L'iniziativa

CDTI inaugura l’iniziativa ‘Incontri con…’ per dibattere sui temi della trasformazione digitale

di Massimo Di Virgilio, Presidente CDTI |

CDTI lancia il ciclo di eventi "Incontri con...", un occasione di confronto con tutte le forze politiche, per discutere i temi e le problematiche della modernizzazione digitale del Paese.

CDTI lancia il ciclo di eventi “Incontri con…”, un occasione di confronto con tutte le forze politiche, per discutere i temi e le problematiche della modernizzazione digitale del Paese. Il primo incontro ha avuto come ospite l’on. Enza Bruno Bossio (PD) e a breve sarà comunicato il calendario degli altri incontri.

Di seguito riportiamo la piattaforma che orienta il confronto in atto, a firma di Massimo Di Virgilio, Presidente CDTI.

Nel 2013 l’Italia versava in una situazione a dir poco drammatica, sotto il profilo delle infrastrutture e dello sviluppo digitale della pubblica amministrazione.

Per affrontare questo enorme “buco nero”, sono stati predisposti, nel marzo 2015 due Piani strategici da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi: il Piano della banda ultra larga e quello della crescita digitale.

Nel 2016 è stato varato il Piano Industria 4.0, mentre nel 2017, il Presidente Gentiloni ha firmato il Piano triennale per l’informatica.

E’ stato così possibile avviare un Piano complessivo in grado di far recuperare posizioni al nostro Paese.

Se è vero, che nell’indice digitale (DESI) del 2018 l’ Italia conferma una non lusinghiera venticinquesima posizione in Europa (su 28) è altrettanto vero, come dimostrano i report della  Commissione europea, che, per l’indicatore relativo alla copertura in fibra ottica, siamo passati dal ventitreesimo posto del 2013 al tredicesimo del 2017.

In questi 5 anni è stato dato un forte impulso e nuova mission all’Agid, e con l’istituzione del Team digitale e del Commissario straordinario, sono stati affrontati, in termini innovativi, questioni annose e non risolte  come (tra le altre) l’anagrafe unica dei comuni, la nuova riforma del codice dell’amministrazione digitale, il rafforzamento del ruolo del responsabile della transizione digitale, e sono state realizzate piattaforme abilitanti quali lo SPID e PAGOPA.

Le iniziative di Governo hanno trovato confronto e migliorie dagli organi parlamentari come la  Commissione d’inchiesta sul digitale della PA, (strumento che abbiamo riproposto anche in questa legislatura ma ancora giacente), oltre che dal ruolo svolto dall’intergruppo sul digitale, che ha visto un lavoro comune di tutti i gruppi parlamentari.

Quello del digitale non è più dunque un segmento produttivo ma rappresenta l’elemento fondante  dello sviluppo del Paese! 

Siamo, oggi, di fronte ad una quarta rivoluzione industriale legata all’impiego massivo delle tecnologie digitali nei processi manifatturieri, collegata, alla pervasività dei dati, che, grazie alle accresciute capacità computazionali, sono sempre più in grado di trasformarsi in informazione, fino a diventare motore di innovazione e fonte di crescita per le economie e le società.  

Dentro questo quadro si colloca anche lo sviluppo dell’ Agenda Digitale Europea e di quella italiana.

All’interno dell’Agenda Digitale europea un altro impegno importante l’Italia lo ha preso il 6 ottobre 2017  quando ha sottoscritto, insieme agli altri 31 Paesi UE, la Dichiarazione di Tallinn sull’eGovernment.

Da qui è scaturita la pre-notifica dell’Italia alla Commissione Europea del Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID).

Una volta completato il processo di notifica, i cittadini italiani (e le imprese) avranno la possibilità di utilizzare le proprie credenziali SPID per accedere online a servizi forniti da PA in qualsiasi paese della UE.

Una nuova industria del futuro – l’analitica dei Big Data – sta trasformando non solo la manifattura, ma i più svariati settori di attività dall’agricoltura al turismo, dalla mobilità alla sanità. I confini fra manifattura, servizi e settori si fanno sempre più labili verso una unica industria interconnessa, nella quale il digitale diventa fattore trasversale abilitante dell’economia e allo stesso tempo una economia di per sè.

La raccolta e l’analisi dei dati rappresenta, dunque, il centro di questa quarta rivoluzione, in quanto rende i processi più veloci, più flessibili e più efficienti per produrre beni di qualità superiore a costi ridotti. Ciò, a sua volta, consente il miglioramento dell’economia, favorendo la crescita industriale, modificando il profilo della forza lavoro e cambiando la competitività delle imprese.

Occorre adesso continuare sulla strada degli investimenti previsti dal piano impresa 4.0 del 2016, concentrando le risorse sulle misure che non rinnovino solo il parco macchine ma che incidano sul cambio di modello di business, indirizzando gli strumenti di incentivazione sempre più verso ricerca e sviluppo, verso il credito d’imposta sulla formazione digitale, verso le tecnologie abilitanti, in particolare blockchain e intelligenza artificiale.

In questi giorni l’Osservatorio sull’Intelligenza artificiale del Politecnico di Milano nel suo ultimo Rapporto descrive le PMI italiane confuse e indietro sui tempi.  Confuse perché non hanno ancora ben chiaro cosa sia l’intelligenza artificiale né quali ne siano i vantaggi. Indietro perché solo il 12% delle aziende ha portato a regime un progetto di intelligenza artificiale, una su due sta per farlo e il 31% ha in corso progetti pilota.

Nel prossimo futuro, hanno inoltre  sottolineato i curatori del Rapporto, mancheranno ben 5 milioni di posti di lavoro. “Attualmente l’Italia è intrappolata in un basso livello di competenze generalizzato: la scarsa offerta di competenze è accompagnata da una debole domanda da parte delle imprese”. È questa l’amara conclusione del rapporto Ocse Strategia per le competenze sull’Italia. Un circolo vizioso in cui la scarsa offerta di competenze è accompagnata da una debole domanda.

Solo il 2,5% del personale complessivamente impiegato in Italia è rappresentato da specialisti nel settore ICT (un terzo in meno della media europea) e solo lo 0,16% da data specialist – figura chiave per questo lo sviluppo dell’Industria 4.0.

Affrontare il tema delle competenze è dunque strategico sia per la Pa che per le imprese anche in vista dei futuri scenari legati alla connettività 5G che renderanno ancora più fondamentali la tematica della cyberSecurity e della tutela della Privacy (con l’introduzione del GDPR), di cui parleremo, mi auguro, in un prossimo incontro.