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Cashback, la sospensione frenerà la “cultura cashless”? Al suo posto si studia credito d’imposta per negozianti

cashback

Non esistono ancora dati ufficiali e pubblici (le rilevazioni sono in corso) per sapere i reali effetti del cashback, sospeso da domani, e chissà se abrogato per sempre, dal governo guidato da Mario Draghi.

Partiamo da una certezza. La restituzione (per un massimo di 150 euro) di una parte dei soldi spesi, attraverso l’iniziativa cashback, nel semestre gennaio-giugno 2021 sarà accredita entro il mese di luglio direttamente sugli IBAN dei partecipanti.

Il Super cashback di 1.500, il vero problema dell’iniziativa

Oltre al rimborso del 10% delle spese effettuate cashless nei punti vendita fisici, non online, ai primi 100mila che hanno effettuato il maggior numero di transazioni in 6 mesi sarà accreditato 1.500 euro. È il Super Cashback. Sulla app Io è visibile la propria posizione in classifica. Per ottenere il Super Cashback sono necessari almeno 740 transazioni effettuate da gennaio scorso con pagamenti digitali nei negozi fisici.

Cashback, sospeso dal governo Draghi: ora 1,5 miliardi destinati agli ammortizzatori sociali

La sospensione al cashback sarà contenuta nel decreto su fisco e lavoro. Il Governo così potrà risparmiare 1,5 miliardi di euro, previsti per finanziare i pagamenti digitali da luglio a dicembre 2021, da destinare agli ammortizzatori sociali.

E per il 2022? Il cashback potrà essere riattivato con correttivi o abrogato in base alle risposte che arriveranno per queste due domande.

L’accelerazione dei pagamenti digitali nel 2021

In attesa dei dati ufficiali sugli effetti del cashback, è stato registrato un forte incremento dei pagamenti digitali in Italia. Secondo la rilevazione di Pagobancomat, da gennaio a maggio 2021 sono state registrate 747 milioni di operazioni, un +48% rispetto allo scorso anno. Di questi pagamenti, il 37% è stato effettuato contactless, un +20% rispetto al 2020. L’incremento è stato dovuto agli incentivi previsti dal cashback o dal Covid 19 che ha accelerato i pagamenti “senza contatto”? Probabilmente, entrambi i fattori.

Cashback usato di più per pagamenti fino a 5 euro e tra 25-50 euro

Guardando i numeri ufficiali del cashback, si scopre che l’iniziativa ha contribuito a favorire la “cultura del cashless”. Ha avvicinato e abituato nuove fasce di utenti ai pagamenti elettronici. I pagamenti fino a 5 euro sono stati il 16,4% nei primi 6 mesi del 2021 da parte dei partecipanti: è la seconda fetta più grande, dopo l’uso dei pagamenti digitali per le spese tra i 25-50 euro. Grazie al cashback e alla lotteria degli scontrini, è caduto il tabù italiano di pagare il caffè in modo digitale e così sono stati effettuati tanti altri pagamenti sotto i 5 euro. Per questa soglia sono state anche eliminate le commissioni per gli esercenti.

Ricordiamo, infatti, che i pagamenti digitali nei negozi fisici sono stati favoriti anche dalla lotteria degli scontrini, al via da febbraio scorso, e non finita ancora nel mirino del governo Draghi. Se il governo dovesse decidere di bloccare per sempre il cashback, invierebbe, un pessimo messaggio ai cittadini, che hanno iniziano a conoscere i benefici della “cultura cashless”. Basterebbe “correggere” l’iniziativa, per esempio eliminando il super Cashback di 1.500 euro, oggetto dei furbetti. Che sono solo lo 0,24% degli utenti attivi. Cosa hanno fatto? Hanno effettuato micro pagamenti, anche di 4 centesimi, nell’arco di pochi minuti per ottenere più operazioni possibili ed entrare a fine giugno 2021 nella classifica delle 100mila persone premiate. Ecco un caso eclatante: al distributore di benzina 65 transazioni bancomat per 6 euro in 55 minuti.

L’incentivo alternativo al cashback per i pagamenti digitali?

Tra le ipotesi allo studio, il governo sta pensando ad un incentivo per gli esercenti che accettano i pagamenti digitali ai contanti: un meccanismo di credito d’imposta.

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