’anno finanziario 2016, con riferimento al precedente periodo d’imposta, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un’associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, e viene anche fissato un tetto di spesa per questa destinazione, dato che il comma si conclude con le parole: « Per le finalità di cui a presente comma è autorizzata la spesa di 100 milioni di euro per l’anno 2016 »;
  • nel decreto-legge n. 104 del 2020, convertito in legge, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 13 ottobre 2020, è stato inserito l’articolo 97-bis in base al quale « Per l’anno finanziario 2021, con riferimento al precedente periodo d’imposta, ciascun contribuente può destinare il due per mille della propria imposta sul reddito delle persone fisiche a favore di un’associazione culturale iscritta in un apposito elenco istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ». Anche in questo caso è stato previsto un tetto di spesa con il testo: « La corresponsione delle somme per l’anno 2021 opera nel limite massimo di 12 milioni di euro »,

impegna il Governo:

  • a valutare l’opportunità di adottare iniziative normative volte a introdurre nel disegno di legge di bilancio per il 2024 la destinazione del due per mille a favore delle associazioni culturali, valutando l’opportunità di stabilizzare tale previsione; a valutare l’opportunità di estendere il beneficio del due per mille non solo alle associazioni culturali, senza scopo di lucro, di cui al Libro I del Codice Civile, ma anche a fondazioni, cooperative, comitati e altri enti senza finalità di lucro, così come definito all’articolo 4 del Codice del Terzo Settore di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017 n. 117, recanti nelle finalità dello statuto un chiaro riferimento agli interessi generali di cui alle lettere d), f), i) e k) dell’articolo 5 del medesimo codice e costituite da almeno 3 anni;
  • a valutare l’opportunità d a valutare l’opportunità di realizzare campagne di comunicazione e sensibilizzazione adeguate, anche mediante accordi da stipulare con il servizio pubblico radiotelevisivo, nonché ad attivare sistemi di comunicazione diretta verso la platea dei beneficiari coinvolgendo le associazioni del settore culturale ed esperti nel campo del fundraising;
  • ad istituire un Tavolo Tecnico presso il Ministero della Cultura, con il coinvolgimento delle associazioni di rappresentanza degli enti culturali, del terzo settore e con esperti del fundraising, con il compito di monitorare l’attuazione della disciplina relativa al due per mille e che stabilisca criteri e indicazioni attuative finalizzate a migliorare l’accesso a tale strumento agevolativo.

(8-00034) « Amorese, Mollicone, Orrico ».

dal verbale della Commissione: “Alessandro Amorese (FdI), illustra sinteticamente una proposta di testo riformulato della risoluzione a sua prima firma, che tiene conto delle proposte di integrazione avanzate dalla collega Orrico. Il Sottosegretario Paola Frassinetti esprime un orientamento favorevole sul testo della risoluzione, come riformulato. Anna Laura Orrico (M5s) dichiara di voler sottoscrivere la risoluzione, come riformulata e ringrazia il collega Amorese ed il Governo per aver voluto recepire le proposte di integrazione. La Commissione approva la risoluzione, come riformulata, che assume il n. 8-00034”.

[ Nota: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]

(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.