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ChatGPT, 10 prove per capire cosa sa fare per davvero

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Tutti pazzi per ChatGPT? Sicuramente, ma cosa questa tecnologia è oggi in grado di fare per davvero? La risposta in alcuni test a cui il chatbot sviluppato da OpenAI è stato sottoposto, con risultati in alcuni casi sorprendenti, in altri piuttosto deludenti, ma ha tutto il tempo per “imparare”. Giornalisti, scrittori e avvocati, sono avvisati.

Cos’è ChatGPT?

È un giocattolo o uno strumento innovativo? È una vera svolta tecnologica o un fuoco di paglia? Si è detto molto sul Generative Pretrained Transformer, o ChatGPT, il prototipo di chatbot basato su intelligenza artificiale e machine learning sviluppato da OpenAI, ma è chiaro che ancora tanto c’è da scoprire sulla sua reale efficacia in termini di elaborazione del linguaggio naturale (Natural language peocessing).

Sicuramente è uno dei più potenti strumenti di Nlp a nostra disposizione che utilizza algoritmi avanzati di apprendimento automatico per generare risposte molto simili a quelle umane, all’interno di un discorso o in fase di interlocuzione.

Secondo la stampa internazionale sarebbe in corso una trattativa tra OpenAI e Microsoft per un investimento di 10 miliardi di dollari in questo chatbot avanzato.

Creando un proprio account è anche possibile ‘provare’ le capacità di ChatGPT tramite il sito web di OpenAI.

Ma cosa può e non può fare al momento ChatGPT? Un articolo pubblicato su Gizmodo sonda le funzionalità della chatbot più popolare del momento, vediamo quali in dieci test.

Scrive canzoni, ma si dimentica chi è

Sicuramente è in grado di scrivere il testo di una canzone prendendo ad esempio il noto rapper americano Jay-Z. Come lo sappiamo? Gliel’ha chiesto di farlo l’autore dell’articolo e ChatGPT ha eseguito alla perfezione il compito. Qualcuno potrebbe dire, “non ci vuole poi molto a farlo”, ma non vogliamo essere troppo cattivi (con il rapper ovviamente).

Si è dimostrato meno bravo a rispondere a domande per noi semplici, ma per una macchina molto meno, del tipo: chi sei tu? Come ti chiami? Forse non lo sa e alcune volte, dopo un po’ di tempo in conversazione, tende anche a dimenticare di cosa si stia parlando. Diciamo che a tratti manifesta quella che per gli umani è definita demenza senile precoce.

Ad esempio, se gli si chiede quale sarà l’impatto delle chatbot di intelligenza artificiale sull’industria editoriale negli anni futuri la risposta potrebbe essere del tipo: “Ma di che chatbot stai parlando? Non ne so nulla”.

Un futuro da scrittore e giornalista

Si è invece dimostrato molto bravo a scrivere storie a sfondo erotico, anche molto spinte. A quanto pare Jordan Raskopoulos, popolare attrice comica australiana e streamer di Twitch, gli ha chiesto di scrivere una storiella al limite del porno su Scooby Doo e ne è venuta fuori una cosa molto interessante per gli amanti del genere.

Impiegandolo in missioni critiche più complesse, come scrivere codici di programmazione, ChatGPT si è rivelato ancora alle prime armi. In ogni riga c’erano codici assolutamente inventati o non adatti. Tanto che il sito di software technologies, Stack Overflow, ha deciso di vietare l’impiego del chatbot per questo tipo di lavoro. Per scrivere codici serve una buona dose di logica e di creatività, ma il nostro campione sembra uscire proprio fuori tema.

Molto meglio come giornalista. L’autore dell’articolo gli ha chiesto direttamente se era in grado di svolgere questa professoine e la risposta è stata chiarissima: “ … l’ascesa di ChatbotGPT potrebbe significare guai per i giornalisti di Gizmodo. Se fai parte di questa testata è ora di iniziare a pensare a come rimanere insostituibile di fronte a questa nuova tecnologia”.

Non sarà mai un professore, ma un avvocato forse …

Potrà magari sostituire i professori a scuola? Su questo i limiti della tecnologia sono enormi ancora e a dirla tutta gli stessi studenti probabilmente troverebbero poco empatico e stimolante relazionarsi ogni giorno con un chatbot. Ma la cosa non è passata sotto banco negli Stati Uniti e il dipartimento dell’Istruzione della Città di New York ha messo le mani avanti vietando il suo utilizzo nelle classi. Il rischio è che i ragazzi chiedano a ChatGPT di scrivere un saggio per loro magari o che lo interroghino su cose che poco hanno a che fare con l’istruzione. Forse il corpo insegnanti della “Grande mela” non ha sbagliato.

Ulteriori doti autoriali l’ha dimostrate scrivendo di sé stesso. A ChatGPT è stato chiesto di scrivere una storia di fantascienza con protagonisti i robot e il risultato, secondo il giornale, è stato più che positivo: “Certo, abbiamo dovuto fare gli straordinari come correttori di bozze, ma alla fine possiamo dire di aver letto di molto peggio in giro!”.

Potrebbe magari fare l’avvocato? Si è parlato molto delle intelligenze artificiali in aula di tribunale, negli ultimi anni, e un ennesimo test avverrà a febbraio, quando un’IA sviluppata da DoNotPlay dovrebbe difendere un imputato in un tribunale americano.

Su questo ci sono ancora molti dubbi di varia natura, qualcosa sa fare bene, qualcosa meno bene, ma a quanto pare alcuni studi legali stanno in effetti scrivendo documenti a quattro mani con le IA e a ChatGPT è stato chiesto di redigere note da inviare alla Corte Suprema degli Stati Uniti in relazione alla decisione sui matrimoni tra persone dello stesso sesso o di stipulare contratti di compravendita di immobili, ma a quanto pare i risultati sono stati piuttosto deludenti. In caso di processo, per il momento, è sempre meglio farsi difendere da un avvocato in carne ed ossa.

In conclusione, ChatGPT al momento sembra un bambino che sta scoprendo il mondo, con tutti i suoi limiti e i suoi errori. Viene in mente il robot bambino “David” inventato da Steven Spielberg (e basato su un progetto di Stanley Kubrick) nel film “A.I. Artificial Intelligence” del 2001. Appunto un bambino, che come tale crescerà velocemente e sicuramente, quando diventerà un’IA adolescente, sarà pieno di sorprese per noi umani e forse di risorse da impiegare in tanti settori chiave per la nostra società.