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Caro bollette, il bonus di 200 euro non sarà automatico per i dipendenti?

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Secondo l’analisi della Fondazione studi consulenti del lavoro, l’erogazione non sarebbe automatica per i dipendenti. Si auspicano chiarimenti e modifiche in sede di conversione del decreto.

Il prossimo mese arriva il bonus da 200 euro, pensato per contrastare l’aumento dei prezzi e il caro energia, che verrà pagato una tantum, cioè una sola volta, e solo a chi nel 2021 ha avuto un reddito inferiore a 35.000 euro. Ma, secondo l’analisi Fondazione studi consulenti del lavoro, l’erogazione non sarebbe automatica per i dipendenti. Ecco perché.

Le criticità per l’erogazione del bonus di 200 euro, una tantum, ai dipendenti

Sotto il profilo procedurale, scrivono i consulenti del lavoro, è previsto che il datore di lavoro proceda automaticamente al riconoscimento dell’indennità. Tuttavia, tale automaticità è in realtà subordinata ad una preventiva dichiarazione da parte del lavoratore in cui dichiari di: 

  • non essere titolare di un trattamento pensionistico, 
  • del reddito di cittadinanza 

L’indennità una tantum spetta ai lavoratori dipendenti una sola volta, anche nel caso in cui siano titolari di più rapporti di lavoro. E, pertanto, opportuno che i datori di lavoro si cautelino per evitare possibili plurimi riconoscimenti del bonus 200 euro che comporterebbero inevitabilmente recuperi in sede di controllo delle denunce mensili ai fini contributivi da parte dell’Inps.

Appare evidente che tale profilo potrà assumere particolari profili di criticità ove il rapporto di lavoro dovesse nel frattempo essere cessato in quanto il recupero dell’istituto verrà effettuato nei confronti del datore di lavoro per cui sarà poi quest’ultimo a dover recuperare l’indebito nei confronti dell’ex dipendente.

L’indennità di 200 euro spetta a tutti i lavoratori in possesso dei requisiti indicati in precedenza a prescindere dalla durata dell’orario di lavoro. Pertanto, anche nel caso di lavoratore con contratto a tempo parziale, l’indennità spetterà nella misura prevista.

Il nodo da sciogliere

Il nodo da sciogliere è se nel mese di luglio 2022 in cui dovrà essere erogato il bonus, sarà onere del datore di lavoro verificare se nel corso del primo quadrimestre il dipendente aveva un contratto che gli dava diritto alla decontribuzione e se ne ha fruito in almeno in uno dei quattro mesi.

In caso affermativo, con che modalità? È sufficiente un’autocertificazione del lavoratore? Il modulo fac-simile è scaricabile da qui.

Secondo l’interpretazione letterale della norma è il datore di lavoro a dover erogare il bonus

Secondo l’interpretazione letterale della norma è il datore di lavoro con il quale sussiste il rapporto di lavoro nel mese di luglio a dover riconoscere il bonus, ma si auspicano chiarimenti e modifiche in sede di conversione del decreto.

I datori di lavoro dovranno erogare nella busta paga di luglio la somma di 200 euro ai dipendenti che nel primo quadrimestre del 2022 hanno beneficiato della decontribuzione di 0,8 punti percentuali dell’aliquota contributiva a carico dei lavoratori dipendenti.

L’indennità una tantum non è cedibile, né sequestrabile, né pignorabile e non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali ed assistenziali.

Per i pensionati sarà l’INPS ad erogare il bonus

Per i titolari di pensione e del reddito di cittadinanza, sarà, invece, l’Inps a provvedere all’erogazione della somma.