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Charter torna all’attacco su Time Warner Cable. Nel mirino i servizi streaming

Time Warner Cable

Charter Communications torna a puntare su Time Warner Cable. La rinuncia di Comcast, che lo scorso anno aveva avviato l’operazione di fusione mettendo sul piatto 45 miliardi di dollari, riapre i giochi e Charter, che già nel 2014 ci aveva provato senza successo, torna a farsi avanti.

I timori espressi sia dall’Antitrust che dal Dipartimento di Giustizia hanno spinto Comcast a rinunciare a Time Warner Cable.

Un accordo che avrebbe dato vita a un colosso della televisione via cavo con 33 milioni di utenti televisivi e una quota di mercato del 57% circa.

Charter non vuole certo perdere l’opportunità e così, secondo quanto riporta il Wall Street Journal che cita fonti vicine al dossier, presto potrebbe ufficializzare una nuova offerta.

Dietro Charter c’è John Malone fermamente convinto della necessità di un consolidamento dell’industria statunitense del cavo che permetterebbe di aiutare le compagnie nello stagnate business della pay tv e poi spingerebbe a capitalizzare gli investimenti sulla crescita della banda larga, fondamentale davanti al decollo dei servizi streaming.

Dalla fusione tra Charter e Time Warner Cable nascerebbe una nuova entità con 15,6 milioni di abbonati video e 16,4 milioni di clienti broadband, contro i 21,7 milioni e 20,7 milioni di Comcast.

Tuttavia nel gennaio 2014 Time Warner Cable ha respinto un’offerta da 62 miliardi di Charter prima di accettare quella di Comcast e restano quindi molti timori su questa potenziale fusione, come ha detto al WSJ una fonte.

La maggiore preoccupazione di Time Warner Cable riguarda il debito che ne deriverebbe, perché per finanziare questa operazione Charter avrebbe bisogno di una grossa somma.

L’azienda ritiene inoltre che le azioni di Charter siano sopravalutate.

Secondo le fonti sentite dal quotidiano americano, per aver successo Charter dovrebbe puntare a un’offerta combinata con una grossa percentuale di cash.

L’operazione potrebbe però riservare altre soprese magari con una mossa di Time Warner Cable verso qualche altra società.

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