Concorrenza

Causeries. Congelata negli Usa la liberalizzazione dei decoder

di Stefano Mannoni |

Un commissario democratico della FCC ha bloccato per ora la liberalizzazione dei set-top-box per la tv via cavo negli Usa. La Commissione Ue resta alla finestra.

Causeries è una rubrica settimanale sulle criticità dei mercati della convergenza e il loro rapporto con le grandi tematiche della regolazione, curata da Stefano Mannoni, professore di Diritto delle Comunicazioni presso l’Università di Firenze. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Quando Alan Friedman dice che il mondo è piatto non esprime certo il banale concetto che “tutto il mondo è paese”. La tentazione di assumerlo in questo significato mi è venuta però quando ho letto che un commissario democratico della Federal Communication Commission (FCC) ha bloccato (per ora) l’adozione della liberalizzazione del mercato dei decoder per la televisione via cavo negli USA.

Un business enorme che riveste un apprezzabile rilievo concorrenziale visto che allo stato attuale gli utenti sono vincolati al set-top-box proprietario del fornitore via cavo cui sono abbonati.

Il presidente Obama in persona aveva auspicato l’adozione della decisione, consapevole che qualcosa di più per la concorrenza andasse fatto prima della fine del mandato. Il punto è che la macchina della lobby si è messa in moto e il commissario in questione appare particolarmente vulnerabile in quanto la sua nomina è precaria, non essendo stata ratificata dal Senato, secondo il meccanismo che vuole le designazioni presidenziali approvate dall’advice and consent dell’organo parlamentare.

L’industria della televisione via cavo ha ovviamente plaudito allo stallo, sostenendo tra l’altro che il decoder indipendente potrebbe minacciare la tutela del copyright, materia cui sono sensibili le majors di Hollywood.

Il dibattito come sempre ha un’eco transatlantica.

In Europa infatti il tema si presenta non solo sotto forma della liberalizzazione dei decoder proprietari televisivi – finora sonoramente fallito – ma sotto quello, molto insidioso, dell’interoperabilità degli apparati, dai tablets agli smartphones, attraverso i quali si può ricevere sempre di più il contenuto video.

Bisognerà pertanto guardare con attenzione allo sviluppo della vicenda degli USA perché dal suo esito potrebbe venirne un incoraggiamento o al contrario un raffreddamento del dibattito in Europa. Non è infatti un mistero per nessuno che la questione sia scottante e che la Commissione europea appaia esitante a prendere il toro per le corna.

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